Casa Ghizzardi. Mi richordo

Informazioni Evento

Luogo
TRIENNALE - PALAZZO DELL'ARTE
Viale Emilio Alemagna 6, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a venerdì, ore 19.00
sabato e domenica ore 18.00

Vernissage
15/11/2016

no

Biglietti

(con l’opzione print-at-home si ha diritto a presentarsi in teatro all’orario d’inizio dello spettacolo)

Generi
arte contemporanea, teatro

Casa Ghizzardi. Mi richordo anchora percorre la vita e l’ispirazione di Pietro Ghizzardi, a trent’anni esatti dalla sua morte e quarant’anni dopo l’edizione di Mi richordo anchora.

Comunicato stampa

Giulia Morelli e Silvio Castiglioni
CASA GHIZZARDI: MI RICHORDO ANCHORA
Ispirato all’opera dell’artista Pietro Ghizzardi
Teatro dell’Arte
dal 15 novembre all’11 dicembre 2016
da martedì a venerdì, ore 19.00
sabato e domenica ore 18.00

Progetto di Giulia Morelli e Silvio Castiglioni
Da un’idea di Franco Laera
Con Silvio Castiglioni
Co-regia e collaborazione drammaturgica di Giovanni Guerrieri
Scenografia di Nicolò Cecchella
Impianto scenico e luci di Valeria Palermo, Valentina Tescari
Sound design Matteo Massocco
Light design Stefano Bardelli
Costumi forniti dalla sartoria Tirelli - Roma
Produzione CRT Teatro dell’Arte
in collaborazione con Casa Museo Pietro Ghizzardi, associazione culturale "Pietro Ghizzardi" - Centro Documentale e Archivio Storico e associazione culturale Celesterosa

“C’è un uomo nella Bassa sui settant’anni che si chiama Pietro Ghizzardi ed è un grande uomo. Ma da parecchio prima che cominciasse a dipingere (…) lessi le sue memorie quando erano in boccio e dissi: « Corro subito ad abbracciarlo». Poi non corsi ad abbracciarlo, passò del tempo, si dimentica, questa è la vita, e si onora purtroppo più facilmente un artista che un uomo.”
Così scrive Cesare Zavattini nella prefazione di Mi richordo anchora, romanzo popolare in forma di autobiografia del pittore Pietro Ghizzardi (1906 – 1986), mantovano di nascita approdato poi a Boretto, nelle terre della bassa reggiana. Le sue memorie, pubblicate nel 1976 nella collana degli Struzzi di Einaudi e vincitrici del Premio Viareggio Opera Prima per la Narrativa, sono l’espressione di un mondo contadino che affonda le radici in tradizioni e superstizioni lontane, parole che sgorgano da un’espressività sorgiva – la medesima da cui, sul versante figurativo, si origina la sua pittura. Il linguaggio apre così uno squarcio potente e inaspettato sulla vita delle campagne della zona del Po e ci restituisce la consapevolezza del tramonto di quel mondo che, nonostante tutto, è determinato in qualche modo a resistere attraverso la propria narrazione epicizzata.
Casa Ghizzardi. Mi richordo anchora percorre la vita e l’ispirazione di Pietro Ghizzardi, a trent’anni esatti dalla sua morte e quarant’anni dopo l’edizione di Mi richordo anchora, di cui è prevista la riedizione a novembre 2016 per Quodlibet, indagando l’origine di una vocazione inaspettata quanto cogente e sorprendente negli esiti – un uomo umile e incolto trova nella pittura, realizzata con materiali di fortuna, autoprodotti, estratti con processi quasi alchemici, il senso della propria esistenza, attraverso una serie di sperimentazioni ed approssimazioni che lo avvicinano, non senza tribolazione, alla sfera della bellezza.
Silvio Castiglioni conduce il pubblico in un viaggio teatrale tra le opere originali dell’artista – ritratti di donne, omaggi a personaggi storici, leggende popolari e storie sacre – che dialogano costantemente con la presenza dell’autore, evocata attraverso il supporto della tecnologia e di materiali d’archivio della Casa Museo “Pietro Ghizzardi”.
Ne scaturisce un racconto poetico, la storia di una missione e di una necessità: quella di esprimersi, di affermare la propria esistenza attraverso l’arte e, dopo una vita di esclusione, trovare un veicolo di comunicazione con l’umanità.
Il progetto performativo, a cura di Silvio Castiglioni e Giulia Morelli, con la regia di Giovanni Guerrieri e le scene di Nicolò Cecchella, si origina dalla volontà di gettare nuova luce sulla vicenda esistenziale ed artistica di Ghizzardi, troppo a lungo – ed erroneamente – incluso tra i naif, poi riposizionato tra gli irregolari e infine, negli ultimi anni, considerato artista contemporaneo senza bisogno di aggettivi ulteriori che ne determinassero l’appartenenza.
L’opportunità di tradurre sulla scena questo percorso, permettendone una più ampia diffusione, è stata possibile grazie all’attenzione con cui Franco Laera e il CRT Teatro dell’Arte si sono approcciati a questo soggetto, cogliendone il senso e lo scopo, e rivestendo un ruolo fondamentale nel processo ideativo e nello sviluppo dello stesso.
La drammaturgia è imperniata sulla presenza vivente delle opere in scena: da questo dialogo costruito per sottrazione, in uno spazio che è al contempo domestico ed interiore, irrompe tutta la forza di una storia unica, di una resistenza vitale che continua a produrre senso e a svelarsi allo sguardo dello spettatore in tutta la sua potenza, in grado di imprimersi nella storia.

