Dreamers. progetti e visioni di moda contemporanea

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Informazioni Evento

Luogo
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via Agostino da Montefeltro 2 , Torino, Italia
Date
Dal al

Giovedì 1 nov ore 18 opening ingresso libero
Venerdì 2 e sabato 3 nov ore 11-2
Domenica 4 nov ore 11-19

Vernissage
01/11/2018

ore 18

Curatori
Barbara Casalaspro, Ludovica Gallo Orsi
Generi
fashion
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In scena a Torino, in occasione della Contemporary Art Week, dall’1 al 4 novembre presso gli spazi di Toolbox, la terza edizione della rassegna dedicata alla moda indipendente e di ricerca che quest’anno esplora la sostenibilità a partire dal concetto di “Re-wear”.

Comunicato stampa

Fibre che derivano da materie prime totalmente rigenerate, seta cruelty free, ricami in paillettes creati da gusci di cozze e vecchi CD, tessuti 100% riciclati dalla plastica raccolta nel Mediterraneo e dalle reti da pesca in disuso. Non sono solo materiali e tecniche di lavorazione sperimentali e innovative, ma costituiscono l’alfabeto di un nuovo linguaggio, fatto di parole e concetti quali sostenibilità, recycling, upcycling, qualità ambientale e filiera corta.

Dreamers, progetto ideato e curato da Barbara Casalaspro e Ludovica Gallo Orsi, indaga la moda e i suoi linguaggi tra nuove tecnologie, tradizioni e sperimentazioni e rinnova il suo appuntamento con una terza edizione in programma a Torino presso gli spazi di Toolbox dall’1 al 4 novembre, all’interno della settimana torinese dedicata all’arte contemporanea. Dreamers si concentra quest’anno sulla sostenibilità nella moda, come evidenzia il tema Re-wear, che individua nel connubio di etica ed estetica il comune denominatore di tutti i progetti in scena.

“Abbiamo imparato a riflettere sul cibo che consumiamo, ma raramente pensiamo agli indumenti che indossiamo – spiegano le curatrici della rassegna – eppure i coloranti e la formaldeide possono essere altrettanto tossici dei grassi idrogenati e dei conservanti. Anche per questo abbiamo scelto di dare voce a chi studia, crea e crede in una moda sostenibile. Dreamers sarà un’immersione nella bellezza attraverso un’esperienza ricca di stimoli che ci darà una maggiore conoscenza di quello che c’è dietro l'industria della moda, la seconda più inquinante al mondo, e di quello che possiamo aspettarci dal suo futuro, che dovrà essere più consapevole ed ecologico”.

Un racconto complesso che si sviluppa attraverso quattro sezioni: i talk pensati per ascoltare e condividere progetti e differenti punti di vista, i workshop per adulti, ragazzi e bambini condotti da tutor d’eccezione, i percorsi espositivi e le performance, la fiera che presenta una selezione di oltre 40 slow brand, tra atelier, fashion designer, collettivi, protagonisti di una nuova visione della moda fatta di ricerca, progettualità e innovazione, con creazioni 100% made in Italy in edizioni limitate e pezzi unici. Collezioni di abiti e accessori, con un forte messaggio narrativo, curati in ogni dettaglio e in ogni fase di produzione, caratterizzati da un alto grado di ricerca estetico-formale, dalla sperimentazione dei materiali e dalla rivisitazione di tecniche tradizionali.
Dalla eco couture agli atelier indipendenti: un movimento ricco, coraggioso e cosciente. Una nuova estetica basata su riciclo e riuso, qualità artigianale e tecniche innovative, con una filosofia schierata contro la cultura dell’usa e getta, per riscoprire il valore di ciò che indossiamo. Storie, territori, prodotti che hanno significato e qualità, progettati per durare. Quello della sostenibilità nella moda è uno scenario complesso che riguarda molteplici questioni: dalle emissioni di gas a effetto serra generate dalla produzione di tessuti che secondo i dati condivisi a inizio 2018 dall’Onu sarebbero pari a 1,2 miliardi di tonnellate all’anno, al consumo d’acqua, dall’approccio monouso che i consumatori hanno nei confronti dei capi che acquistano, fino alle condizioni dei lavoratori impiegati nella produzione dei capi d’abbigliamento.

