Enzo Cucchi

Informazioni Evento

Luogo
MAXXI - MUSEO DELLE ARTI DEL XXI SECOLO
Via Guido Reni 4a, Roma, Italia
Date
Dal al

MARTEDÌ 11:00 – 20:00
MERCOLEDÌ 11:00 – 19:00
GIOVEDÌ 11:00 – 19:00
VENERDÌ 11:00 – 20:00
SABATO 11:00 – 20:00
DOMENICA 11:00 – 19:00
La biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo

CHIUSURE
Tutti i lunedì, 1 maggio, 25 dicembre

Vernissage
16/10/2019

su invito

Artisti
Enzo Cucchi
Curatori
Eleonora Farina
Generi
arte contemporanea, personale
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Focus dedicato a ENZO CUCCHI, in occasione dell’ingresso in collezione dell’opera Porta addormita.

Comunicato stampa

«La pittura non riconosce costumi. I bambini non conoscono gender. L’arte odia i pittori».

Tra le figure più influenti della scena artistica contemporanea, Enzo Cucchi presenta al MAXXI un nuovo progetto ideato appositamente per gli spazi della Sala Gian Ferrari. Straordinario inventore di immagini, Cucchi ingloba un’estetica che spazia tra il tempo e la storia, sintetizzando miti individuali e immaginario collettivo.

In mostra un’unica opera: gesto radicale nella sua rarefazione di oggetto singolo, di modeste dimensioni in relazione all’architettura dello spazio progettata da Zaha Hadid, esposto su una base che diventa essa stessa parte integrante del lavoro. Un putto, al cui alluce appare aggrappato uno scorpione, mani agli occhi nel gesto del cannocchiale per focalizzare la visione, reinterpreta in un’immagine estremamente contemporanea l’iconografia classica del bambino nudo, con riferimenti che ricorrono nella storia dell’arte e che vanno dalla statuaria romana ai grandi affreschi barocchi.

Con questa opera/gesto Enzo Cucchi, fieramente antimoderno, torna infine a parlare di Roma, sua città di adozione, nella cui culla si nutre da sempre e nella quale coglie il senso di resistenza personale e civile all’inarrestabile avanzare di un mondo basato sulla velocità e sull’emergenza e di una cultura della tecnica e della scienza che prosciuga ogni giorno di più gli spazi del desiderio e della libertà di pensiero.

Foto © Mark Peckmezian, 2017