Casa Ghizzardi. Mi richordo anchora è una produzione di CRT Teatro dell’Arte, ed è accompagnato dalla contestuale esposizione di una decina di opere di Pietro Ghizzardi, fruibili durante le ore di apertura della Triennale.

PIETRO GHIZZARDI (1906 – 1986)
L’artista, ad oggi considerato uno dei massimi esponenti dell’arte irregolare italiana ed europea, nasce in un’umile famiglia contadina nel mantovano. Precocissima si manifesta la sua attitudine e passione per il disegno e la pittura, eseguiti con mezzi di fortuna, ricavati da processi quasi alchemici: i colori di Ghizzardi saranno sempre distillati dalla caligine, dall’erba medica, dalla terra, dal sangue. Dopo una vita di fatiche e povertà, accettata con serenità grazie alla pratica costante e segreta della pittura, nel 1961 partecipa alla mostra d’arte Città di Guastalla e una sua opera viene premiata con medaglia d’oro.
Zavattini è tra i primi a riconoscerne il valore.
Nel 1965 viene realizzato e distribuito in tutta Italia dalla Film Luce il documentario Pietro Ghizzardi. Pittore Contadino con la regia di Michele Gandin e lo splendido commento di Leonardo Sinisgalli. Nel 1968 Ghizzardi, alla mostra nazionale dei NaÏfs ‘Città di Luzzara’, riceve la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica. Nel 1969 Ghizzardi dipinge il ciclo d’affreschi di Casa Soliani-Pini (Villa Falugi) a Boretto, a cui nel 1983 la rivista FMR dedicherà un ampio reportage. Nel 1975 Ghizzardi viene immortalato da Gianni Berengo Gardin, durante i sopralluoghi emiliani per Un paese vent’anni dopo.
Nel 1976 viene pubblicata da Einaudi nella collana degli Struzzi l’autobiografia dell’artista Mi richordo anchora, a cura di Giovanni Negri e Gustavo Marchesi con prefazione di Zavattini. Nel 1977 l’opera vince il Premio Letterario Viareggio. Nel 1978 RaiUno produce il documentario Mi ricordo ancora. Conversazione con Pietro Ghizzardi per il ciclo Le memorie, gli anni, con la regia di Gian Vittorio Baldi. Il 1980 vede la pubblicazione del secondo libro di Ghizzardi: A Lilla quatro pietre in mortalate, edizione Vanni Scheiwiller e la realizzazione del documentario Ballata di un paese di Walter Marti per la televisione svizzera. Nel 1985 Mi richordo anchora viene adattato per il teatro dalla Compagnia del Collettivo del Teatro Due di Parma. Il libro è anche inciso su disco dall'Ariston.
Pietro Ghizzardi muore il 7 dicembre 1986 e viene trasportato al cimitero su un carro agricolo trainato da un cavallo, secondo le sue volontà. Quell’anno, curati da Giovanni Negri, escono, per i Tipi Pivetti di Mirandola, due inediti letterari dell’artista dal titolo: giugliètta e romeo e il bambino di viareggio rapito in concomitanza con una grande antologica di inediti proposta prima a Mirandola e poi a Mantova, presso la Casa del Mantegna
Hanno scritto di lui e per lui: Renato Barilli, Marzio Dall’Acqua, Raffaele De Grada, Mario De Micheli, Vittorio Erlindo, Anatole Jakowsky, Renzo Margonari, Lando Orlich, Vittorio Sgarbi, Franco Solmi, Giancarlo Vigorelli, Cesare Zavattini. Le sue opere sono presenti in alcune importanti sedi museali internazionali: Musée d'Art Naïves de l'llê de France di Vicq, Musée Vieux Chateâu di Laval, Musée International d'Art Naïf Anatole Jakowsky di Nizza in Francia, Sammlung Charlotte Zander in Germania, Setagaya Art Museum di Tokyo in Giappone, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, MoCA di Montecatini.
