Don’t Make Them Tell You Where You Come From

Informazioni Evento

Luogo
METRONOM
Via Carteria 10, 41121 , Modena, Italia
Date
Dal al

martedì-sabato 14.00 -19.00 e su appuntamento

Vernissage
30/11/2019

ore 18

Curatori
Gabriele Tosi
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Don’t Make Them Tell You Where They Come From è la collettiva curata da Gabriele Tosi.

Comunicato stampa

Don’t Make Them Tell You Where They Come From è la collettiva curata da Gabriele Tosi che
inaugura a Metronom sabato 30 novembre. Gli artisti - Marco B. Fontichiari, Gli Impresari
(Edoardo Aruta, Marco Di Giuseppe, Rosario Sorbello), Daniele Marzorati e Marit Wolters -
pur condividendo una generazione, hanno operato in scene diverse e non hanno mai esposto
assieme.

Le opere in mostra si appropriano di specifici episodi visivi tramite contatti, calchi, riproduzioni e
rifacimenti. L’oggetto artistico si pone con la realtà in un rapporto paritetico attraverso la mimesi
di un suo frammento, assicurandosi la possibilità di includere in sé un intero mondo in forma di
citazione. Il rapporto di uguaglianza con un qualcosa di esistente è quindi mantenuto nell’opera
come memoria persistente, nonostante i fini reali siano quelli di sostituire un’immagine che
funziona come mezzo di conoscenza a una che funziona invece come narrazione.
Da qui la volontà, dimostrata in vario modo dagli artisti coinvolti, di far riemergere i mezzi
tradizionali dalle reti situazioniste del presente. L’utilizzo stesso del mezzo come presidio di una
memoria collettiva di stampo moderno, permette infatti all’artista di instillare nell’opera (che
diviene essa stessa mezzo e campo d’azione) la necessità di una rinnovata inchiesta sul visivo. A
partire dalla memoria latente dei media, si innesca cioè un processo che permette allo spettatore
di conoscere l’immagine veicolata dall’opera per quello che è, siccome l’artista ha cancellato la
possibilità di conoscerla per quello che si pensa possa essere.

In Don’t Make Them Tell You Where They Come From soltanto alcune delle opere esposte sono
inediti e molte di esse sono nate per contesti specifici. La logica della mostra ha quindi voluto
aumentare la distanza che in nuce intercorre tra l’oggetto artistico e la realtà che lo ha generato,
mimando a sua volta i modi fintamente analogici delle opere che include.
Sia nella mostra che nelle opere, il pubblico assiste allora a una sorta di riconfigurazione
(autoguarigione?) dell’immagine, un processo che prende forza dalla memoria latente dei media
che ne sono il principale veicolo di migrazione. Interessante notare che per fare questo perfino i
media stessi debbano dapprima riconoscersi e riguardarsi a vicenda. La pittura può scimmiottare
la fotografia, la scultura può fare un calco dell’architettura come la maschera di un grande corpo,
il video e il cinema si confrontano sul montaggio e sull’opulenza. Costruendo opere come
macchine mediatiche si smontano le narrazioni già calcificate negli scopi della cultura generale e
si riattiva il potere dell’arte di agire sul mistero delle cose.

BIOGRAFIE
Daniele Marzorati (Cantù, 1988. Vive a Milano).
Lavora con diversi medium, quali la fotografia, la pittura e il disegno, focalizzandosi sulle logiche rivelatrici generate dal passaggio dell’immagine fra i diversi media. Tra le più recenti mostre personali si citano Deplacemént, Building, Milano, 2019; Crossing line, San Paolo Invest, Monza, 2019; In linea d’aria, oTTo Space, Milano, 2017. Il suo lavoro è stato esposto in festival e collettive tra cui Cantieri Aperti, Massa e Carrara, 2019; Traffic Festival, San Lorenzo in Campo,
2019. Marzorati ha conseguito un Master in Arti Visive e Studi Curatoriali presso la NABA di Milano, dove tutt’ora lavora come Junior Professor di Fotografia.

Marco B. Fontichiari (Deer Park, California, 1992. Vive a Bologna)
Lavora principalmente con il video e la performance, sviluppando una ricerca che indaga la capacità dell’uomo e dei suoi mezzi di incanalare un contenuto astratto in un piano finito. Tra le mostre recenti si annoverano Lost in Translation (Pop Corn), Localedue, Bologna, 2018; Athanasius Kircher, Porto dell’Arte, Bologna, 2018; Show Memorysize Of,
Anonima Kunsthalle, Varese, 2017; ᄊ乇尺乙乃ムu √oレ7”, Galerie Deux, Marsiglia, 2016; La grandezza delle mani, P420, Bologna, 2016. Ha partecipato a festival quali Asolo Art Film Festival, Asolo, 2019; Ibrida, Forlì, 2019; Rencontres Internationales, Paris/Berlino, 2019; Videoart Yearbook, Bologna, 2019; FILE Festival, San Paolo, 2018; Nesxt, Torino, 2018; Balkan Can Kino Festival, Atene, 2018; Šoblės Kino Festivalis, Vilnius, Lithuania, 2018.

Marit Wolters (Achim, Germania, 1985. Vive a Vienna)
Opera principalmente con la scultura e l’installazione focalizzando il suo intervento sul contesto fisico e architettonico del luogo in cui espone. La scultura, nello specifico, viene utilizzata strumento di indagine e replica capace di elevare il linguaggio del site-specific a conseguenze estreme e perturbanti. Negli ultimi anni è stata insignita di diversi premi tra cui i più recenti sono nel 2018 il Erste Bank Extra-Value Art Award e nel 2017 il Grant for Emerging Artist. Tra le mostre
personali si citiano Everything That Is Solid Dissolves Into Air, Austrian Cultural Forum, New York, 2018; Stranger Being, Whitedwarf, Vienna, 2018; That’s Somehow Greek To Me, Oktogon, Dresda, 2016. Tra le più recenti collettive si ricorda We Both Know Hearts Can Change, Redgate Gallery, Pechino, 2019; Homeland, Austrian Cultural Forum, Pechino, 2019; re.present!, Cancelleria Federale Austriaca, Vienna, 2019.

Gli Impresari (Edoardo Aruta, Marco Di Giuseppe, Rosario Sorbello)
Operano in collettivo dal 2014. Il loro interesse è da sempre legato alla tecnica e ai dispositivi che generano lo spettacolo. Il loro lavoro appare in forma di scultura e installazione o attivato in maniera performativa. Tra i festival e le mostre a cui hanno preso parte si ricordano Helicotrema 8 Recorded Audio Festival, Palazzo Grassi e Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia, 2019; La frattura comica, Manifesta 11, Cabaret Voltaire, Zurigo, 2016; Commedia delle macchine, MACRO, Roma, 2015; Artisti in Residenza, Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia, 2014. Nel 2018 con la
performance Il Lanternista hanno vinto il bando Della Morte e del Morire, Tenuta dello Scompiglio, Lucca.