Contemporary Art in Contemporary Food

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO LB - CONTEMPORARY ART
Via Dei Musei 83, Brescia, Italia
Date
Dal al

Da martedì a venerdì con orario 10-12 16-19

sabato su appuntamento

Vernissage
09/05/2015

ore 10

Generi
arte contemporanea, collettiva
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Ci sono momenti nella storia delle civiltà in cui certi temi diventano il fulcro della sensibilità collettiva. Ora sembra che l’intero pianeta si stia interrogando sulla possibilità di una crescita sostenibile e sulla sorte della Terra, considerata un Paese finito anziché inesauribile.

Comunicato stampa

Ci sono momenti nella storia delle civiltà in cui certi temi diventano il fulcro della sensibilità collettiva. Ora sembra che l'intero pianeta si stia interrogando sulla possibilità di una crescita sostenibile e sulla sorte della Terra, considerata un Paese finito anziché inesauribile.
Complice la vicinanza con EXPO 2015 anche Studio LB Contemporary Art ha voluto investire le proprie risorse, chiedendo ad alcuni artisti della galleria, di ragionare sugli stessi temi. Da questa idea nasce la mostra Contemporary Art In Contemporary Food.

Gesine Arps partecipa con opere che indagano principalmente il rapporto fra il cibo e le relazioni interpersonali. Probabilmente la sua visione, di tedesca trapiantata nelle Marche, è influenzata dallo stupore iniziale causato dall'incontro con la cultura mediterranea. Intorno alla tavola imbandita la famiglia o gli amici si riuniscono e godono dello stare insieme, del ridere, del chiacchierare. Una tavola che tiene impegnati per ore, in cui bastano alcuni ingredienti (riconosciamo per esempio la pizza) per fare Festa tutti insieme, sopra e sotto il tavolo. In Italia il cosa mangiare o il cosa preparare quotidianamente sono argomento di discussione fra le persone. Cucinare per qualcuno e condividere, anche una semplice fragola al bar, sono gesti d'amore. Dal nutrimento fisico a quello dell'anima e certamente per la nostra artista sciamana quest'ultima è di gran lunga più interessante.

Giulia Maglionico per la prima volta collabora con Studio LB e propone una serie di lavori che hanno come soggetto principale branchi di pesci. Opere dai colori squillanti e semplificazioni tipiche delle rappresentazioni a fumetto, con le quali, nonostante l'apparente leggerezza, si toccano argomenti indubbiamente seri. Non è un caso che la planimetria del sito di Expo Milano 2015 tratteggi la forma del pesce circondato dall'acqua. Infatti un tema importante, dibattuto nelle tavole rotonde, è il Mare, un sistema complesso e per certi versi ancora misterioso, che costituisce il 70 % del Pianeta, e rispetto al quale si richiede l'attenzione da parte di ogni Paese del mondo e una politica comune di salvaguardia. Il ripopolamento dei mari risulta possibile e raggiungibile in tempi relativamente veloci se solo anche le persone fossero più consapevoli delle proprie scelte alimentari: l'eccessiva richiesta di pesci dalle grandi dimensioni porta ad una pesca intensiva che non rispetta i tempi dell'ecosistema. Nei Barracuda di Maglionico si rivela la ferocia dei grandi nei confronti dei piccoli pesci colorati, e il bisogno di un'ingente quantità di quest'ultimi per il nutrimento di ogni singolo pesce grande. Queste opere potrebbero essere anche una metafora della società post-moderna in cui le multinazionali fagocitano le realtà locali più piccole, caratterizzate dalle diversità cromatiche dei pesci piccoli.

Luigi Milani proseguendo la serie di Ladri di Biciclette, costituita da pattern con copertoni di bicicletta, senza alcun intervento pittorico, esplicita nelle diverse composizioni una poetica in bilico fra Pop Art e Optical, pur appartenendo egli all'Arte Povera. Il punto focale della questione si rende evidente nel mezzo di un'opera raffigurante una bocca aperta di rosso accesa, rimandando nel mio immaginario, a un famoso collage di Mirella Bentivoglio, intitolato Ti amo, dove le lettere “am”, collocate fra delle labbra dischiuse, alludono all'amore passionale e al gioco erotico in cui è l'altro il nostro cibo preferito. Ma nell'opera di Milani quella bocca rossa fatta di copertoni su una texture di altri copertoni grigi è anche una reliquia nella reliquia. Ogni singola tessera racconta di un viaggio vissuto, di una storia consumata e di un abbandono. Compito dell'arte è curare la società, così dinamica e consumistica, mettendola in guardia da se stessa e rendendola consapevole dei pericoli in cui incorre.

Le nature morte di Piergiuseppe Occleppo sono una gioia per gli occhi. Questa meraviglia della produzione iperrealista, nonostante i millenni di arte come mimesi, ancora oggi incanta il pubblico. Sono artifici pittorici che intrigano e fanno riflettere. I nostri occhi, strumento fondamentale di indagine del mondo, rapidamente ci guidano in ogni scelta, ancor più nell'acquisto di alimenti: il colore, le dimensioni, la forma. E poi arriva anche il profumo. Ma quanto davvero possiamo fidarci dei nostri sensi? Numerosi sono i casi di contraffazione, adulterazione e sofisticazione alimentare, di uso indiscriminato di pesticidi chimici, o di difficoltà di controllo sulla tracciabilità dei prodotti, specialmente per quelli provenienti da Paesi lontani. In questo panorama preoccupante l'artista sembra suggerirci di riscoprire la produzione locale, la frutta e la verdura appena raccolta nell'orto. Un omaggio alla tradizione contadina e ai sapori genuini della nostra terra.

Malgozia Turlo, ceramista polacca anticonvenzionale, partecipa alla mostra con un'opera frutto di ardite sperimentazioni. Una sorta di grande molare in argilla bianca, materia primordiale plasmata e trasformata in pregiata ceramica policroma. Per la particolare realizzazione del manufatto l'artista è intervenuta su parte della materia con un ingrediente particolare: gli spaghetti. Durante la fase di essicatura e prima cottura questi hanno creato erosioni e solchi caratteristici. Il risultato è quindi una scultura che presenta due elementi distinti: le cuspidi, lisce e sfavillanti, ottenute mediante un rivestimento d'oro, e la corona scalfita, di colore scuro, per l'inserimento in fornace di un finissimo strato di asfalto. Tale contrasto potrebbe essere una modalità per enfatizzare le problematiche relative all'abuso di cibo. Basta fast food , basta food on the road.

Andrea Viviani, pittore e scultore, indaga momenti di vita quotidiana raccontati con ironia e spensieratezza. La pausa pranzo di un lavoratore per esempio, trascorsa su una panchina all'aria aperta, fa assaporare il piacere della solitudine, dopo ore trascorse in una stanza d'ufficio con troppe scrivanie e telefoni squillanti, in uno spazio vitale decisamente compresso. Allora un libro, la frutta fresca e un cagnolino diventano cari rimedi anti stress.
In altre opere è il cibo stesso la fonte di ispirazione: una fragola o un pesce si trasformano in piatti per le vivande; e una banana con i piedi, rimanda ai chilometri che ha compiuto per arrivare fino a noi, ma anche alla facilità con cui questa frutta può essere portata e mangiata ovunque.
In Animali sul tavolo l'artista evoca il triste momento della macellazione, un rituale nel passato e oggi una mera pratica per appagare le pance degli uomini.