Partendo da queste considerazioni, Dreamers 03 riflette su una moda in grado di generare cambiamenti culturali, di esplorare e innovare, rigenerare e riprogettare la contemporaneità.
Il tema dell’edizione 2018 viene così affrontato attraverso le testimonianze di designer di eco-couture, imprenditori, critici, atelier indipendenti, università e aziende, movimenti italiani e internazionali che contribuiscono a costruire un percorso a 360° volto a rafforzare una rete, generare uno scambio di idee e metodologie utili ad accrescere le nostre conoscenze nel settore della moda sostenibile e indirizzarci a mettere in atto comportamenti più consapevoli.

LA MODA IN MOSTRA
SETTE PERCORSI ESPOSITIVI PER RACCONTARE L’UNIVERSO DELLA MODA “ECO”.

Un percorso costituito da sette tappe pensate per sensibilizzare gli spettatori a una visione consapevole e armoniosa del rapporto tra ambiente, etica e moda. L’inaugurazione della rassegna, così come la sua conclusione, sono affidate a performance con il dichiarato intento di incuriosire ma anche di scardinare le nostre credenze sulla moda. Parade. Recycling Warriors è l’evento site specific a cura dell’artista Enrica Borghi che apre ufficialmente la terza edizione di Dreamers, giovedì 1 novembre alle ore 18: una suggestiva sfilata di donne guerriere che indossano maschere e accessori, elementi non solo di decoro, ma vere e proprie coperture per marciare a favore della sostenibilità. Chiude la quattro giorni di fiera, la performance “Family Dress” durante la quale l’abito collettivo, creato dall’unione di più capi, verrà indossato e “animato” dai ballerini di Mcf Belforedanza / uno spazio per la danza contemporanea con il coinvolgimento attivo del pubblico presente.

PRIMA TAPPA

Parade. Recycling Warriors è la performance site specific realizzata dall’artista Enrica Borghi che dagli anni ’90 si interroga sul tema delle sostenibilità e realizza opere riciclando materiali di scarto della quotidianità. Sacchetti, bottiglie di plastica, contenitori per i detersivi diventano nuove “materie prime” per la creazione di armature, maschere e accessori indossati da donne guerriere come protezioni del proprio corpo ma anche come strumenti per lottare a favore del tema ecologico. Un’estetica in cui la materia impiegata non solo veicola una denuncia ma sembra vibrare nelle mani dell'artista, che intreccia all'uncinetto e a maglia, seziona con la taglierina, nobilita colori, forme, consistenze. Per l’inaugurazione di Dreamers 03 questi indumenti/scultura verranno indossati da ballerini di Mcf Belfioredanza / uno spazio per la danza contemporanea, che sfileranno tra il pubblico, sulle note sperimentali del dj e Producer berlinese Benjamin Fehr, per poi diventare installazioni per tutta la durata dell’evento. La performance verrà riproposta il 10 novembre presso il Castello di Novara dove l'artista realizzerà una mostra personale.

SECONDA TAPPA

Il progetto Fashion for Forest - Forest for Fashion, grazie alla collaborazione con Fondazione Pistoletto - cittàdellarte fashion B.E.S.T. e presentato in anteprima a New York a luglio di quest’anno nell’ambito del Forum Politico di Alto Livello sullo Sviluppo Sostenibile promosso dall’ONU, fa tappa a Dreamers 03. Un’installazione che mette in dialogo video arte e moda grazie al racconto per immagini di Made in forest, cortometraggio che illustra la produzione di un “capo sostenibile” realizzato da Tiziano Guardini, vincitore del Green Carpet Fashion Award 2017, e all’esposizione di tre capi dei fashion designer Flavia La Rocca, Silvia Giovanardi e Silvio Betterelli, affiancati da bozzetti e moodboard che mostrano il processo di ideazione e produzione dei capi sostenibili.

