Claudio Parmiggiani – Alfabeto

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO DEI MUSEI
Via Lazzaro Spallanzani 1, Reggio Emilia, Italia
Date
Dal al

inaugurazione dedicata sabato 3 maggio ore 24.00; aperto domenica 4 maggio dalle 10.00 alle 24.00; dal 6 maggio aperto martedì dalle 9.00 alle 12.00; mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 21.00 alle 23.00; sabato dalle 10.00 alle 23.00; domenica e festivi dalle 10.00 alle 21.00. Chiuso il lunedì

Vernissage
03/05/2014

ore 24

Contatti
Sito web: http://www.fotografiaeuropea.it/
Biglietti

Euro 12,00 Euro 9,00 (per studenti, soci TCI, CTS, AIB, CRAL Comune di Reggio Emilia, Carta Giovani Comune di Reggio Emilia, ragazzi dai 13 ai 25 anni, over 65, gruppi composti da almeno 15 persone e visitatori della mostra in programma alla Fondazione Palazzo Magnani); ingresso gratuito per visitatori di età inferiore ai 12 anni, scolaresche, disabili e accompagnatori, giornalisti accreditati e soci ICOM.

Artisti
Claudio Parmiggiani
Generi
fotografia, personale
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““La cosa più facile è anche la più difficile; vedere coi propri occhi quello che sta sulla punta del proprio naso”. Mi sono appropriato di questa frase di Nietzsche, convinto che definisca in modo elementare ed esemplare l’essenziale rapporto tra immagine osservata ed osservatore.” Claudio Parmiggiani

Comunicato stampa

Istruzioni per l’uso

Nel catalogo di una mia recente mostra a Milano avevo fatto seguire l’opera qui presentata da una frase di Friedrich Nietzsche: “La cosa più facile è anche la più difficile; vedere coi propri occhi quello che sta sulla punta del proprio naso”.
Mi sono appropriato di questa frase, convinto che definisca in modo elementare ed esemplare l’essenziale rapporto tra immagine osservata ed osservatore.
Così l’unico rimando è all’occhio e alla memoria. Occhio e memoria per vedersi oltre.
Quindi le immagini: ALFABETO per gli occhi.

Claudio Parmiggiani

Da: Claudio Parmiggiani, Alfabeto. Museo di Storia Naturale Lazzaro Spallanzani, Reggio Emilia, 1975, p. 15

BIOGRAFIA

Claudio Parmiggiani (Luzzara, Reggio Emilia, 1943) avvia la sua formazione dapprima a Modena, presso l’Istituto d’Arte, e poi a Bologna, dove instaura un rapporto di amicizia con il maestro Giorgio Morandi, che lo influenzerà – come più tardi il poeta Emilio Villa – da un punto di vista etico piuttosto che stilistico, ed in particolare nella concezione dell’arte in rapporto con la vita.
Nella seconda metà degli anni Sessanta è molto vicino al Gruppo ’63 in un clima di intensa collaborazione tra arti visive e poesia.
Al 1965 risale la sua prima personale, presso la Libreria Feltrinelli di Bologna.
Già dalla metà degli anni Sessanta alcune intuizioni hanno connotato in modo del tutto originale e precursore la sua ricerca. Uno spirito radicalmente iconoclasta sottende tutto il suo lavoro.
Innumerevoli le mostre personali e collettive. Del 1992 è la personale al Pac di Milano, cui segue una lunga serie di esposizioni personali: Museum Moderner Kunst di Vienna nel 1987, Museo d’Arte Moderna di Strasburgo nel 1987, Albert Totah Gallery di New York nel 1986, Villa Arson di Nizza e Palacio de Cristal di Madrid nel 1990. Ricordiamo inoltre le mostre all’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt nel 1992, alla Galleria d’Arte Moderna di Praga nel 1993, al MAMCO di Ginevra nel 1995, Centre Georges Pompidou di Parigi nel 1997 e alla Promotrice delle Belle Arti di Torino nel 1998.
Invitato più volte alla Biennale di Venezia (1972, 1982, 1984, 1986, 1995), ha presentato le sue opere presso prestigiose istituzioni internazionali, pubbliche e private: Musée des Beaux Arts di Nantes nel 1997; Musée Fabre a Montpellier nel 2002, Musei Civici di Reggio Emilia, Église Saint-Martin ad Arles, Sacro Eremo di Camaldoli, Galleria d’Arte Moderna di Bologna e Tel Aviv Museum of Art nel 2003. Nel 2006 espone a Cuba al Museo Nacional de Bellas Artes de L’Avana e presenta una grande installazione nel Teatro Farnese di Parma. Ricordiamo inoltre le mostre a Palazzo Fabroni di Pistoia nel 2007 e nel 2010 nel Palazzo del Governatore di Parma.
Tra le numerose opere permanenti nel paesaggio ricordiamo Il bosco guarda e ascolta nel Parco di Pourtalés a Strasburgo, 1990; Il faro d’Islanda, una luce permanente collocata nel 2000 tra i ghiacci islandesi e Melancolia II, realizzata nel 2002 assieme a Robert Morris alla Fattoria di Celle a Santomato, Pistoia.
Della sua opera si sono occupati i maggiori critici e pensatori contemporanei, tra i quali Jean Clair, Jean-Luc Nancy, George Didi-Huberman e Gianni Vattimo.