Elio Luxardo – Corpi nudi
Corpi Nudi, la più ampia esposizione dedicata alla fotografia di nudo del fotografo italo-brasiliano Elio Luxardo (Sorocaba, 1° agosto 1908 – Milano, 27 novembre 1969) mai realizzata dalla sua scomparsa.
Comunicato stampa
La Fondazione Nicola Del Roscio presenta da mercoledì 17 settembre a venerdì 5 dicembre 2025 la
mostra Corpi Nudi, la più ampia esposizione dedicata alla fotografia di nudo del fotografo italo-
brasiliano Elio Luxardo (Sorocaba, 1° agosto 1908 – Milano, 27 novembre 1969) mai realizzata dalla sua
scomparsa.
Romano di adozione, ma nato in Brasile nel 1908 da genitori italiani emigrati nel paese sudamericano,
Luxardo è forse il massimo rappresentante di quella generazione di fotografi che si trovarono immersi
in una genuina atmosfera creativa durante il ventennio fascista. Uno dei periodi più controversi della
storia unitaria d’Italia, nei quali le istanze di libertà politiche e personali trovarono muri invalicabili da
superare, mentre l’afflato artistico poteva spesso permettersi di librarsi in autonomia per attraversare
spazi e sorvolare ideologie.
Il caso di Elio Luxardo assume una peculiarità che lo differenzia in modo netto dai colleghi fotografi
italiani di quell’epoca. Eccelso artigiano della camera oscura, giunto a Roma durante il Fascismo e
cresciuto professionalmente nel periodo in cui si sviluppano gli studi cinematografici di Cinecittà, ha
potuto coltivare il suo talento ritraendo gli attori e le attrici di quell’epoca, ricordata come quella del
“Cinema dei telefoni bianchi” (1936 – 1943), non disdegnando comunque di rendersi disponibile al
servizio di alte personalità del Regime.
Ma sarà il volersi ritirare in una sorta di intima bolla nel suo studio che gli permette di sviluppare il
massimo livello del proprio estro inventivo, circoscrivendo il suo lavoro in un’affascinante e intensa mise
en scène, da cui ha saputo ricavare un geniale nucleo di immagini dedicato esclusivamente alla
fotografia di nudo. La mostra raccoglie questa intima produzione di fotografie originali dei primissimi
anni Trenta, non prevista ad alcun tipo di commercio, fatta di un inedito e coinvolgente rapporto tra
luci e ombre.
Ammaliato dalla scultura greca e romana, il nudo maschile si alterna mirabilmente con il nudo
femminile, in una comparazione dove si legge lo scontro tra due diverse identità sociali e culturali. Da
una parte un involontario processo di acculturazione e osservanza dei dogmi fascisti, dall’altra parte
una tangibile sinopia del suo spirito giovanile, quando, eccellente atleta e artista sognatore, era
immerso nella sospesa leggerezza e nel mito dell’atmosfera brasiliana. La tempra e il vigore dell’uomo
fascista, così virile e caratterizzato, sono immediatamente leggibili nella rappresentazione del nudo
maschile, ma quella forza eroica egualmente ben si interfaccia e s’incatena con lo sfuggente erotismo
del nudo femminile, un corpo di donna così lontano dalla retorica del “casa, patria, famiglia”, e
dall’icona dell’”angelo del focolare”.
Un doppio gioco esistenziale che farà sì che quelle sue fotografie originali di nudo scompariranno,
inghiottite nelle recondite stratificazioni alle quali la storia ci ha abituato.
Durante il Ventennio erano troppo pin up le sue donne, dopo la Liberazione troppo fascisti i suoi uomini.
Ma nel trascorrere del tempo che nasconde e sigilla, quelle sue immagini originali, vigorose e seducenti,
sono finalmente riemerse trovando luce e visibilità per un significativo tributo all’artista.
Il progetto espositivo è accompagnato da una pubblicazione edita da Giovanna Editoriale, la cui uscita
è prevista in seguito all’apertura della mostra.