Christophe Constantin – Concerto per Microfono 

Informazioni Evento

Luogo
CONDOTTO48
Via Carlo Antonio Grue 48, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

La mostra sarà visitabile su appuntamento via [email protected] o instagram dal 18.05 – 22.06.2024

Vernissage
18/05/2024

ore 19

Artisti
Christophe Constantin
Generi
arte contemporanea, personale

L’arte nasce come testimonianza. Di un evento, di uno stato d’animo. Il proliferare dei media e delle modalità di espressione, asseconda il tentativo di essere il più possibile vicino a ciò di cui si vuole lasciare testimonianza. 

Comunicato stampa

L’arte nasce come testimonianza. Di un evento, di uno stato d’animo. Il proliferare dei media e delle modalità di espressione, asseconda il tentativo di essere il più possibile vicino a ciò di cui si vuole lasciare testimonianza.

Una cosa che però è spesso dimenticata è la funzione dissonante dell’arte. Sotto le sue belle ed eleganti vesti poetiche, questa dovrebbe essere in grado di portare alla luce le contraddizioni o l’insensatezza di alcune convezioni, per sottolineare le storture del mondo e suggerire un cambiamento. Prova a immaginare il sentimento di chi, uscito appositamente di casa per visitare una mostra, si trovi di fronte ad un dispositivo audio e un microfono concepiti allo scopo di generare un effetto Larsen (o ritorno acustico) in maniera continuativa. Sarebbe davvero seccante trovarsi a dover ascoltare questo suono sporco per un periodo di tempo maggiore ai pochi secondi in cui un tecnico dovrebbe correre a sistemare qualche levetta e risolvere il problema. Al protrarsi del rumore, verrebbe da pensare che il tecnico sia un incompetente, o che non ci sia affatto un addetto all’impianto audio. La reazione più naturale, sarebbe quindi quella di andarsene innervositi per il disservizio, per passare una serata più piacevole. In seguito, potrebbe farsi strada un’ipotesi stravagante: e se proprio quel senso di malessere fosse il senso della mostra?

Con Concerto per microfono, Constantin prosegue la sua ricerca volta a decontestualizzare e sublimare oggetti e fenomeni comuni, per analizzarli senza il rumore di fondo del quotidiano, sfruttando pienamente la grammatica del linguaggio artistico ed evidenziando ogni aspetto di quest’ultimo.

 

 

BIOGRAFIA:

Nato in Svizzera nel 1987, Christophe Constantin si diploma in Bachelor of Arts presso l'ECAV (ora EDHEA) nel 2013. Successivamente, si trasferisce a Roma dove si specializza presso la RUFA, ottenendo un Master in scultura. Nel 2016, fonda Spazio In Situ, assumendo fin da subito il ruolo di direttore artistico e curatore delle mostre sotto lo pseudonimo di Porter Ducrist. Questo doppio o triplo ruolo ha avuto un impatto profondo sulla sua concezione e definizione delle opere d'arte, così come sul significato dell'arte stessa.
Costantemente impegnato in mostre presso spazi indipendenti, gallerie e musei in tutta Europa, presenta regolarmente sue opere sia in mostre personali che collettive. In qualità di curatore, promuove molte iniziative con artisti provenienti da varie esperienze culturali, sempre alla ricerca di un dialogo e confronto tra opere e artisti. La sua pratica artistica ridefinisce i confini dell'arte, ponendo l'attenzione sulla riconsiderazione delle norme tradizionali e dei dogmi convenzionali.

Christophe Constantin utilizza le forme e gli elementi tratti dalla vita quotidiana come punto di partenza per una riflessione sulla società contemporanea. La mancanza di spettacolarità nelle sue opere rivela spesso un contrasto tra una sottile ironia e un senso di banalità così come di sublimazione romantica.

L'artista si descrive come un "semionauta", un viaggiatore tra i segni che utilizza le informazioni e i simboli del nostro tempo per ciò che essi sono. Desideroso di rappresentare la contemporaneità, si configura come un moderno flâneur che si muove attraverso una serie di stimoli, interagendo con il suo tempo nella sua essenza più pura. L'artista italo-svizzero desidera costantemente riscrivere i classici dell'arte, smontandoli e lasciando trasparire solo un sottile ricordo della loro originalità, enfatizzando la banalità e la non spettacolarità delle sue opere.