Eliana Frontini – Nuntius Dei

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO7 IT - SPAZIO ARTE
Via Pennina 19, Rieti, Italia
Date
Dal al

ven-sab ore 18-20; dom ore 11-13 oppure su appuntamento

Vernissage
29/09/2012

ore 18

Artisti
Eliana Frontini
Curatori
Barbara Pavan
Generi
arte contemporanea, personale
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La mostra pone all’attenzione del pubblico il percorso artistico di Eliana Frontini.

Comunicato stampa

Studio7 Arte Contemporanea, Via Pennina 19, Rieti, inaugura sabato 29 settembre 2012, alle ore 18.00, Nuntius Dei, mostra personale di Eliana Frontini, a cura di Barbara Pavan. La mostra è inserita tra gli eventi della 8a Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI sul territorio nazionale.

La mostra pone all’attenzione del pubblico il percorso artistico di Eliana Frontini. Dalle magliette inquietanti prodotte nella performance Eliana Frontini next collection del 2005, quando solo ad un attento esame si scopriva che le stampe non erano altro che foto di persone decedute, rifotografate dalle loro lapidi (invece di una firma, portarsi la morte addosso), l’artista propone, dal 2008, gli angeli cuciti, frutto di una profonda catarsi, della ricerca di una sorta di trait d’union tra la realtà terrena ed il cielo. Questi divini messaggeri, bloccati da tenaci cuciture sulla tela, paiono quasi leggiadre farfalle catturate da un ambizioso entomologo, o ex voto abbandonati nel santuario dell’oblio. Silenziosi ed immobili, hanno perso la capacità di svolgere i loro compiti fondamentali: annunciare la salvezza, confortare, custodire, lodare. Nulla hanno dell’empatia degli angeli di Wim Wenders; sono, piuttosto, relitti delle speranze sovrannaturali alle quali l’uomo contemporaneo si affida con sempre maggiore difficoltà. Sulla bilancia l’artista pone il senso di disorientamento dei mortali e la crisi d’identità della spiritualità rivelata; nel mezzo si trova il filo, che tenta di rinsaldare la fiducia in un legame di protezione esclusivo.
Sempre nel 2008 vengono proposti i ricami bianco su bianco, segni zen oppure parole: non più tormento, angoscia e rabbia, ma attesa, concentrazione e desiderio di pace. Un appagamento che si trova solo alla radice dell’uomo, dentro le sinapsi di un sistema che cerca di rendersi immune, di fortificare i propri tracciati, troppo sottili e labili, con una trama di vividi punti bianchi e forti.
Nel maggio 2012 alla Libreria Moderna di Rieti in occasione della collettiva Cities è stato presentato il ciclo Sweet home: questa volta l’artista decide di cucire edifici, fabbricati abbandonati e fatiscenti, cuciti per essere tenuti insieme, perché non crollino del tutto, o forse anche solo perché non se ne perda memoria. Gli architetti dicono ricucire, quando si parla di riqualificazione di un tessuto urbano malato, sfrangiato, e qui il termine risulta interessante perché evidenzia un’area di intervento, una volontà di fare positivo. Tale far positivo riguarda anche l’individualità di ciascuno di noi, quando a quel manufatto voglia unire un comune destino, perché anche quell’edificio ha un’anima che lo unisce a persone, ed in ciò ha anche una storia: tema questo già affrontato dall’artista nella performance del 2006 Abito in parte ancora forse: 24 fotografie sicure di Eliana Frontini, quando la Frontini ha compiuto una lunga ricerca, rientrando negli appartamenti dove aveva abitato nella sua vita, circa una quindicina, chiedendo semplicemente agli attuali occupanti, che non conosceva, di poter entrare a casa loro e fare delle foto. Tutti hanno acconsentito, e sono stati fatti centinaia di scatti in digitale.
Dei ricami bianco su bianco nell’ultimo progetto presentato in mostra (Nullo die sine linea, il dollaro) viene conservata la ripetizione: lo scrivere la stessa frase per un numero indefinito di volte vuole diventare un mantra, riservato all’artista e a chi osserva il lavoro. Una preghiera, una potente e breve formula sonora e spirituale che ha la capacità di trasformare la coscienza.