TERZA TAPPA

Abiti con passaporto porta in mostra i capi e il loro DNA: dalle origini del tessuto, alle tecniche produttive fino alla storia dei materiali utilizzati per le tinture. I capi in esposizione sono stati realizzati da quattro eco-fashion designer, rappresentanti di una nuova generazione che vede nella sostenibilità un impegno di responsabilità cui indirizzare le proprie energie. Silvia Giovanardi (Milano) espone un abito-samurai realizzato in pelle di vitello conciata al vegetale con decorazioni in pizzo di seta. Il lino organico e la parte superiore e inferiore in tinta naturale sono ricamati con un'antica grafica giapponese dell’epoca Edo; Tiziano Guardini (Roma) porta in mostra l’abito, vincitore del Green Carpet Fashion Award 2017, in seta cruelty free con ricamo in paillettes create da gusci di cozze e CD riciclati che si ispira al mondo del mare; Bav Tailor (Londra), la cui poetica unisce tagli sartoriali e forme geometriche ai più pregiati tessuti naturali certificati, rappresenta la vera essenza del Made In Italy e dell’eco-sostenibilità; Matteo Thiela (Torino), propone un abito realizzato ad hoc per Dreamers a partire dalla particolare tecnica di tessitura “Bombyx”, termine che in greco antico significa “baco da seta”, da lui brevettata: un lavoro manuale lungo 24 ore che consente la realizzazione di un vestito tridimensionale e memory form, che ricorda la forma originale e la ripropone anche dopo esser stato piegato o lavato.

QUARTA TAPPA

Il futuro del nostro pianeta è in mano alle nuove generazioni e allora chi meglio dei giovani è in grado di ripensare i dettami del fashion, con un’attenzione particolare ai concetti di sostenibilità e riciclo? Gli studenti di alcune tra le più prestigiose Università di Moda a livello nazionale -Polimoda di Firenze, Istituto Secoli di Milano, NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano- hanno accolto la sfida lanciata da Dreamers e presentano in occasione dell’evento, dieci abiti/progetti realizzati dagli studenti con materiali innovativi e sostenibili selezionati dalle curatrici e da un comitato composto da Marina Spadafora, Country Coordinator Fashion Revolution Italia, Anna Detheridge, Founder Connecting Cultures and Out of Fashion e Serena Campelli - Texile and Creative Consultant.

QUINTA TAPPA

TEXT PAINT nasce all’interno del progetto Costruire Bellezza, laboratorio interdisciplinare rivolto a persone senza dimora in tirocinio socializzante, come il workshop condotto dal fashion designer Matteo Thiela in collaborazione con Andrea Lorenzon (CIVICO13). Text Paint è un’opera creativa e sociale fatta di grandi quadri materici ottenuti dalle manipolazione, attraverso bagni di colore, utilizzo di colle viniliche e pittura a smalto, di abiti usati. Ciascuna forma è stata elaborata dal gruppo, ispirandosi liberamente a stoffe e textures, lasciando spazio alle suggestioni e alla creatività dei partecipanti.

SESTA TAPPA

Un connubio di moda e performance art è invece il progetto Family Dress, nato in seno al NABA (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano) da un’idea di Nicoletta Morozzi, a seguito di un corso di maglieria a mano. Come una sinfonia, non di note ma di fili che si intrecciano per dare origine a un’opera collettiva, Family Dress sono singoli capi cuciti insieme e collegati tra loro. Un progetto di arte relazionale che propone una riflessione sull’intreccio tessile come struttura metaforica del pensiero e della società, e al tempo stesso come mezzo di partecipazione individuale ai processi creativi. Dei 9 capi iniziali, oggi l’abito-installazione è composto da 32 capi uniti tra loro, e può essere indossato simultaneamente da più persone. Domenica 4 novembre l’installazione si animerà in una performance collettiva, a conclusione dell’edizione di Dreamers. Una particolare sfilata in cui a salire in passerella sarà un’unico chilometrico abito indossato simultaneamente da dieci ballerini della scuola Mcf Belforedanza / uno spazio per la danza contemporanea e da quanti tra il pubblico desidereranno prendere parte a questa esperienza di condivisione. Grazie alla collaborazione con il laboratorio sartoriale Fragole Celesti, comunità doppia diagnosi femminile per la cura di abusi, maltrattamenti e violenze, un nuovo abito made in Torino verrà unito agli altri in occasione della rassegna.

