Corpi e mondi in vertigine: film e poemi di Arcangelo Mazzoleni

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Presentazione “Corpi e mondi in vertigine: film e poemi di Arcangelo Mazzoleni. Anni Settanta / Ottanta”.

Comunicato stampa

Artista visivo, regista, poeta, saggista e docente di cinema, Arcangelo Mazzoleni conduce da anni una ricerca espressiva che si espande dal cinema alla photo art, dalla pittura alla poesia. Nel corso degli anni ha esplorato la natura e le potenzialità di espansione del linguaggio cinematografico, muovendosi in una direzione all’insegna dell’arte totale e creando un’opera multidisciplinare dove i vari linguaggi si compenetrano fra loro.
La sua sperimentazione filmica, che indaga anche gli aspetti teorici, riguarda sia il linguaggio visivo, sia le forme e le strutture narrative: dal «poema filmico» al film onirico, al trance-film. Mazzoleni sperimenta sulla composizione dell’immagine, piena di riferimenti alla storia dell’arte, sul colore, su inconsueti canoni narrativi, impiegando il monologo interiore visivo, la soggettiva stilistica: un cinema di visioni, sogni ed allucinazioni, orchestrati da un montaggio di tipo musicale.
I suoi film su pellicola (girati con tecniche sperimentali, mescolando sequenze dal vivo, pittura diretta su pellicola, composizioni in animazione e pixillation: cioè ripresa di personaggi reali con lo stop-motion) muovono dall’esigenza di articolare lo spazio figurativo dell’inquadratura in un movimento che espanda i limiti del quadro tradizionale, puntando sulla ricerca cromatica e su vertiginose variazioni nei ritmi del montaggio. Le sequenze sono spesso costruite, alla stregua di «composizioni» musicali, con combinazioni di singoli fotogrammi, variamente intrecciati e intercalati da ricorrenti leitmotiv visivi.
Riallacciandosi alle sperimentazioni degli artisti delle Avanguardie storiche (da Hans Richter a Oskar Fischinger, da Buñuel a Duchamp, passando per i registi-teorici dell’Avanguardia sovietica, da Ejzenstejn a Vertov), e giungendo, tramite Jean Cocteau e Maya Deren, al New American Cinema e alla Nouvelle Vague, Mazzoleni persegue una sua personale forma narrativa che, mettendo fra parentesi i nessi causali, assume una logica altra di racconto: quella dei sogni. O di quegli automatismi psichici che i Surrealisti per primi efficacemente indagarono nel romanzo, nelle arti visive, nel cinema e nella poesia. Discostandosi così dall’estetica del cinema mainstream, la sua ricerca confluisce in un cinema di visioni e metafore, affine alla composizione poetica.
Scrivendone sul settimanale L’Espresso, Alberto Moravia affermava infatti che: «In Lo spazio interiore e Aurélia il regista scatena con ritmo incalzante un seguito d’immagini fulmineamente illuminate come avviene dei paesaggi durante il continuo lampeggiare di un temporale estivo… Ci troviamo di fronte a due composizioni che in letteratura sarebbero due poemi».
Il titolo Corpi e mondi in vertigine: Film e Poemi di Arcangelo Mazzoleni – Settanta/Ottanta riprende una frase del critico Franco Rella che, analizzando il mondo poetico dell’autore nelle sue diverse espressioni (film, testi, opere grafiche e fotografiche), individua come tratto caratterizzante: “la vibrazione istantanea e inarrestabile che prende corpi e mondi in una vertigine tanto nitida e precisa, quanto allucinata e terribile” (F. Rella, Nondove. Per Arcangelo Mazzoleni). Un mondo di immagini, fluido e in continua metamorfosi, dove corpi, oggetti, frammenti di paesaggi, squarci di cieli, forme geometriche e colori puri scorrono velocemente, come trascinati da un’inarrestabile corrente interiore.
La multidisciplinarietà della sua ricerca – realizzata con la collaborazione della moglie scrittrice Mariella Buscemi, presenza costante nei suoi film (Da corpo a cosmo, Mandala elettronico, Sole nero, Allegoria della Luce e dell’Ombra etc.) - è stata documentata dalla Mostra Arcangelo Mazzoleni: Il mondo al fuoco dello sguardo. Film, Video, Foto, Disegni e Tecniche miste su carta, a cura di Federica Di Castro, dedicatagli dall’Istituto Nazionale per la Grafica - Calcografia Nazionale, col patrocinio del MiBACT (Calcografia Nazionale, Roma 1994).
Nel corso dell’incontro Mazzoleni racconterà del proprio lavoro, affiancando, alla proiezione dei film Aurèlia e Les Temps des Assassins, generati nel periodo dell’esplosione culturale del Movimento del ’77 e della sua “ala creativa”, la lettura di testi poetici dai volumi Gloria dell’istante, Le galassie incognite e L’uomo plurale, per dimostrarne l’unicità del momento generativo: parte di una sperimentazione comune che muove dall’immagine mentale per esplorarne sia gli aspetti iconici sia quelli verbali. Una ricerca sviluppata negli anni e ritenuta dall’autore “un lungo e ininterrotto poema”.
Durante l’incontro verranno presentati due film di Arcangelo Mazzoleni che sono stati appena restaurati digitalmente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Archivio Nazionale Cinema d’Impresa, che ha accolto in deposito nei suoi cellari l’intera produzione filmica dell’artista. Il restauro, realizzato a partire dagli originali su pellicola Super8, è stato eseguito con la supervisione dell’autore stesso al fine di recuperare e restituire al meglio gli effetti luministici e il complesso lavoro sul colore che li caratterizza.