Chiara Dynys – Duale
L’incomunicabilità, l’atteggiamento schizofrenico, la pervicacia nel mantenere posizioni immobili si manifesta infatti più nel rapporto a due, “duale” appunto, che nell’essere soli o in mezzo a una moltitudine.
Comunicato stampa
“Duale” è una mostra composta da tre video, da una scultura e da quindici quadri lenticolari. Deriva il suo titolo dalla forma verbale dell’antico greco che prevedeva, oltre alle forme singolare e plurale, una particolare forma destinata alla relazione tra due, fossero persone, cose o situazioni. Due è dunque il tema, che arriva rapidamente all’idea di “doppio”, e di conseguenza di “sdoppiamento”, cui è strettamente connesso - sembra paradossale - il tema della solitudine. L’incomunicabilità, l’atteggiamento schizofrenico, la pervicacia nel mantenere posizioni immobili si manifesta infatti più nel rapporto a due, “duale” appunto, che nell’essere soli o in mezzo a una moltitudine. Di più, si manifesta visibilmente e simbolicamente meglio nella relazione tra oggetti che tra persone: ecco perché il mondo parallelo delle cose è il protagonista della scultura e dei lenticolari di Chiara Dynys, mentre le persone ne sono assenti. Allo stesso modo i “vasi comunicanti”, soggetto della scultura dell’artista, di fatto sono “incomunicanti”. Solo nel video, dove si registra l’imitazione di Gregory Peck nel cinematografico “Moby Dick”, declinata in italiano ed inglese dal giovane attore napoletano Roberto Mascia, sono protagonisti la voce e la postura umana, ma se ne evidenziano la difficoltà del rapporto con la realtà, e la scelta di un mimetismo irreale che ha molto da spartire con l’atteggiamento schizofrenico di cui si è detto.