Edegildo Zava – La bella estate

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO DOLOMITI
Via Dolomiti 11, Milano, Italia
Date
Dal al

dal mercoledì al venerdì dalle 17.00 alle 20.00

Vernissage
01/07/2016

ore 18,30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Edegildo Zava
Curatori
Roberto Borghi, Pino 10.2
Generi
fotografia, personale
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Con questa presentazione presso la City Art Gallery l’artista Edegildo Zava si pone con una selezione di fotografie a colori realizzate tra il 1988 ed il 2014.

Comunicato stampa

Con questa presentazione presso la City Art Gallery l'artista Edegildo Zava si pone con una selezione di fotografie a colori realizzate tra il 1988 ed il 2014. Titolo del progetto è "PAESI TUOI ed anche miei" con riferimento alle vacanze trascorse dall'artista in gioventù nei luoghi Pavesiani. In occasione dell'inaugurazione verrà presentato il libro d'artista "Trasfigurazioni" di Edegildo Zava a cura di Roberto Borghi. La mostra vede anche la partecipazione dell'artista Elena Borghi che esporrà le sue opere ed un'installazione.

Le piccole vacanze è il titolo di un libro di Alberto Arbasino, invece che di Cesare Pavese, e forse perciò non sarebbe opportuno citarlo in questo scritto. Eppure il ciclo di foto che Edegildo Zava ha dedicato all'autore di La luna e i falò e Il compagno nasce proprio dalle piccole vacanze che si facevano nell'immediato dopoguerra, quando anche una gita in campagna, o un breve soggiorno fuori porta, potevano risultare epici, sino al punto di incunearsi nella memoria e riaffiorare molti decenni dopo, trasfigurati in opere d'arte. Ecco, proprio 'trasfigurazione' è il termine più adatto per definire il rapporto tra le opere di Pavese e le foto di Zava. Certo, ognuna di esse ha un preciso riferimento testuale, si richiama cioè a un passo di uno dei romanzi dello scrittore piemontese. Ma il testo, in questo caso, è anche un giustificato pretesto, un'occasione per degli excursus dal sapore autobiografico, una possibilità di mettere a fuoco delle costanti (quasi delle ossessioni) allo stesso tempo iconografiche ed esistenziali che sono già, in un certo senso, 'raffigurate' nelle pagine di Pavese, e che vengono però trasfigurate nelle fotografie. Le costanti di cui sto parlando potrebbero essere definite con macro categorie come 'corpo' e 'paesaggio': due parole che aprono a uno spettro di accezioni amplissimo, che tuttavia si restringe se aggiungo che, nelle opere di Zava, l'una tende a trasformarsi (anzi trasfigurarsi) nell'altra, e viceversa. Ciò che infatti avviene nelle foto è una somatizzazione del paesaggio e una resa in termini paesaggistici del corpo. Al di fuori di questa schematizzazione sembrano restare le immagini dedicate a luoghi di lavoro, ma solo in apparenza: in fondo gli scatti che ritraggono la vita di fabbrica si soffermano su dei processi di fusione, che è poi ciò che può avvenire tra due elementi subito dopo la loro reciproca trasfigurazione. Il progetto avrà il suo compimento nella mostra che prevederà anche un'installazione presso la Fondazione Cesare Pavese con sede a Santo Stefano Belbo nella Casa Natale dello scrittore, che è programmata per l'inizio del prossimo autunno.