Dialoghi: girovagando fra la collezione

Informazioni Evento

Luogo
GAGLIARDI E DOMKE
Via Cervino 16, Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
21/09/2017

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva
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Mostra collettiva

Comunicato stampa

DIALOGHI, GIROVAGANDO FRA LA COLLEZIONE

ARTISTI DELLA COLLEZIONE GAGLIARDI – 2° ATTO

Dal 22.09 al 20.10.2017, ma-ve 15,30 – 19,00 e su appuntamento

Inaugurazione: giovedì 21.09.2017 ore 18,00 – 23,00 (In contemporanea a tutte le gallerie TAG)

Con la seconda parte di DIALOGHI riprende la stagione espositiva in Via Cervino 16.

Visitando la mostra si possono trovare fra le opere della collezione della galleria (alcune inedite), altre opere ospiti in un intenso dialogo fra di loro e con il pubblico dei visitatori.

Prima ancora di accedere all’atrio di ingresso della galleria, sulla destra, svetta l’obelisco luminoso di Fabio Viale, in marmo e acciaio, una riflessione sul paesaggio che l’umanità intera ha ereditato dalla convulsa spinta alla modernità del secolo scorso.
(Modalità diverse di osservare il paesaggio da parte di altri artisti saranno scoperte in diversi spazi della galleria continuando la visita).
L’atrio di accesso alla galleria ospita un nutrito numero di “ritratti” dei componenti della famiglia Elsener, inventori del coltellino svizzero. Si tratta di un lavoro della giovanissima e molto apprezzata artista Martina Brugnara che alla dinastia degli inventori del coltellino svizzero, uno degli oggetti più “pratici” esistente al mondo, ha dedicato una serie di “macchine inutili”. Come ha ricordato Alberto Zanchetta in occasione della presentazione della mostra “Congerie”, Samuel Butler ha detto che il corpo umano non è che una tenaglia posta sopra un mantice e una casseruola, il tutto fissato su due trampoli, così non sarà difficile ritrovare negli ironici assemblaggi di legni e attrezzi vari della Brugnara l’arte della ritrattistica.
Poste a confronto con l’immersione nell’albero genealogico degli Elsener effettuata da Martina, Carlo Steiner mostra due “stufe”. Si tratta di HERALD due stemmi araldici realizzati in materiale refrattario e filamenti incandescenti che possono rammentarci come le storie delle famiglie, anche con il passare del tempo, preservino il calore e l’energia del cuore del capostipite.

La mostra continua al piano terra della galleria con paesaggi a confronto: la sensibilità pittorialista che ritroviamo nei paesaggi fotografici di Davide Coltro i MEDIUM COLOR LANDSCAPE, (che qui vediamo come stampe lambda su alluminio, ma che nella veste di quadri elettronici sono stati protagonisti alla Biennale di Venezia con la gigantesca installazione Rex-publica) dialogano con la chirurgica interpretazione e denuncia dell’inaridirsi del suolo effettuata da Daniele D’Acquisto nei suoi DESERT della serie UNIQUE – dipinti in acrilico su strati di plexiglas – e con le visioni molecolari del paesaggio frutto dell’osservazione al microscopio di Giuliana Cunèaz, che Giuliana elabora con gli strumenti del 3D e, come nel caso di NANOPARTICLES AND DANDELION CLOCK completa con interventi pittorici su stampa lambda
Nello spazio attiguo oscurato troviamo altre opere che ci riconducono al paesaggio: ragnatele o mondi marini interpretati attraverso la magia della luce da Richi Ferrero, che ha fatto della luce il suo strumento espressivo più noto internazionalmente.

Al piano superiore un inedito ritorno alla pittura effettuata con mezzi tradizionali di Paolo Consorti (dopo oltre un decennio di pittura digitale su foto, performances e regia cinematografica con cui è approdato alla Biennale di Venezia sei anni fa) a contrasto con la pratica poetica di Vittorio Messina, che lascia incise e sospese in grigie tavole ricoperte di piombo (che col passare del tempo, ossidandosi, assumono una valenza pittorica) frasi fondanti della cultura umana che arrivano da lontano,
Cultura, contemporanea in questo caso, che cattura l’attenzione di Margot Quan Knight che nella serie SCREENSHOT fissa su tela le schermate evanescenti delle conversazioni Skype con i suoi familiari dall’altra parte dell’oceano, attraversando con questo suo sofisticato lavoro molte correnti dell’arte del secolo scordo, dai monocromi all’optical art alla pop art. Mentre Paola Risoli dà vita, in un contenitore simbolo del degrado dell’ambiente, a uno dei suoi lavori più poetici: TO PINA & WIM un omaggio alla grande danzatrice e coreografa e al regista che l’ha fatta rivivere in uno spettacolare quanto intenso film in 3D.
Dal cinema prende spunto un altro lavoro di Carlo Steiner: KEYS, le frasi d’amore che hanno toccato il cuore di intere generazioni sono da lui collezionate e gelosamente custodite in una serie di 21 box portachiavi metallici.

Altre opere, riconducibili al paesaggio sono presenti nel corridoio della galleria assieme a quelle appena citate: PRESSATO, ancora di Carlo Steiner, un contenitore di farfalle probabile reperto archeologico di un mondo che è stato e non sarà più, e FONTE di Piero Gilardi. Piero al centro del suo lavoro pone un’osservazione preoccupata sui problemi della polluzione ricreando artificialmente quel che potrebbe non più essere nella nostra disponibilità in futuro.

Nell’ultima stanza le opere in dialogo sono di Aurore Valade, dalla serie L’OR GRIS, Jelena Vasiljev, dalla serie OF THREE FRIENDLY WARNINGS THIS IS THE THIRD ONE, ÉPAVE dei Santissimi e TOGETHER di Margot Quan Knight. Diverse le interpretazioni da loro fornite della carità, della pietà, del sollievo forse anche dell’amore e della cura che si può dare al nostro prossimo, fratello o sconosciuto che sia, per alleviarne le sofferenze. Un’oasi di silenzio in cui riflettere su quel che dovrebbe essere riportato al centro dell’universo: l’uomo.