Casino Palermo – La mostra
La mostra è il risultato di un progetto speciale di residenze, ideato e curato dalla galleria che, nei mesi di giugno e luglio 2018, si è trasferita a Palermo all’interno di un antico e affascinante palazzo, nel cuore dello storico quartiere della Kalsa, trasformandolo in un atelier sempre vivo, che ha visto coniugare momenti espositivi, incontri e presentazioni.
Comunicato stampa
Casino Palermo – La mostra presenta le opere di Oli Bonzanigo, Alessandro Calabrese, Martina Corà, Barbara De Ponti, Theo Drebbel, Ramak Fazel, Teresa Giannico, Guido Guidi, Takashi Homma e Alessandro Sambini.
La mostra è il risultato di un progetto speciale di residenze, ideato e curato dalla galleria che, nei mesi di giugno e luglio 2018, si è trasferita a Palermo all’interno di un antico e affascinante palazzo, nel cuore dello storico quartiere della Kalsa, trasformandolo in un atelier sempre vivo, che ha visto coniugare momenti espositivi, incontri e presentazioni.
Durante la residenza palermitana gli artisti hanno raccolto tracce e suggestioni dalla città, come nuovi elementi di approfondimento per la realizzazione di opere inedite esposte ora negli spazi di Viasaterna a Milano.
Alcuni artisti presentano opere fotografiche: Takashi Homma conferma l’interesse per il rapporto tra uomo, architettura e natura, soffermandosi su un elemento ricorrente come la finestra, dispositivo di visione e strumento utilizzato per il rituale della camera oscura. Ramak Fazel sofferma il suo speciale sguardo sui tratti distintivi della città, includendo le periferie e i ritratti delle persone incontrate; Guido Guidi inscrive i concetti di temporalità e divenire, ponendo attenzione alla caducità di alcuni luoghi e paesaggi siciliani e ancora, Teresa Giannico fotografa un diorama di carta ricostruito a sua volta da altre immagini, innescando un cortocircuito percettivo della realtà.
Ci sono poi opere centrate su elementi vernacolari, presentati da Theo Drebbel come archetipi in miniatura, silenziosi come reliquie, che rimangono sospesi in una dimensione misteriosa e di attesa.
Altri artisti ibridano e ridefiniscono i confini della propria ricerca: Alessandro Calabrese manipola le parole coerentemente al suo modo di lavorare con le immagini, de-costruendole e ricostruendole con troncamenti e sillabazioni su grandi fogli di carta; Martina Corà crea un dialogo tra performance, video-arte e installazione, in un’ascensione celebrativa ed Oli Bonzanigo alimenta trasposizioni e traduzioni, attraversando epoche lontane, fondendo i linguaggi, tra composizione musicale e pittura.
Completano la mostra i progetti speciali di Alessandro Sambini, che assembla, in una visione corale, rappresentazioni del paesaggio cittadino, risultato di un happening pittorico e partecipativo; e Barbara De Ponti, che presenta uno studio sull’appartenenza e lo straniamento degli uomini rispetto al loro periodo storico, interrogandosi sulle qualità del mondo vegetale.
Casino Palermo – La mostra identifica nell’eterogeneità delle ricerche degli artisti una vitale frammentazione di visioni. Le opere in mostra sono il risultato del flusso generativo palermitano e rispecchiano gli elementi emissari dello sguardo dell’artista sull’orizzonte contemporaneo.
Un grazie speciale a:
Benedetta Pomini, Mariangela Ochoa Bevilacqua, Tommaso Lorenzetto, Giovanna Silva, Giorgio Vasta, Rossella e Marco Giammona, Eleonora Lombardo e Mario dell’Oglio, Valentina Bruschi, Laura Barreca, Tommaso Garigliano, Vito Planeta, Giuseppe Di Nuccio e Italian Creation Group.
