Caragh Thuring
In occasione del primo anniversario della Thomas Dane Gallery di Napoli e come quarta mostra in programma, abbiamo il piacere di annunciare la personale di Caragh Thuring (1972, Bruxelles).
Comunicato stampa
In occasione del primo anniversario della Thomas Dane Gallery di Napoli e come quarta mostra in programma, abbiamo il piacere di annunciare la personale di Caragh Thuring (1972, Bruxelles).
Tramite l’utilizzo di tessuti diversi come canvas, tela da vela, tartan napoletano e immagini che richiamano i suoi precedenti lavori, Thuring riproduce frammenti di sottomarini, figure umane, monete, piante, tessuti e vulcani creando composizioni che esplorano lo spazio e il linguaggio della pittura. Ad accompagnare la mostra il libro d’artista con le raffigurazioni di vulcani, create negli ultimi quindici anni dall’artista.
In queste nuove opere Thuring ricorre spesso al motivo del tartan, sia come tessuto intrecciato che come motivo del dipinto. La geometria del tartan rappresenta un piano bidimensionale e una griglia su cui gli elementi che compongono l’opera sono disposti e interconnessi. Thuring sviluppa la sua ricerca utilizzando come tela un tartan di realizzazione napoletana prodotto dalla rinomata sartoria ISAIA, fondata nel 1920. La lunga tradizione sartoriale italiana e napoletana è qui direttamente collegata a quella scozzese. Infatti Caragh è cresciuta vicino a Glasgow, un’altra città portuale molto simile per l’energia che sprigiona, a Napoli.
Il peculiare disegno del tartan funge da velo o tenda sull’opera e attraverso di esso vediamo gli elementi del dipinto. La resa imprecisa di tale disegno è in netto contrasto con la netta e piana superficie della tela aggiungendo un forte elemento spaziale al lavoro: dietro, sopra e davanti ad esso traspaiono frammenti di immagini. Questa sequenza di componenti sembra quasi proseguire oltre i bordi del dipinto, con la tela che si espande all’infinito mentre gli elementi sulla superficie fuoriescono per convergere verso l’osservatore.
Assieme allo sviluppo del motivo del tartan Thuring utilizza anche un metodo da lei creato per realizzare le sue tele, collaborando con tessitori di seta inglese al fine di produrre tessuti da immagini di suoi lavori precedenti. Questo processo permette all’artista di approfondire l’interesse nella serialità del lavoro e nell’interscambio tra processi digitali e analitici presenti nelle sue opere. Realizzando personalmente le sue tele inoltre, Thuring inizia il suo lavoro non partendo da una base neutra bensì da una tela già lavorata, facendosi responsabile degli aspetti riguardanti la fisicità della pittura, non relazionandosi con una superficie sterile.
La pubblicazione che accompagna la mostra riproduce quarantaquattro opere dell’artista, realizzate negli ultimi quindici anni e raffiguranti dipinti di vulcani seguiti da un testo scritto da Gillian Darley, autore di Vesuvius (pubblicato da Profile Books nel 2011) e da una conversazione di Thuring con Glenn Brown (1966, Hexham).
Thuring sin dall’inizio della sua carriera, coltiva una passione per i vulcani, il loro mistero, la forza che rappresentano e le loro raffigurazioni nelle pitture romantiche. Questa passione risale al primo dipinto che l’artista realizzò nel suo studio dopo anni di lavoro in una galleria: un taglio trasversale di un vulcano in eruzione.
Il libro è disponibile per la vendita in galleria, durante la mostra.
Caragh Thuring è nata a Bruxelles ma cresce nel Regno Unito, vivendo e lavorando a Londra dopo aver conseguito la laurea presso la Nottingham Trent University nel 1995. Le sue personali più recenti includono: Anthony Meier, San Francisco, 2018; Thomas Dane Gallery, London 2016/17 e Chisenhale Gallery, London, 2014/15.
Altre mostre a cui ha preso parte sono: Criminal Ornamentation, Hayward Gallery Touring mostra curata da Yinka Shonibare; Virginia Woolf, mostra ispirata ai suoi scritti, Tate St. Ives, St. Ives, Cornwall; Pallant House, Chichester, England; Fitzwilliam Museum, Cambridge; Voyage, Galeria Bergamin & Gomide, Sao Paulo, Brazil and Call and Response alla Gavin Brown’s Enterprise, New York.
Uno speciale ringraziamento a ISAIA per il tartan napoletano utilizzato dall’artista in una delle sue opere.