Corpo paesaggio informe

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO E.
Alzaia Naviglio Grande 4, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Mercoledì – Sabato, dalle 15.00 – 19.00. Domenica dalle 11.00 – 19.00. Lunedì e Martedì chiuso

Vernissage
19/05/2012

ore 16

Biglietti

ingresso libero

Curatori
Virgilio Patarini
Generi
arte contemporanea, collettiva

Mostra collettiva tematica all’Atelier Chagall, a cura di Virgilio Patarini.

Comunicato stampa

Corpo, paesaggio informe

Mostra collettiva tematica all’Atelier Chagall, a cura di Virgilio Patarini

S'inaugura Sabato 19 maggio, alle ore 16.00 presso l’Atelier Chagall di Milano, Alzaia Naviglio Grande 4, la mostra collettiva intitolata Corpo, paesaggio informe

In mostra quadri degli artisti:

AKO ATIKOSSIE, ILARIA BATTISTON, MARINO BENIGNA, ANDREA BOLDRINI, DANIELA DONI, FRANCESCO MARUOTTI, GIUSEPPE ORSENIGO, MARCO RUFFINO, ANGELA SASSU, IVO STAZIO, SONIA ZAFFONI

La mostra proseguirà fino al 31 maggio 2012.

Ingresso libero.

Nota critica di presentazione

IL CORPO COME PAESAGGIO

Il corpo che si sfalda, che perde la levigata e asettica coerenza, la proporzione, la misura del disegno accademico per rivelarsi carne, sangue, grumo di materia palpitante, groviglio di segni e di senso. Impasto informe di sensi. Apparentemente incoerente, costruito per accumulazione di materiali diversi, spesso non pittorici, dove prevale la pluralità, le parti sul tutto, l’anali sulla sintesi. Eppure questi corpi sono figure umane, esseri antropomorfi. E allora che uomo ci raccontano? Un uomo complesso, plurale, contraddittorio, accumulazione di impulsi e pulsioni differenti, perennemente inquieto, in trasformazione. Di questo perla metà di questa mostra. Di questo parlano i quadri di Ako Atikossie, Marino Benigna, Andrea Boldrini, Marco Ruffino e Angela Sassu.

IL PAESAGGIO COME CORPO

L’altra metà della mostra, con le opere di Ilaria Battiston, Daniela Doni, Francesco Maruotti, Giuseppe Orsenigo, Ivo Stazio e Sonia Zaffoni è il rovescio della medaglia: ci mostrano il paesaggio come corpo. Un paesaggio costruito e destrutturato al tempo stesso a colpi di spatola, fatto di densa matteria pittorica o di stratificazioni di altri materiali. Un paesaggio a volte riconoscibile, urbano o agreste, oppure un paesaggio mentale, onirico, immaginario: in ogni caso un paesaggio che è prepotentemente lo specchio dell’anima e delle inquietudini di chi lo guarda e lo racconta. E anche in questo caso è la materia informe che urge, che spinge sulla forma, preme fino a lacerare, fino a sfaldare i contorni, fino a infrangere i limiti, mettendo in crisi i confini tra il soggetto e l’oggetto.

Il corpo è paesaggio e il paesaggio è corpo. E il confine tra l’uomo e il mondo si fa labile, instabile.