GLI ARTISTI IN MOSTRA:
Oli Bonzanigo
Milano, 1989. Vive e lavora tra Milano e Palermo.
Dopo la laurea in Belle Arti alla Byam Shaw School of Art di Londra, studia scultura insieme a Peter Kelley presso la London Academy, e poi disegno e pittura alla Slade School of Art. Nel 2012 torna a Milano dove inizia a lavorare presso la storica Fonderia Artistica Battaglia dove sperimenta tecniche e materiali, occupandosi parallelamente di progetti di ricerca e dando inizio ad un programma di residenze per artisti. Dopo una serie di viaggi tra Tunisia e Marocco, nel 2017 trasferisce il suo studio a Palermo, dove inizia a studiare Lingua e Cultura Araba presso l’Istituto Bourguiba. La sua ricerca artistica esplora un’ampia pluralità di linguaggi tra cui la pittura, l’installazione e la scultura; focalizzandosi sull’origine e i movimenti delle materie prime, e su come esse abbiano influenzato le dinamiche tra civiltà. Nel 2014 partecipa alla Biennale di Marrakech con The 13th hour e poi di nuovo nel 2016 con il progetto Marble-sugar. Tra le mostre personali si ricordano Pioggia Secca presso Viasaterna (Milano, 2017), Marble-sugar project presso Bank el-Maghreb (Marrakech, 2016), il progetto speciale Blackground presso Spazio aereo (Venezia, 2015) e Viscera presso Halle Der Vollständingen Warheit (Colonia, 2012). Tra le collettive, Talpe (Palermo, 2018) durante Manifesta12, Through (Aghmat, Morocco, 2018), Caput! Memento Mori presso Crypt Gallery (Londra, 2017), For them presso Voice Gallery (Marrakech, 2015), Impromptu ii-hydra presso Istituto Romeno in occasione di Arte Laguna Prize (Venezia, 2014), Le Torri presso Fonderia Artistica Battaglia (Milano, 2013), Dungeness A Minor presso la Byam Shaw School of Art (Londra, 2010) e Seasons presso Concourse Gallery (Londra 2008).
Alessandro Calabrese
Trento, 1983. Vive e lavora a Milano.
Dopo la laurea in Architettura allo IUAV di Venezia, nel 2012 ottiene a Milano un Master in Photography and Visual Design presso NABA (Nuova Accademia delle Belle Arti) e si trasferisce ad Amsterdam dove assiste il fotografo Hans Van Der Meer e lavora presso Paradox, maturando il proprio interesse per l’editoria fotografica. Dal 2015 è docente presso l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo. Nel 2013 è finalista alla prima edizione del Premio Francesco Fabbri e nel 2014 cura insieme a Milo Montelli il libro A Drop In The Ocean, vincitore del Premio Prina ed esposto in occasione del Festival Fotografia Europea di Reggio Emilia e presso la Triennale di Fotografia di Amburgo. Nel 2015 con lo stesso progetto è selezionato per il Premio Francesco Fabbri e viene invitato a presentare il proprio lavoro presso Winterthur Fotomuseum in occasione di Pla(t)form. Finalista al Prix Levallois 2015 (Parigi), pubblica insieme alla casa editrice Skinnerboox Die Deutsche Punkinvasion poi esposto durante il Festival Fotopub di Novo Mesto (Slovenia). Selezionato da Foam nel 2015 tra i 21 talenti emergenti della fotografia internazionale, è in mostra presso l’Atelier Neerlandais (Parigi), De Markten (Bruxelles) e Beaconsfield Gallery (Londra) con il progetto A Failed Entertainment. Con lo stesso progetto partecipa alla collettiva 2016 - Sulla Nuova Fotografia Italiana presso Viasaterna (Milano) e vince il Premio Graziadei presso il Museo MACRO (Roma). Nel 2017 viene invitato ad esporre A Failed Entertainment durante Fotografia Europea (Reggio Emilia) all’interno della collettiva Archivi del Futuro curata da Walter Guadagnini, Elio Grazioli e Diane Dufour. Nella stessa occasione viene presentato l’omonimo libro, pubblicato da Skinnerboox. Il suo ultimo progetto The Long Thing viene presentato per la prima volta presso Viasaterna, in occasione della mostra personale Impasse (Milano, 2017), in seguito presso la galleria Pascal Goossens (Bruxelles, 2018) e presso la fiera Unseen di Amsterdam (2018).
