Carla Sanguineti – Donne di terra d’acqua e di vento

Informazioni Evento

Luogo
GALATA MUSEO DEL MARE
Calata De Mari 1, Genova, Italia
Date
Dal al
Vernissage
20/11/2015

ore 17

Artisti
Carla Sanguineti
Generi
arte contemporanea, personale
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Una trentina di opere tra specchi, fotografie, piccole sculture e stampe di Carla Sanguineti che torna nella sua città natale con le ultime realizzazioni della sua ricerca artistica.

Comunicato stampa

Dal 20 novembre al 13 dicembre 2015 al Galata Museo del Mare di Genova, presso la Galleria delle Esposizioni, si potrà visitare la mostra “Donne di terra d’acqua e di vento”, una trentina di opere tra specchi, fotografie, piccole sculture e stampe di Carla Sanguineti che torna nella sua città natale con le ultime realizzazioni della sua ricerca artistica. Un video completa l’esposizione mostrando altre importanti opere della stessa autrice, alcune già esposte a Genova nel 2006, alla Fondazione Garrone e al Festival della Scienza nel 2007, e nel 1992 in Santa Maria di Castello. La mostra è a cura della Galleria Pinta, Borgo Incrociati, Genova.
All’inaugurazione, ad ingresso libero, saranno presenti oltre a Carla Sanguineti e Maria Paola Profumo Presidente del Mu.MA, Giovanna Rotondi Terminiello, i giovani curatori Chiara Cardini e Ivan Fassio, e Claudio Ruggieri, direttore della galleria Pinta. “Donne di terra d’acqua e di vento” è visibile dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.30; sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.30.
In mostra i suoi specchi, innanzitutto, in cui chi guarda scopre realtà che passano sempre attraverso la sua stessa immagine riflessa, in una osmosi di percezione, esperienza, soggettività e extrasensorialità. Le opere toccano forme e materiali diversi: specchi veri, antichi e moderni, graffiati e lacerati per lasciare trasparire immagini di persone o oggetti., specchi di acciaio che giocano con la luce e deformano il reale, fotografie, installazioni. Ma la ricerca artistica ha investito anche altre tematiche sempre nell’ambito dell’introspezione e della ricerca identitaria: la sacralità della materia e della vita. Qui, nel regno della divinità del mare, la mostra si apre con la visione di una dea dai molti seni che, rivelata dalla poesia, dona vita e gioia agli umani : l’opera, firmata da Henry Fussly e da lei, è stata presentata la prima volta nel 2007 al Festival della Scienza di Genova . E’ la dea madre, che la Sanguineti ha cercato negli archetipi, nella religione, nei culti, rivivendo il processo di formazione di un immaginario in cui gli elementi della natura si umanizzano in donna-madre e poi in divinità-madre.
Vengono quindi riproposte al Galata Museo del Mare opere sulla Dea di terra nera di Oropa, un ciclo del 2000 a cura di Angela Vettese, esposto anche a Villa Croce a Genova nel 2002 e alla Galleria San Fedele di Milano; sulla Dea del mare che accorre e soccorre nelle Cinque Terre in Liguria; sulla Vergine che il vento solleva dalle acque verso il cielo, come nelle sculture di Filippo Parodi e di Pierre Puget citate nello specchio Donne d’acqua e di vento del 2008 da cui il titolo alla mostra. Una serie di opere recenti, Aleph, cerca il corpo della madre in frammenti di visioni che affiorano dall’inconscio e traspaiono negli specchi, squarci su pienezza di gioia o lacerazioni che sono all’origine dell’arte e della letteratura.
Gli ultimi lavori sono ritratti di donne associate con il sole, la luna, l’acqua e il vento, immagini tratte dall’archivio della memoria e proposte quasi giocosamente, come le ultime piccole sculture, o l’autoritratto di se stessa percorsa dai fiumi (della storia- il Danubio- e dell’infanzia - il Ventarola dell’Appennino ligure) o la favola dedicata a Borgo Incrociati. Sono infine consultabili cataloghi e alcune sue opere di scrittura nate contestualmente e quasi trasposizione in parole dell’attività figurativa.
Scriveva Germano Beringheli “La riflessione lunga di Carla Sanguineti sugli specchi ci rimanda a Cassirer, alla filosofia delle forme simboliche e al pensiero mitico”: era il 1992, anno della sua prima personale a Genova, a Santa Maria di Castello e Giovanna Rotondi Terminiello, che ne aveva scoperto l’attività e organizzato la mostra, presentava i suoi specchi come “mezzi per scoprire una volontà occulta che trascende le apparenze”.