Le opere dell’artista hanno partecipato a numerose rassegne italiane ed internazionali tra cui: Surrealismo Padano. Da De Chirico a Foppiani 1915-1986, Piacenza (2002), Tête-à-tête, Nizza (2003), Pietro Ghizzardi - Rétrospective, Nizza (2004), Il Male. Esercizi di pittura crudele, Torino (2005), Arte, genio e follia, Siena (2009), Banditi dell’arte, Parigi (2012), Borderline. Artisti tra normalità e follia. Da Bosch a Dalì, dall’Art Brut a Basquiat, Ravenna (2013), Homage to Henri Rousseau. The World of Naive painters and Outsiders, Tokyo (2013), Fuori Quadro, Bergamo (2013).
A Boretto (RE) la Casa Museo “Pietro Ghizzardi” ospita la maggiore collezione delle sue opere e l’Archivio Storico dell’artista.

SILVIO CASTIGLIONI
Attore e ricercatore teatrale, laureato in filosofia all’Università Cattolica di Milano con Sisto Dalla Palma, Silvio Castiglioni è tra i fondatori del CRT-Centro di Ricerca per il Teatro di Milano nel cui ambito matura le prime esperienze formative: Bread and Puppet di Peter Schumann e Odin Teatret di Eugenio Barba, con cui inizia il suo apprendistato teatrale.
In seguito fonda il Teatro di Ventura, gruppo di punta del cosiddetto terzo teatro con cui realizza numerosi spettacoli con regia di Ferruccio Merisi: Baraballo, (Biennale di Venezia, Festival di Belgrado e Nancy); Il detto del Gatto Lupesco (memorabile la recensione di Cesare Garboli del ’77); Il medico per forza di Molière (Festival di Santarcangelo, ’78); La tragedia dell’arte (con un’originale interpretazione di Arlecchino).
Lavora con Raùl Ruiz, Mauricio Paroni de Castro, Renato Gabrielli, François Khan, Katzuko Azuma. Dal 2003 al 2010 collabora con la compagnia di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi interpretando: In fondo a destra di Raffaello Baldini; Antigone di Sofocle di B. Brecht; Gli uccelli di Aristofane (premio UBU miglior spettacolo); I giganti della montagna di Pirandello, Passaggio in India da E. M. Forster. Dal 1998 al 2005 è stato direttore artistico del Festival di Santarcangelo, il più importante festival per il nuovo teatro e la ricerca teatrale italiana, dopo esserne stato condirettore con Leo de Berardinis dal ‘94 al ’97. Da febbraio 2011 a maggio 2012 è stato direttore artistico del CRT – Centro di ricerca per il teatro di Milano.
Ha condotto molti laboratori.
A fine 2010, con Emanuela Villagrossi, interpreta Il vampiro o le confessioni mancate di Andrea Nanni; e, nel 2011, la Storia della Colonna infame (produzione CRT) entrambi con la regia di Giovanni Guerrieri. Nel 2012 interpreta L’uomo è un animale feroce, un adattamento di Silvio Castiglioni dei ‘Monologhi’ di Nino Pedretti, (anche su Radio 3). Nel giugno 2013 è al fianco di Silvia Pasello in Un po’ d’eternità, per Osip e Nadežda Mandel’štam di Andrea Nanni, regia di Giovanni Guerrieri (Lucca, Festival I teatri del Sacro). Nel 2015 ha realizzato Nel labirinto, l’Italiano di Raffaello Baldini, da Autotem a In fondo a destra, a dieci anni dalla scomparsa del grande poeta (anche su Radio 3).