Martina Corà
Como, 1987. Vive e lavora a Milano.
Diplomata nel 2009 presso l’Istituto Europeo di Design di Milano con una tesi sul reportage, a partire dal 2010 inizia a maturare sempre più interesse per la fotografia di paesaggio legata alla tradizione italiana, e per le arti visive con una speciale attenzione verso i nuovi media e la net art. Fotografa free lance, si specializza su progetti corporate e lifestyle lavorando con clienti nazionali ed internazionali tra cui EXPO 2015, Kellogg’s, Louis Vuitton, Brooks Brothers, Coca Cola, Lavazza, Monte dei Paschi di Siena, e collaborando con diverse agenzie fotografiche e testate giornalistiche quali Corriere Della Sera, La Repubblica, Il Giorno, Il Fotografo. Tra le mostre collettive si ricordano Parlami di me presso Studio Morinn (Milano 2008), Sound in a Frame presso Spazio Aurora (Milano, 2009), Untitled 1 presso Galleria Castelli (Milano, 2009), Untitled 2 (Milano, 2010), Self Publish, Be Naughty presso MiCamera (Milano, 2011), Viaggio in Italia? (Savignano, 2014), Sulla Nuova Fotografia Italiana presso Viasaterna (2016), Sig Num presso Nowhere Gallery (Milano, 2017) e Retina presso Gluqbar (Milano, 2018).
Barbara De Ponti
Milano, 1975. Vive e lavora a Milano.
Dopo la laurea in Pittura e un master per la Comunicazione dell’Arte presso l’accademia di Belle Arti di Brera a Milano, si interessa alle relazioni tra pratica artistica e saperi geografici, utilizzando per la propria ricerca fondi archivistici e ampi studi di carattere storico e scientifico. Nel 2009 realizza Planning Constellation, 45° 28’ N, 9° 12’ E, progetto di stratificazione geografica, antropologia culturale e architettura della città di Milano e Speaking Thinks. Nel 2010 collabora con il Planetario Hoepli di Milano per la realizzazione di La luce naturale delle stelle, vincitore di LED Award. Nel 2011 è invitata dal Politecnico di Milano a presentare la performance Mantero_Op. cit. 2011 e nel 2014 pubblica Isolario (Ed. Postmediabooks) frutto di un lavoro di ricerca curato da Alessandro Castiglioni e con contributi di Matilde Marzotto Caotorta, Elio Franzini ed Ermanno Cristini. I risultati di una ricerca presso l’Archivio Capitolino e la collaborazione con l’architetto Antonio Stella Richter sono le fonti di To Identity, installazione prodotta nel 2015 dalla Casa dell'Architettura di Roma presso l’ex Acquario Romano. Ospitato dal Museo Internazionale della Ceramica, dal Museo Carlo Zauli e dal Museo di Scienze Naturali di Faenza. Nel 2018 ha presentato il progetto Clay Time Code presso Viasaterna (Milano).
Theo Drebbel
Napoli, 1990. Vive e lavora tra Napoli e Ginevra.
