Casa Accademia

Informazioni Evento

Luogo
CONSERVERIA PASTIS
Piazza Emanuele Filiberto 9b, Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
23/03/2023
Generi
arte contemporanea
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Nasce Casa Accademia, un’importante collaborazione tra l’Accademia Albertina, l’Associazione Azimut e il Pastis di P.zza E. Filiberto, che diventa la vetrina della migliore produzione artistica dell’Accademia.

Comunicato stampa

Casa Accademia _ NON SOLO MOSTRA, NON SOLO ARTE.

Nel 2022 nasce Casa Accademia, un’importante collaborazione tra l’Accademia Albertina, l’Associazione Azimut e il Pastis di P.zza E. Filiberto, che diventa la vetrina della migliore produzione artistica dell’Accademia. Il Progetto prevede un ciclo di mostre a cadenza settimanale, dedicate alla produzione artistica delle studentesse e degli studenti, con la curatela del corpo docenti.

“Ho bisogno dei bar perché i bar sono stati il vero luogo di nascita della modernità artistica. Tutto quello che viviamo oggi nell’arte è nato nei bar. Non sarebbe esistita nessuna avanguardia senza i bar in cui gli artisti e i critici si incontravano e architettavano rivoluzioni estetiche, esistenziali e politiche.”
Così Antonio Grulli, critico d’arte e curatore, accompagna una mostra avvenuta in Conserveria Pastis e proprio da qui riparte Casa Accademia.

Non solo mostra non solo arte, ma un luogo da vivere dove sperimentare e discutere.

Nella stagione 2022/2023, con il coordinamento della direzione dell’Accademia Albertina e in particolare di Edoardo Di Mauro, Casa Accademia diventa spazio espositivo ma anche un luogo di incontro e di scambio, permettendo alle classi e al corpo docenti di sperimentare, contaminare e creare nuovi progetti, di confrontarsi e misurarsi con il sistema arte.

MARZO
GIO 23 A CURA DI DOMENICO BORRELLI
GIO 30 A CURA DI DANIELE GALLIANO

APRILE
GIO 06 A CURA DI ENNIO BERTRAND
GIO 20 A CURA DI CRISTINA GIUDICE

MAGGIO
GIO 04 A CURA DI PAOLO GRASSINO
MER 10 A CURA DI FRANKO B E DANIELA NOVELLO
GIO 18 A CURA DI ORNELLA ROVERA
GIO 25 A CURA DI LUCA BEATRICE

GIUGNO
GIO 08 A CURA DI MARIA CLAUDIA FARINA

Giovedì 23 marzo
CONSERVERIA PASTIS P.ZZA E. FILIBERTO 11
ORE 18.30 VERNISSAGE + DJSET

IN MOSTRA SILVIA LOI
A CURA DI DOMENICO BORRELLI
Figli della Lupa I e II

In un passo de Il fu Mattia Pascal, il protagonista, Adriano Meis, è immerso in una conversazione con Anselmo Paleari che riguarda Roma. Durante il confronto, Meis domanda se la Capitale sia morta e la risposta affermativa si riferisce al suo non poter mai diventare moderna in quanto ancorata a un passato che non tornerà più. La malinconia di queste parole la si rintraccia anche nell’Italia contemporanea, fermamente legata all’identità storico-artistica dei secoli scorsi. Una visione non più attuale di un paese in decadenza.
La nostalgia di questa prospettiva obsoleta emerge in Figli della Lupa I e II, il solo show di Silvia Loi presentato negli spazi dello storico bar Pastis a Torino. La mostra nasce da una riflessione dell’artista sull’emblema romano per eccellenza, la Lupa Capitolina, anche simbolo del ventennio fascista che raccoglieva i più giovani nell’omonimo gruppo. La critica di Silvia, anche alla luce dei recenti episodi di inneggiamento al fascismo da parte di alcuni giovani studenti, si rivolge a questo futile tentativo di tornare alla bellezza di un passato ormai presente solo in apparenza nelle opere d’arte e nei monumenti classici.

Roma riemerge nei lavori di Silvia. Figli della Lupa I è un’installazione composta da un centinaio di candele dalle sembianze della Lupa capitolina. Ma l’opera è destinata a scomparire sotto il segno del fuoco, che logora lentamente la cera, spargendosi nello spazio circostante. Lo stesso animale è protagonista del video Figli della Lupa II, in cui l’effimero processo di decadimento è ribaltato: la cera, da sciolta, torna lentamente alla sua forma originaria. L’operazione è accompagnata da quello che in apparenza sembrerebbe un canto processionale o un lamento funebre, risultato di alcuni cori da stadio dei tifosi romani campionati e rallentati dall’artista, che creano un parallelismo con le urla dei Gladiatori dell’Antica Roma.
Le opere, dai toni gravi e ostinati, raccontano un’Italia ferma nel tempo, sospesa, e lasciano aperto il dubbio sul se esista o meno una possibilità di riscatto da questo declino o se il Paese sia destinato a vivere sognando nostalgicamente l’Antica Roma e i tempi d’oro dell’arte.