GIULIA MORELLI
Nata a Parma nel 1986, si laurea in Filologia Moderna all'Università Cattolica di Milano con tesi sul teatro britannico contemporaneo. È critica teatrale, studiosa di teatro, drammaturga. Lavora nella redazione del Teatro di Rai5 a Roma e collabora come critico e curatore editoriale con alcune fra le principali riviste teatrali nazionali. Ha collaborato con diversi teatri e festival nazionali ed esteri.

GIOVANNI GUERRIERI
Attore, regista, drammaturgo toscano. Fonda nel 1995, con Giulia Gallo e Enzo Illiano, la compagnia I Sacchi di Sabbia, che negli anni si distingue per la ricerca improntata alla reinvenzione di un linguaggio popolare, fino a ricevere nel 2008 il Premio Speciale UBU per la Ricerca, nel 2011 il Premio Nazionale della Critica e nel 2016 il Premio Lo Straniero. Numerose anche le collaborazioni con artisti provenienti dalle esperienze più disparate: Anna Meacci, Paolo Rossi, Gipi. Dal 2006 collabora come regista con Silvio Castiglioni e Andrea Nanni.

NICOLÒ CECCHELLA
Nato nel 1985 in provincia di Reggio Emilia, è artista e fotografo. I suoi lavori sono stati esposti in Italia, Francia e Russia. La sua pratica artistica si esplica anche tramite la parola scritta (critica estetica e poesia), le arti visive ed il teatro. È uno dei membri fondatori del Teatro Sociale di Gualtieri.

TIRELLI COSTUMI
A Formello, nei pressi di Roma, sorge un edificio di cinquemila metri quadrati dove sono appesi, suddivisi per generi e per epoche, più di cinquemila abiti d’epoca autentici e oltre centosettantamila costumi, i primi raccolti dalla passione di collezionista di Umberto Tirelli e incrementati in seguito dalla perseveranza di Dino Trappetti, e i secondi prodotti dalla sartoria che lo stesso Tirelli fondò. Insieme alla collezione di schizzi, bozzetti, disegni preparatori, custodita dalla ditta, questo repertorio di cinque decenni di arte scenica al servizio di teatro, cinema, opera lirica, ha pochi uguali al mondo. Fedele ai principi che hanno ispirato il suo fondatore, la Ditta è cresciuta e non ha mai cessato di alimentare la fantasia di sommi creatori di costumi tra cui Lila de Nobili, Piero Tosi, Pier Luigi Pizzi, Gabriella Pescucci, Milena Canonero, Maurizio Millenotti, Ann Roth, fino ai loro emuli di oggi come Carlo Poggioli, Alessandro Lai e Massimo Cantini Parrini…