Cuoghi Corsello – Quadrupedi al pascolo
Lo storico duo pensa alla galleria come a una stalla per i propri quadrupedi. Al luogo in cui le sculture riposano protette durante la notte, per uscire di giorno, fra la gente, nella piazza antistante che ricorda una collina.
Comunicato stampa
Il progetto con cui LOCALEDUE riapre la stagione autunnale è affidato a Cuoghi Corsello. Lo storico duo pensa alla galleria come a una stalla per i propri quadrupedi. Al luogo in cui le sculture riposano protette durante la notte, per uscire di giorno, fra la gente, nella piazza antistante che ricorda una collina.
quadrupede è uno dei personaggi di Cuoghi Corsello. Il duo lo definisce come “un essere che non ha i sensi come noi uomini, ma diversi. Vive delle avventure a noi incomprensibili perché non conosciamo i suoi sensi. Ma osservandolo e empatizzando con lui potremmo capirli e così capire anche i nostri sensi nascosti. Quadrupede infatti ha solo il grugno, e si sa che gli odori navigano il tempo e i piani diversi dell'esistenza. Possiamo rilevare quadrupede in oggetti e luoghi insospettabili”.
Nato come fumetto nella prima metà degli anni ‘90, quadrupede è forse lo spirito che meglio esemplifica il carattere post-eroico - eroso, riciclato e reincarnato - delle creature del duo bolognese: enti che esistono come frammenti del mondo e sono custodi del suo senso.
“Dopo i primi fumetti, lavorando con i mobili come sculture animate da volere e potere, è stato facile individuare i quadrupedi”, spiegano Cuoghi e Corsello, “uno tra i primi è stato un vecchio trave appoggiato a due cavalletti, ma tutto poteva essere un quadrupede. Quadrupede era la composizione dei tubi di una tenda così come il pupazzo che chiamammo Carmen, in onore a una nostra amica pranoterapeuta, che imponeva le mani su una vera pelliccia di quadrupede”. In occasione della mostra 09.06.2000 21.00-1.00, Cuoghi Corsello diede pubblica dimostrazione di un quadrupede selettore: una scultura elettromeccanica in ferro, dotata di un laser che proiettava un punto o delle scritte in favore del suo moto basculante. Sempre del 2000 è la mostra Quadrupedi, tenutasi allo studio Ercolani di Bologna, dove assieme ai quadrupedi trovati, composti o creati, i due invitarono a partecipare il collega Mauro Vignado, che ne realizzò altri di sua ispirazione.
I quadrupedi caratterizzano fortemente il periodo trascorso da Cuoghi e Corsello come occupanti della FIAT di via Mazzini, quando la loro pratica giocava a mettere in relazione le forme nitide e severe del marchio automobilistico con gli infiniti intrighi del mondo naturale. “Nel 2001, raggiunta la FIAT, la terza fabbrica da noi occupata, è stato sincronico trovare parecchi quadrupedi. Uno lo assemblammo con il ferro, era forzuto e la sua coda era formata da un pannellino solare che diventava rosso la sera. Gli skaters che venivano da noi ad allenarsi lo usarono diverse volte e lui, che non era saldato, si apriva costantemente finchè, alla fine, si dissuasero. Fummo poi piacevolmente sorpresi quando capimmo che i nostri ospiti molesti costruivano anche loro dei quadrupedi per grindare. Così la FIAT era piena di quadrupedi, installazioni fatue o necessarie”.
I quadrupedi di inizio millennio trovano a LOCALEDUE una nuova e provvisoria sistemazione, laddove l’installazione mobile sottolinea l’accezione della cura quotidiana, nel gesto di dar loro un riparo per poi farli uscire dalla galleria perché vivano al pascolo in un ironico gregge di umanità.
Il progetto coincide inoltre, per LOCALEDUE, con un primo interesse verso lo studio di autori che negli ultimi decenni hanno segnato il nostro panorama artistico.
Cuoghi Corsello è il nome del duo formato da Monica Cuoghi e Claudio Corsello. Lavorano assieme dal 1986 e si firmano come identità unica dal 1989. Principalmente noti per gli interventi di street-art, hanno utilizzato ogni mezzo espressivo: musica, video, fumetto, scultura, installazione, fotografia, pittura, disegno a mano e al computer. Dal 1994 al 2005 hanno occupato luoghi rendendoli spazi di studio, laboratori di creazione e aree di aggregazione. Le tre fabbriche abbandonate, da loro ribattezzate “Giardino dei bucintori”, “Cime Tempestose” e FIAT, segnano i periodi esistenziali del loro universo artistico. Attualmente vivono a Bologna in una ex-tipografia. Hanno esposto in Italia e all'estero in numerosi musei e gallerie.