SETTIMA TAPPA

Quante storie individuali può contenere un tappeto? Quale senso assumono queste storie una volta che si trasformano in una superficie abitabile condivisa? Se lo è chiesto Denise Bonapace, designer di moda e docente presso il Politecnico di Milano, il Fashion Institute of Technology e il NABA di Milano, e la sua risposta è contenuta in RUGS TALES, un tappeto generato dall’assembramento e dall’intreccio di abiti appartenuti a familiari, amici, conoscenti dell’artista.: dalla camicia con i draghi regalatole dal compagno, al fazzoletto di seta cinese che le ha donato un fornitore turco, dalla pezza di tessuto presa in un carruggio a Genova per realizzare i cuscini di casa al bordo del primo e unico abito "ampio" comprato quando Bonapace era incinta. Tante e diverse storie personali che generano una nuova storia collettiva intrecciandosi tra loro.

“N” DI NATURA E “S” DI SOSTENIBILITÀ: IL NUOVO ALFABETO DELLA MODA.
I TALK DI DREAMERS

Occasione di incontro, confronto, scambio di punti di vista, i talk di Dreamers sono momenti imprescindibili in cui definire il nuovo lessico della moda indipendente e di ricerca assieme a fashion designer, giornalisti, critici e imprenditori. Abbiamo tolto visdionari Un’opportunità per parlare di sostenibilità e di una moda in grado di valorizzare e proteggere la vita del pianeta e delle creature che ci vivono – umanità inclusa –, al fine di garantire un futuro per le generazioni che verranno.

Tra gli appuntamenti in programma: FOREVER green JEANS è il confronto tra Tiziano Guardini, eco designer, Fabrizio Consoli, founder Blue of a kind e Fabio Di Liberto, Brand Director Isko, azienda di denim dal DNA sostenibile. Il jeans, capo passpartout ed evergreen, protagonista assoluto dei nostri armadi, ha una filiera di produzione tra le più inquinanti. A partire dal suo tessuto in cotone con trama bianca e ordito blu -il denim- fino ai trattamenti di lavaggio e finitura, che ne definiscono il carattere.
Giovani talenti sostenibili è il talk sulla moda eco tra Silvia Giovanardi, eco-designer, Mauro Rossetti, General Manager Associazione Tessile e Salute; Paolo Naldini, Fondazione Pistoletto cittadellarte fashion B.E.S.T.; Andrea Venier, Managing Director Officina+39, Nando Botto Poala, CEO Lanificio Botto Giuseppe.
Circular Economy: dallo spreco al valore è il confronto tra Paola Borrione, Head of Research Fondazione Santagata; Luigi Riccardo, Circular Economy Specialist Intesa Sanpaolo Innovation Center e Antonella Bellina, Art Director DueDiLatte, moderato da Filomena Greco, giornalista Il Sole 24 Ore. I rifiuti non possono scomparire, ma possono diventare risorse. Applicato alla moda, il modello economico circolare sta rivoluzionando i modelli di produzione e consumo. Sperimentazione, nuove tecnologie e design sono nella cassetta degli attrezzi di startup, aziende e creativi che stanno riprogettando il futuro, a partire dal riciclo. Per passare dallo spreco al valore, verso un’economia rigenerativa.
Sulla Comunicare la moda etica, discutono invece Marina Spadafora, Country Coordinator Fashion Revolution Italia e Michela Zio, giornalista MF fashion e fashion consultant. Intramontabile vintage è il titolo del talk con Angelo Caroli, fondatore di A.N.G.E.L.O. Vintage Palace e Alessandra Vaccari, docente di Storia e teorie della moda allo IUAV. Emozionante passato da indossare e toccare, vintage è l'intramontabile segno di un tempo in cui gli abiti erano fatti per durare. Vintage è uno stile di vita, una filosofia di consumo etica, basata sul riuso. Un progetto di recupero e di conservazione.
Lo speech Out of Fashion vede come protagonisti Benedetta Barzini, ex modella, Anna Detheridge, founder Connecting Cultures e Matteo Ward, CEO e co-founder Wrad. Modera Paola Baronio, giornalista freelance. Per Benedetta Barzini essere out of fashion significa «indossare indumenti che sono al tuo servizio e non il contrario», per Anna Detheridge «consapevolezza: dare valore alle cose, alla loro storia, sapienza e ciclo vitale». Per Matteo Ward «quando il design vive in funzione di un purpose. Quando il prodotto ha un focus che trascende il suo impiego diretto: mettere in discussione lo status quo e re-inventarlo». Tre sguardi originali e indipendenti, che vedono la moda come un potente catalizzatore di cambiamento culturale, ambientale, sociale.