Laureata in Architettura e interessata alle manifestazioni del sacro nella forma urbana contemporanea, dal 2007 comincia a costruire il suo linguaggio espressivo attraverso la fotografia, per poi focalizzarsi sulle virtù estetiche del collezionismo botanico. A partire dal 2012 inizia una ricerca sul tema del segno e della memoria, trovando nel mezzo dell’assemblaggio e del modello in scala (diorama) il proprio orizzonte competitivo d’elezione. Vincitrice nel 2017 del Premio Carioca Kids (Artissima, Torino, 2017), nel 2018 tiene un workshop presso GAM e Fondazione Merz di Torino. Tra gli ultimi progetti espositivi si ricordano la mostra Project Room #1 presso Viasaterna (Milano, 2016) e New Perspective presso La Triennale (Milano, 2018).
Ramak Fazel
Abadan, Iran, 1965. Vive e lavora a Claremont, California.
Cresciuto tra Utah, Indiana e Tehran, dopo la laurea in Ingegneria Meccanica presso la Purdue University dell’Indiana, si trasferisce a New York per studiare fotografia e graphic design. Assistente di alcuni importanti fotografi tra cui Mark Seliger e Bruce Davidson, dal 1994 al 2009 vive a Milano, dove lavora insieme ad alcune importanti riviste di moda, design e architettura, e collabora con clienti internazionali quali Flos, Vitra e Desalto. Contemporaneamente si dedica alla propria ricerca artistica superando a volte i confini della fotografia e l’installazione. Le problematiche connesse all’appartenenza geografica, politica e culturale dell’individuo, così come le contraddizioni inerenti al concetto di identità, sono temi centrali nella produzione di Ramak Fazel. Tra le mostre si ricordano Archive Alive presso Pejman Foundation (Tehran, 2018), Milan Unit presso Viasaterna (Milano, 2017 - 2018), 49 Capitols presso Storefront for Art and Architecture (New York, 2008), Analog Blast presso la Casa degli Atellani (Milano, 2013) e The businness of people all’interno di Monditalia durante la XV Biennale di Architettura (Venezia, 2014). Dopo aver conseguito un Master in Fine Arts presso CalArts (Santa Clarita, California), attualmente Ramak Fazel insegna fotografia presso il San Francisco Art Institute.
Teresa Giannico
Bari, 1985. Vive e lavora a Milano.
Laureata in Arti Figurative presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, si specializza in Disegno e Pittura maturando tuttavia un forte interesse per la scenografia e il teatro e avvicinandosi a poco a poco alla fotografia. Nel 2012 si trasferisce a Milano e frequenta il Master in Photography and Visual Design presso NABA (Nuova Accademia delle Belle Arti) e lavora come assistente insieme ai fotografi Paolo Ventura e Toni Thorimbert. Dopo avere esposto il proprio lavoro per la prima volta in occasione di Plat(t)form 2015 presso il Fotomuseum di Winterthur (Svizzera), è chiamata ad esporre il suo lavoro in occasione di Fotopub Festival a Novo Mesto (Slovenia) e Circulation(s) a Parigi. Nel 2015 è finalista presso il Premio Francesco Fabbri con il lavoro Lay Out. Nel 2018 è selezionata tra i fotografi di Futures, piattaforma per la fotografia curata da Camera, ed espone ad Unseen (Amsterdam, 2018) e presso Camera (Torino, 2018). Da circa due anni si dedica esclusivamente alla ricerca personale, concentrandosi nella realizzazione di nuove serie e progetti.
Guido Guidi
Cesena 1941. Vive e lavora a Cesena.
