Di noi tre

Informazioni Evento

Luogo
MANUEL ZOIA GALLERY
Via Maroncelli, 7 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
25/10/2023

ore 18

Curatori
Lorenzo Madaro
Generi
arte contemporanea, collettiva

Attraverso le ricerche dei tre artisti emerge un dialogo corale che, come dice il Prof. Lorenzo Madaro nel suo testo, è dovuto ad un comune desiderio ed impegno nel concentrarsi sui comportamenti della scultura e farne il fine primario del loro discorso, ognuno con specifiche attitudini che, naturalmente, si sviluppano dopo anni di ricerche solitarie. 

Comunicato stampa

Manuel Zoia Gallery è lieta di invitarvi mercoledì 25 ottobre per linaugurazione della mostra DI NOI TRE”,mostra degli artisti Daniele D’Acquisto, Francesco Fossati e Andrea Magaraggia, con testo di Lorenzo Madaro.

 

Attraverso le ricerche dei tre artisti emerge un dialogo corale che, come dice il Prof. Lorenzo Madaro nel suo testo, è dovuto ad un comune desiderio ed impegno nel concentrarsi sui comportamenti della scultura e farne il fine primario del loro discorso, ognuno con specifiche attitudini che, naturalmente, si sviluppano dopo anni di ricerche solitarie.

Ancora attraverso le parole di Lorenzo Madaro, possiamo perciò dire che questo appuntamento “Di noi tre è proprio un incontro, legato a una volontà di esplicitare che cosa accade nei rispettivi studi, e di mettere pertanto in mostra i risultati di un lavoro specifico, ognuno il proprio”.

 

Al centro della mostra vi è sicuramente la scultura e l’installazione, elementi che si inseguono e interrompono, si spezzano e ricompongono nella ricerca di scenari e visioni inedite, attraverso opere che spaziano, con differenti materiali.  “Uno degli aspetti primari della scultura è la sua capacità di articolarsi nello spazio espandendosi o in ogni caso modificando la percezione stessa del contesto in cui è collocata. La scultura, difatti, è un genere che presuppone un rapporto privilegiato con l’ambiente entro cui agisce e si sviluppa, orientando chi osserva verso un discorso specifico che riguarda proprio la dialettica opera-ambiente-spettatore. Vuole essere circumnavigata, pertanto osservata a distanza ravvicinata e, come dimostrano le tre ricerche dei tre artisti protagonisti di questa mostra, in alcuni casi svela la propria volontà di investigare le radici stesse del linguaggio, anzi sarebbe meglio dire dei suoi differenti linguaggi. Di cosa è fatta, quindi, la scultura? Anche un solo gesto è scultura, le vicende della storia dell’arte contemporanea ce l’hanno rivelato con chiarezza. Fare scultura vuol dire infatti modificare una porzione di materia, anche soltanto temporaneamente, trasformandola in un possibile nuovo spazio di azione e di riflessione”.

 

Daniele D’Acquisto, nasce a Taranto, 1978. L’artista ha costantemente coniugato concettuale e metaforico in tutte le pratiche artistiche che ha sviluppato. Dal disegno a biro delle sue prime opere alle carte intagliate e sovrapposte, come lo sono anche i suoi plexiglas stratificati, alla tridimensionalità vera in cui ci si può scervellare per scoprire se la scultura sia quella che appare alla vista oppure l’aria che la contorna. “Con i suoi canestri ci rivela due aspetti primari della propria pratica, ovvero il legame solido e indissolubile con il reale – sin dai suoi esordi più consapevoli ha sempre utilizzato materiali o forme provenienti dalla realtà – e una specifica concentrazione verso la trasformazione delle forme stesse”.

 

Francesco Fossati (1985), artista visivo e raccoglitore di piante selvatiche, vive e lavora a Lissone. “Per Francesco Fossati la materia primaria per costruire un proprio discorso sulla forma è la natura, che negli ultimi anni sta adottando non soltanto come tema primario, ma anzitutto come materia prima per le sue tele di cotone in eco-print – con forme essenziali che spesso riecheggiano quelle delle foglie – e per le sculture per le quali utilizza micelio e funghi disiratati”.

 

Andrea Magaraggia, nato a Valdagno nel 1984, vive e lavora a Milano. Nel 2007 ha conseguito il Diploma in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia e nel 2010 il Master presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. “Andrea Magaraggia è sempre stato attratto dalla morfologia dei materiali e dalla loro capacita di essere trasformati con relativa immediatezza, ma anche dalla genealogia delle forme generate con sintesi estrema. Come muoviamo la nostra lingua mentre parliamo, mentre esprimiamo parte di noi stessi al mondo? Quali forme assume, la nostra lingua? Per Andrea Magaraggia non è soltanto un organo con indispensabili funzioni tattili, ma un vero e proprio spazio generativo di cavità e escrescenze, di confini e di rispettivi superamenti di perimetri formali”.