Critica in Arte 2015

Informazioni Evento

Luogo
MAR - MUSEO D'ARTE DELLA CITTA'
Via Di Roma 13, Ravenna, Italia
Date
Dal al

da martedì a domenica e festivi: 9-18;
aperture festive: 8 e 26 dicembre, 6 gennaio
chiuso: 25 dicembre e 1 gennaio
la biglietteria chiude un'ora prima

GIORNI DI CHIUSURA: Lunedì

Vernissage
29/11/2015

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Patrocini

Ente organizzatore: Comune di Ravenna, Assessorato alla Cultura,
MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna
Sponsor ufficiale: Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
Mostra: Giulia Dall'Olio a cura di Leonardo Regano
Marzia Corinne Rossi a cura di Marta Cereda
Slinkachu a cura di Davide Caroli
Patrocini: Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna

Artisti
Slinkachu, Giulia Dall\'Olio, Marzia Corinne Rossi
Curatori
Marta Cereda, Davide Caroli, Leonardo Regano
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Critica in Arte vuole avere una valenza “militante” promuovendo un appuntamento invernale, durante il quale tre giovani critici presentano il lavoro di tre giovani artisti in una mostra allestita negli spazi del MAR.

Comunicato stampa

Il Museo d’Arte della città di Ravenna, dal mese di novembre fino a gennaio 2016, propone per l'ottavo anno il progetto espositivo Critica in Arte realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna e con il generoso sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Critica in Arte vuole avere una valenza "militante" promuovendo un appuntamento autunnale, durante il quale tre giovani critici presentano il lavoro di tre giovani artisti in una mostra allestita negli spazi del MAR. Critica in Arte intende far luce sulle promesse della critica attualmente attiva in Italia e dedita specificatamente alle espressioni artistiche delle ultime generazioni.Per questa edizione sono stati invitati a partecipare al progetto Leonardo Regano, direttore artistico "Renkontigo | Incontri tra Arte e Territorio"; Marta Cereda, critica d'arte; Davide Caroli, curatore del MAR di Ravenna. Le sezioni della mostra saranno accompagnate da tre monografie presentate dai rispettivi artisti e critici, i tre cataloghi saranno poi riuniti in un unico cofanetto.
Il percorso espositivo si apre con l’intervento di Marzia Corinne Rossi (Rimini, 1984; vive a Forlimpopoli), a cura di Marta Cereda. L’artista, formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, ha realizzato per gli spazi del museo un’installazione il cui titolo, Afterglow, si riferisce agli ultimi bagliori del crepuscolo, ai residui luminosi che precedono l’arrivo del buio e della notte. Si tratta di un intrico di strutture in carta vetrata industriale, materiale inusuale che connota la produzione dell’artista, forme autoportanti che si impongono nello spazio espositivo e condizionano il percorso dei visitatori, accompagnandoli nell’evoluzione/involuzione delle forme e dei colori. Le strutture gradualmente si scompongono, perdono rigidità, sviluppando le ultime ricerche condotte da Marzia Corinne Rossi.
Le sale centrali sono dedicate al lavoro dell'artista inglese Slinckachu (Devon, 1979, vive e lavora a Londra), noto per il progetto installativo The Little People Project, al quale si dedicata già da diversi anni, inventando e costruendo scene tra l'ironico e il melanconico che vedono protagoniste piccole persone in un mondo per loro fuori scala, alle prese con una realtà più grande di loro che può offrire occasioni di gioco, scoperte o pericolo. L'allestimento negli spazi del MAR propone alcune delle più belle immagini delle sue installazioni, riproponendo alcuni lavori realizzati dal 2006 ad oggi; nella prima sala il tema sarà urbano, quindi i protagonisti si confronteranno con la grande città e alcuni suoi scorci mentre la seconda sarà più “naturalistica”, con alcune realizzate in parchi e giardini ed una coinvolgente installazione che verrà realizzata al MAR per la prima volta.
Il percorso si conclude con Giulia Dall’Olio (Bologna, 1983) che presenta un progetto espositivo, a cura di Leonardo Regano, dal titolo Cave Naturam. appositamente pensato per gli spazi del Museo d’Arte della città di Ravenna. L’artista ci immagina immersi in un ambiente ostile, respingente, in cui si è mossi da un sentimento di empatia e sovversione per una natura costretta in un sistema di gabbie e di frammentazioni visive. Il paesaggio, il più delle volte inteso come il simbolo di una pittura rassicurante e rappacificatrice, è dai lei trattato come un elemento da cui “guardarsi” – come sottolinea il verbo latino caveo – a cui dover fare attenzione più che su cui soffermarsi semplicemente a “guardare”. In questa nostra contemporaneità aggressiva e distruttiva, nulla resta dell’impeto e della forza d’assalto della natura che sorprendeva i romantici. Siamo riusciti ad addomesticare e a ingabbiare anche l’ultimo degli scorci selvaggi di C. D. Friederich. Ma, a volte in maniera impercettibile o altre in modo irruento ed esplosivo, la natura ci ricorda sempre le regole del gioco, la sua supremazia incontestabile nonostante l’illusione umana di ingabbiarla.