A SCUOLA DI SOSTENIBILITÀ
I WORKSHOP

Condotti da designer e artisti, i laboratori per bambini e adulti, sono momenti formativi in cui apprendere concretamente che cosa significa sostenibilità, riciclo e riuso quando si parla di moda.

Tra i workshop della terza edizione, Fondazione Ferragamo propone due appuntamenti per i più piccini. In La scarpa del futuro (per bimbi dai 6 ai 9 anni) la forma di legno, strumento tradizionale e imprescindibile per il lavoro di un calzolaio, diventerà il punto di partenza per la sperimentazione dei bambini. Grazie all’ingegno e all’aiuto di operatori specializzati, i bambini possono immaginare nuove forme, nuove tecnologie, nuovi materiali e creare il loro personale prototipo, riutilizzando materiali di scarto. Eco-Atelier è invece il laboratorio per ragazzi dai 9 ai 13 anni durante il quale i futuri fashion designer sono chiamati ad affrontare una grande sfida: Concretizzare idee e suggestioni in un moodboard -mappa d’ispirazione visiva- per creare la loro collezione. Come in un vero atelier, stoffe, tessuti, carta crespa e pellami di scarto trovano nuova vita in abiti e accessori eco-sostenibili.
I vestiti dell’avvenire è invece il titolo del laboratorio a cura di ArtEnfant che si ispira all’omonima filastrocca di Gianni Rodari. Un “modello di vestito che si allunga e si allarga all’infinito…”, per scoprire assieme da quante parti è formato un abito e come possiamo ricucirle tra loro. Assieme alla stilista Adriana Delfino e agli allievi del laboratorio di Moda Fashion&Design i partecipanti si divertiranno a inventare un nuovo look utilizzando quello che già hanno tra le mani. Come in un puzzle, i tasselli si posizioneranno dando vita a nuove forme.
Pensato per gli adulti è invece il workshop Zero waste jewelry condotto da Enrica Borghi, che invita i partecipanti a trasformare bottiglie di plastica trasparenti e colorate, con l'ausilio di cutter, forbici, spille, accendini, maschere protettive e di una buona abilità manuale, in gioielli. What my clothes say about the garment industry! è il workshop a cura di Fashion Revolution con Matteo Ward e il team Fashion Revolution Italia. Un laboratorio coinvolgente in cui i partecipanti vengono chiamati a compiere un percorso “conoscitivo” passando per 5 differenti stazioni, ciascuna dedicata a un prodotto: acqua, prodotti chimici, combustibili fossili, rifiuti e cambiamenti climatici. È l’inizio di un viaggio che culmina, per i partecipanti divisi in gruppi, nella progettazione di ‘oggetti’ funzionali a comunicare ciò che più li ha colpiti, e a sperimentare con tessuti di scarto. Un'esperienza per ‘vestire le idee’ e riflettere intorno a un tema fondamentale: l’impatto sulle risorse umane e ambientali della Fashion Industry. Per chi ha voglia di mettersi in gioco e nutrire la sua consapevolezza.

Dreamers03
un progetto di Associazione Dreamers
ideato e curato da Barbara Casalaspro e Ludovica Gallo Orsi
con la collaborazione tecnico-scientifica di CSS-EBLA Centro Studi Silvia Santagata
e Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura
con il sostegno di Regione Piemonte
con il patrocinio di Città di Torino
nell’ambito di Contemporary Art Torino + Piemonte