Clemens von Wedemeyer
Il progetto di von Wedemeyer propone al piano seminterrato della Fondazione una vera e propria retrospettiva presentata però non come mostra tradizionale ma sotto forma di festival cinematografico. Operando in modo ibrido tra festival cinematografico e video installazione The Repetition Festival Show alterna all’interno del periodo della mostra la presentazione di quattro tra le più importanti film-installazioni dell’artista: Occupation & The Making of Occupation, 2002; Otjesd & The Making of Otjesd, 2005; From the Opposite Side, 2007; Against Death, Interview, Found Footage, 2009.
Comunicato stampa
In collaborazione con la Fondazione Galleria Civica-Centro di Ricerca sulla Contemporaneità di Trento, il Projects Arts Centre di Dublino e il Kunsthaus Charlottenburg di Copenaghen il Goethe-Institut Mailand presenta nell'ambito della manifestazione Silver Summer Program la mostra The Repetition Festival Show di Clemens von Wedemeyer presso la Fondazione Galleria Civica-Centro di Ricerca sulla Contemporaneità di Trento.
Il progetto di von Wedemeyer propone al piano seminterrato della Fondazione una vera e propria retrospettiva presentata però non come mostra tradizionale ma sotto forma di festival cinematografico. Operando in modo ibrido tra festival cinematografico e video installazione The Repetition Festival Show alterna all’interno del periodo della mostra la presentazione di quattro tra le più importanti film-installazioni dell’artista: Occupation & The Making of Occupation, 2002; Otjesd & The Making of Otjesd, 2005; From the Opposite Side, 2007; Against Death, Interview, Found Footage, 2009.
Lontani da una logica tradizionalmente narrativa, i film di von Wedemeyer risultano sapienti orchestrazioni, a metà tra documentazione della realtà e interpretazione soggettiva, attraverso cui l’artista cerca di smascherare i meccanismi del dispositivo cinematografico e riflettere sul linguaggio di quest’ultimo, con citazioni vicine ad alcune forme di cinema sperimentale, da Vertov a Beckett, da Lang a Tarkovskij, fino alla commedia di Laurel e Hardy. I suoi film sono a volte accompagnati da un “making of” che, quale parte integrante dell’opera, include un’analisi delle premesse del lavoro e un’illustrazione della costruzione del film stesso, permettendo allo spettatore di entrare nella logica produttiva del film. Von Wedemeyer rielabora dunque gli elementi dell’estetica cinematografica trasferendoli in una dimensione sospesa tra finzione e realtà. L’indagine del confine tra fatto e finzione, il rapporto tra film/opera e spettatore/pubblico, la trasformazione dell’opera d’arte nel corso del tempo, sono riflessioni alla base della ricerca di von Wedemeyer, dove l’apertura a diverse possibili prospettive, e quindi letture, conferma come i linguaggi del cinema e dell’arte visiva appartengano, sotto molto aspetti, ad un unico campo di indagine.
La mostra è accompagnata da una pubblicazione bilingue (italiano/inglese), che sarà distribuita gratuitamente a tutti i visitatori.
Clemens von Wedemeyer (Göttingen, 1974) ha studiato presso l’Accademia di Arti Visive a Lipsia. Ha ricevuto numerosi premi internazionali, tra cui quello per il miglior cortometraggio tedesco all'International Short Film Festival di Oberhausen (2006) per il progetto Rien du tout con Maya Schweizer; il Kunstpreis der Böttcherstrasse, Brema (2005); il VG Bildkunst Award for Experimental Film and Video–art, Munich Film Festival, Monaco (2002), il Marion Ermer Prize, Lipsia (2002). Tra i musei che gli hanno dedicato mostre personali: Barbican Art Centre, Londra (2009); CGAC-Centro Galego de Arte Contemporánea, Santiago de Compostela (2008); CAC-Centre d'art contemporain, Brétigny s/Orge (2007); P.S.1-MoMA-Museum of Modern Art Affiliate, New York e Kölnischer Kunstverein, Colonia (2006); Augarten Contemporary, Vienna (2005). È stato inoltre invitato a partecipare a diverse biennali internazionali - fra cui 7° Biennale di Shanghai; 16° Biennale di Sydney; 2° Biennale di Salonicco; Skulptur.Projekte Münster, Münster, Germania (2007); 4° Biennale di Berlino (2006); 1° Biennale di Mosca, 1° Triennale di Torino.