Collezione MAXXI – The Place To Be
Il MAXXI dedica in maniera permanente – e gratuita per tutti dal martedì al venerdì e ogni prima domenica del mese – una delle gallerie alle proprie collezioni.
Comunicato stampa
Il MAXXI dedica in maniera permanente una delle gallerie alle proprie collezioni. Attraverso la presentazione di selezioni ragionate di opere, esposizioni sempre nuove tracceranno di volta in volta diversi percorsi tematici alla scoperta della collezione del museo.
Questo primo nuovo allestimento, con oltre 30 lavori d’arte (dipinti, sculture, installazioni, video, fotografie) e 21 progetti di architettura (disegni, modelli, fotografie, documenti vari che raccontano la storia di ciascun progetto), presenta la collezione del MAXXI in un percorso espositivo che comprende lavori di grandi maestri del ‘900 e giovani artisti e progettisti, alcuni dei quali esposti per la prima volta.
L’allestimento, dinamico e immersivo, mette le opere in dialogo tra loro, con gli spazi fluidi di Zaha Hadid e con il pubblico. Attraverso piani e pannelli sospesi che calano dal soffitto e con la creazione di una griglia di nuovi spazi e volumi, il pubblico potrà infatti vivere l’esperienza e l’emozione dell’opera d’arte a 360 gradi, in modo attivo e partecipato.
ABOUT WILLIAM KENTRIDGE
In occasione dell’inaugurazione di Triumphs and Laments, il grande progetto di William Kentridge sulle sponde del Tevere realizzato da Tevereterno, il MAXXI rende omaggio al grande artista sudafricano con l’esposizione dei sei lavori che fanno parte della Collezione permanente del museo: a partire dal grande arazzo di North Pole Map (2003) in cui grandi personaggi in cammino evocano il viaggio della vita ma anche le migrazioni dei popoli Preparing the flute (2004 – 2005) ripropone in scala la scenografia del Flauto Magico di Mozart con regia di Kentridge presentato al Teatro dell’Opera di Bruxelles nello stesso anno, in una rilettura conciliativa di arte e teatro come strumenti di rigenerazione. Ancora teatro in Zeno Writing (2002), video installazione fatta di ombre, animazioni, accumulo di immagini, musica che si ispira al famoso personaggio di Italo Svevo. I carboncini di Flagellant (1996-1997) e Untitled (2001) presentano una riflessione sul corpo a cui Kentridge dedica molta attenzione, poiché diventa strumento di racconto per il tema della sofferenza e del disagio della condizione umana nei confronti del potere. Infine Cemetery with Cypresses, 1998, carboncino ispirato a Il ritorno di Ulisse di Claudio Monteverdi, ambienta il ritorno dell’eroe acheo in un ospedale di Johannesburg.