Emilio Isgrò – Ritratti incancellabili

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DI PALAZZO PRETORIO
Piazza del Comune, 1 , Prato, Italia
Date
Dal al

Lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 10,30-13,30 16-20;
sabato, domenica e festivi 10-20

La biglietteria chiude un’ora prima

Aperture straordinarie

12 aprile orario speciale 16-24
Tutti i giovedì, da giugno a settembre, esclusi 14 e 21 agosto, aperto fino alle 24

Chiuso il martedì non festivo e il 25 dicembre

Vernissage
17/05/2014

ore 18

Contatti
Email: museo.palazzopretorio@comune.prato.it
Biglietti

€ 8 intero € 6 ridotto: residenti nel Comune di Prato, militari in servizio, ragazzi fino a 26 anni, adulti oltre i 65 anni, insegnanti in attività, gruppi (da 12 a 25 persone) con prenotazione da lunedì a venerdì (escluse aperture straordinarie)

Patrocini

PROGETTO PROMOSSO DAL COMUNE DI PRATO, REALIZZATO DAL CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI

Artisti
Emilio Isgrò
Curatori
Stefano Pezzato
Uffici stampa
STUDIO ESTER DI LEO
Generi
arte contemporanea, personale
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Sono protagonisti undici illustri toscani, obliterati dal tipico tratto cancellatorio: Dante, Giotto, Datini, Lorenzo il Magnifico, Savonarola, Machiavelli, Leonardo, Michelangelo, Galileo, Puccini e Malaparte.

Comunicato stampa

Dopo la grande retrospettiva al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci nel 2008, Emilio Isgrò ritorna a Prato al Palazzo Pretorio con la mostra RITRATTI INCANCELLABILI nell'ambito del Progetto PratoContemporanea promosso dal Comune di Prato e realizzato dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.

La mostra, a cura di Stefano Pezzato, vede protagonisti undici illustri toscani, obliterati dal tipico tratto cancellatorio: Dante, Giotto, Datini, Lorenzo il Magnifico, Savonarola, Machiavelli, Leonardo, Michelangelo, Galileo, Puccini e Malaparte. Dalle tele dell’artista emerge una scritta scampata alla cancellatura e tradotta in più lingue: “Dichiaro di non essere...”.

La mostra resterà aperta fino al 20 luglio 2014. I ritratti del Datini e di Malaparte nell’occasione saranno acquisiti dalla città di Prato.

Le Cancellature di Isgrò nascondono per marcare una inesistenza testuale, come gli Empaquetages di Christo coprono per indicare un'assenza architettonica o ambientale; solcano lo spazio verbale per dichiarare l'apertura di nuovi spazi visivi e cognitivi, come i Tagli di Lucio Fontana fendono lo spazio pittorico per allargare l'indagine a inesplorate dimensioni spaziali e intellettuali.

Nella nuova serie di tele dedicata ai Ritratti incancellabili di undici toscani illustri qui presentate, Isgrò inizia ovviamente da Dante Alighieri, il sommo poeta, padre della lingua italiana, rifacendosi indirettamente alla galleria di statue ottocentesche nel portico degli Uffizi, che partono iconograficamente da Cosimo de' Medici detto il Vecchio, pater patriae di Firenze.

Le due serie di ritratti condividono le figure di Giotto, Lorenzo il Magnifico, Niccolò Machiavelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Galileo Galilei. A questi Isgrò aggiunge per l'occasione i ritratti del mercante di Prato Francesco di Marco Datini, del frate domenicano Girolamo Savonarola finito sul rogo a Firenze il 23 maggio 1498, del compositore lucchese Giacomo Puccini, dello scrittore pratese Curzio Malaparte alla cui figura poliedrica si ispira il progetto espositivo, performativo e video presentato a Prato.

A ciascuno dei nuovi Ritratti incancellabili è attribuita la negazione della propria identità: "Dichiaro di non essere Dante Alighieri", "Dichiaro di non essere Lorenzo il Magnifico", ecc. stampata in più lingue per sottolineare il carattere internazionale delle raffigurazioni, considerate icone dell'immaginario universale, svuotate, letteralmente "cancellate" dalla sovraesposizione mediatica a cui sono sottoposte, talmente note da risultare consumate.

I grandi della Toscana, i maestri della letteratura, dell'arte, della politica, dell'economia, della scienza e della musica riconosciuti e ammirati in tutto il mondo, dal Trecento ad oggi, negano sé stessi nell'epoca che li vede riprodotti, superficialmente, all'infinito. Isgrò li oblitera con il suo tipico tratto cancellatorio, sovrapponendo la sua fitta trama nera o bianca, al vivo o inquadrata e incolonnata, all'iconografia storica, per mascherarne i tratti generali modificando sapientemente l'immagine di fondo e facendo emergere singoli dettagli, particolari selezionati di ogni personaggio negli interstizi fra le Cancellature.