Dal 1956 è a Venezia dove studia prima Architettura allo IUAV e successivamente Disegno industriale, seguendo tra gli altri i corsi di Luigi Veronesi, Carlo Scarpa e Italo Zannier. È nel clima vivace del periodo veneziano che decide di dedicarsi con continuità alla fotografia, indirizzando il proprio sguardo verso gli spazi marginali e anti-spettacolari del paesaggio italiano. Dalla fine degli anni sessanta realizza importanti ricerche personali, indagando il paesaggio e le sue trasformazioni e sperimentando al contempo il linguaggio fotografico attraverso progetti di ricerca legati alle trasformazioni delle città e del territorio, fra cui Archivio dello Spazio (1991 Provincia di Milano), le indagini sull’edilizia pubblica dell’Ina-Casa (1999) e quelle per Atlante Italiano (a cura della Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanea). Alla professione di fotografo affianca da anni attività di didattica e promozione della fotografia: nel 1989 avvia a Rubiera, con Paolo Costantini e William Guerrieri, Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea. Dallo stesso anno è docente di Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e dal 2001 insegna presso lo IUAV di Venezia. Tra le altre mostre ha esposto in prestigiose Istituzioni museali italiane e internazionali quali Fotomuseum Winthertur, Biennale d’Arte e di Architettura di Venezia, Canadian Centre for Architecture di Montreal, Guggenheim Museum di New York e Centre Georges Pompidou di Parigi.
Takashi Homma
Tokyo, 1962. Vive e lavora a Tokyo.
Takashi Homma è un fotografo giapponese tra i più noti e celebrati. Dopo aver lavorato a Londra come fotografo commerciale per alcune importanti riviste internazionali, a partire dagli Novanta si concentra sempre più sull’analisi territoriale, eseguita prima in Giappone e poi in tutti il mondo, e sull'analisi dello stesso linguaggio fotografico che utilizza. Protagonista di una grande mostra retrospettiva presso il 21st Century Museum di Kanazawa e la Tokyo City Opera Art Gallery. Nel 2014 inizia il progetto The Narcissistic City, pubblicato nell'aprile 2016 dall'editore inglese Mack Books e focalizzato sull'analisi degli edifici più rappresentativi e iconici di numerose città. La mostra presso Viasaterna La città narcisista. Milano e altre storie (Milano, 2017) è stata la sua prima personale in Italia.
Alessandro Sambini
Rovigo, 1982, vive e lavora a Milano
Dopo aver conseguito una laurea in Design e arti presso la Libera Università di Bolzano e un MA in Research Architecture presso il Goldsmiths’ College a Londra, si trasferisce a Milano dove inizia a lavorare con la fotografia, il video e altri supporti multimediali e a interrogarsi sulle necessità e sulle modalità che regolano la produzione di nuove immagini, la loro circolazione e diffusione, anche in al suo pubblico. Nel 2017 ha partecipato alla collettiva Fuocoapaesaggio curata da Dolomiti Contemporanee ed è stato selezionato per partecipare a Plat(t)form 2017 al Fotomuseum di Winterthur; nel 2016 il Fondo Privato Acquisizioni per l’arte contemporanea di ArtVerona ha selezionato l’operaPeople at an exhibition per l'acquisizione e il deposito presso MA*GA, Gallarate. La stessa opera è stata presentata in occasione dell’omonima mostra personale curata daDenis Isaia a Luglio 2016 presso Galleria Michela Rizzo. Nello stesso anno partecipa alla mostra collettiva Stories From the Edge, a cura di Francesca Lazzarini, presso la Kunsthaus di Graz (Austria) e alla mostra On New Italian Photography presso Viasaterna (Milano 2016). I progetti dell’artista sono stati inoltre presentati in occasione di: Foto/Industria, 2a Biennale di Fotografia Industriale a cura di François Hébel, presso il MAST (Bologna, 2015); Flags, presso la Serra dei Giardini (Venezia, 2014); Lo Spettatore Emancipato presso la Galleria Giovanni Bonelli (Milano, 2014). Ha collaborato con diverse istituzioni, tra cui MUSEION, FORMA, MUFOCO, MAST, MA*GA e Triennale di Milano; nel 2009 ha vinto il XXIII Premio Gallarate Per Le Arti Visive, Terzo Paesaggio. Fotografia Italiana Oggi. È co-fondatore del collettivo POIUYT, collabora con le gallerie Michela Rizzo e MLZ Art Dep e le sue opere sono nelle collezioni del MAGA, MUFOCO e MAST.