Capogrossi. Il segno nei musei e nelle istituzioni italiane

Informazioni Evento

25 musei e istituzioni ricordano Capogrossi nell’anniversario della sua scomparsa.

Comunicato stampa

Il 9 ottobre ricorrono i cinquant’anni dalla scomparsa di Giuseppe Capogrossi (Roma, 7 marzo 1900 – 9 ottobre 1972), considerato ad oggi uno dei maggiori artisti del Novecento italiano.
In occasione di questa importante ricorrenza, la Fondazione Archivio Capogrossi ha voluto organizzare una serie di iniziative, confluite in una grande mostra diffusa, che restituissero al pubblico la complessità e la coerenza dell’opera di Capogrossi che, dopo una straordinaria fase figurativa e tonale, negli anni quaranta evolve il suo linguaggio fino ad approdare al 'segno', "poesia nel senso tecnico e strutturale del termine" come scriverà Giulio Carlo Argan (1967).
Le celebrazioni del cinquantenario sono partite il 21 settembre con una mostra in corso fino al 6 novembre alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Dal mese di ottobre prende il via la mostra diffusa, una serie di eventi, incontri, conferenze, laboratori, che vedono il coinvolgimento di circa 25 musei e istituzioni italiane, con il coordinamento di Patrizia Rosazza Ferraris.
PROGRAMMA INIZIATIVE DEDICATE A CAPOGROSSI NEI MUSEI E NELLE ISTITUZIONI ITALIANE
Anticoli Corrado, Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea
Ascoli Piceno, Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini
Bari, Archivio Pinacoteca Metropolitana di Bari - Corrado Giaquinto
Bobbio, Museo MCM - Collezione Mazzolini
Calasetta, MACC - Museo Arte Contemporanea Calasetta
Cento, Galleria d’arte moderna “Aroldo Bonzagni”
Città del Vaticano, Musei Vaticani - Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea
Cortina d'Ampezzo, Museo d'arte moderna Mario Rimoldi
Fabriano, Pinacoteca Civica Bruno Molajoli
Firenze, Le Gallerie degli Uffizi, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna
Forlì, Museo Civico di Palazzo Romagnoli, Collezione Verzocchi
Genova Nervi, Galleria d'Arte Moderna
Gibellina, MACG
L’Aquila, MuNDA - Museo Nazionale d'Abruzzo
Macerata, Museo Palazzo Ricci - Arte italiana nel Novecento
Milano, Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Milano, Museo del Novecento
Milano, Pinacoteca di Brera
Napoli, Castel Sant'Elmo e Museo del Novecento a Napoli
Pieve di Cento, Museo MAGI’900
Ravenna, TAMO
Reggio Emilia, Collezione Maramotti
Rende, MAON
Roma, Biblioteca Nazionale Centrale
Roma, Galleria d’arte moderna di Roma Capitale
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Roma, MACRO
Roma, MAXXI - architettura
Roma, Museo di Roma - Palazzo Braschi
Roma, Musei di Villa Torlonia, Museo della Scuola romana
Roma, Palazzo Merulana
Roma, Palazzo del Quirinale - Presidenza della Repubblica
Rovereto, MART
Savona, Pinacoteca Civica - Museo d’Arte Palazzo Gavotti - Fondazione Museo d’Arte Contemporanea Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo
Spoleto, Palazzo Collicola - Galleria d’Arte Moderna Giovanni Carandente
Torino, GAM - Galleria civica d'Arte Moderna e contemporanea - Fondazione Guido ed Ettore De' Fornaris
Trieste, Museo Revoltella
Udine, Casa Cavazzini - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea
Venezia, Collezione Peggy Guggenheim
Verona, Casa Museo Palazzo Maffei
Viareggio, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani

CIVICO MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
ANTICOLI CORRADO | RM
• Natura morta, 1930 circa, olio su tavola, 49x53,5cm
• Nudo femminile con la mano sul fianco, 1941, inchiostro e acquarello su carta,33x24,4 cm
Focus: Giuseppe Capogrossi ad Anticoli Corrado
Dal 9 ottobre al 18 dicembre 2022
Il museo di Anticoli Corrado omaggerà la figura di Giuseppe Capogrossi, nel cinquantennale della sua scomparsa, dedicandogli uno speciale focus. Verranno esposti, accanto alle due opere in collezione, i documenti e le fotografie che raccontano il suo speciale rapporto con il borgo della Valle dell’Aniene, noto all’epoca come “il paese delle modelle”. Giuseppe Capogrossi cominciò a frequentare Anticoli Corrado a partire dal 1923, grazie ai corsi della scuola d’arte di Felice Carena, che seguiva insieme, tra gli altri, a Emanuele Cavalli e Fausto Pirandello. L’artista romano tornò più volte anche negli anni a seguire per lunghi soggiorni, soprattutto d’estate, affittando uno studio per lavorare immerso nella natura. Sono numerosi i dipinti eseguiti da Capogrossi ad Anticoli Corrado, dove poté condividere la sua ricerca “tonalista” con l’amico Cavalli, il quale vi abitò stabilmente dal 1935 al 1946. Fu quest’ultimo a documentare il loro rapporto di collaborazione e amicizia attraverso una serie di fotografie, alcune delle quali verranno concesse in prestito dall’Associazione Emanuele Cavalli per questa speciale occasione.

GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA OSVALDO LICINI
ASCOLI PICENO
• Superficie 616, 1968, tempera su carta, 22x14cm
L’opera, Superficie 616, del 1968, è stata rubata nel 1999.
Nel catalogo viene pubblicata l’immagine affinché chi ne avesse notizie possa segnalarla ai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico
ARCHIVIO PINACOTECA METROPOLITANA DI BARI - CORRADO GIAQUINTO
BARI
• Superficie 233, 1957, olio su compensato, 130x100 cm
Il dipinto Superficie 223 fu acquistato dall’Amministrazione Provinciale di Bari con Deliberazione di Giunta del 16 maggio 1957 (vistata per ricevuta dalla Prefettura di Bari il 14/06/1957 al nr. 30064), al prezzo di lire 500.000 come secondo premio in occasione della VII Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea Maggio di Bari, svoltasi nel Castello Svevo di Bari dal 19 maggio al 9 giugno 1957. Come di consueto dopo un’acquisizione, l’opera fu fotografata (le relative immagini sono tuttora conservate nell’Archivio fotografico della Pinacoteca) e registrata al nr. 610 nell’inventario storico delle opere d’arte della Pinacoteca Provinciale. A seguito di vicende non ancora chiarite, il dipinto finì alla «Finarte Casa d’Aste Spa» di Milano che ne curò la vendita nel 1991 in favore di un collezionista campano residente in Svizzera, il quale a sua volta lo rivendeva nel 2015 per 160.000 euro ad un altro collezionista. Nel settembre del 2015 l’opera è stata rinvenuta dai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale di Bari sul sito web della Galleria d’Arte Mazzoleni di Torino, i quali dopo aver recuperato il dipinto l’hanno sottoposta a sequestro giudiziario. Dal febbraio del 2019 l’opera è stata consegnata in temporanea custodia alla Pinacoteca di Bari, nell’attesa della conclusione del procedimento giudiziario, finalizzato al definitivo accertamento della proprietà del dipinto. Considerato che il dipinto è sottoposto a sequestro giudiziario, è necessaria una esplicita autorizzazione da parte della magistratura per l’esposizione al pubblico dello stesso. Il dipinto sarà oggetto di uno specifico allestimento espositivo nel mese di ottobre salvo diverse disposizioni del Tribunale di Bari.

MUSEO MCM COLLEZIONE MAZZOLINI
BOBBIO | PC
• Paesaggio (Paesaggio invernale) 1938, olio su tavola, 75x56 cm
• Superficie 124, 1954-55, olio su tela, 81x100 cm
• Superficie, 1953, tempera su carta, 69x50 cm
Al museo appartengono tre lavori di Giuseppe Capogrossi. Fanno parte della collezione di opere raccolte a Milano intorno a metà Novecento dai fratelli medici Giovanni Battista e Fede Simonetti, lasciate alla loro infermiera, Domenica Rosa Mazzolini, e da lei donate nel 2005 alla Diocesi di Piacenza-Bobbio. Il giorno dell’anniversario, 9 ottobre 2022, si proporrà una visita guidata con approfondimento specifico sulle tre opere di Capogrossi a cura di Luca Maffi.

GALLERIA D’ARTE MODERNA AROLDO BONZAGNI
CENTO | FE
• Superficie CP/936, 1962, gouache su cartone, 33x48cm
Liberi di volare: scrittura Musicale e scrittura Pittorica a cura di Valeria Tassinari
Domenica 9 ottobre 2022 – ore 21.00 - Cinema Teatro Don Zucchini
Lo stretto rapporto tra suono e segno, tra musica e pittura, ha rappresentato nell’immediato dopoguerra, non solo a livello internazionale ma anche in Italia, un fenomeno di significativo rilievo, come già evidenziano diversi studi sull’arte degli anni ‘50-’60 del Novecento. In nome di una nuova libertà espressiva e del recupero della spinta sperimentale delle prime avanguardie, il secondo dopoguerra è infatti scenario di un rinnovato interesse per le grafie e le modalità di trascrizione e composizione, che sulla pagina della notazione musicale come sulla tela diventano strumento di nuove esperienze.
Questa ispirazione alla libertà accomuna ricerca musicale e ricerca visiva, ambiti che si muovono spesso su percorsi condivisi, e che avanzano per affinità anche in progettualità indipendenti. Per rendere omaggio all’opera Superficie XXX di Giuseppe Capogrossi, che in questo periodo non è abitualmente visibile al pubblico a causa di lavori di ristrutturazione della Galleria d’Arte Moderna Aroldo Bonzagni, sarà proposta l’esecuzione da parte della pianista Roberta Rimondi di un brano della compositrice finlandese Kaija Saariaho, esponente di un tipo di ricerca musicale che vuole superare la tonalità, per concentrarsi soprattutto sul timbro, tanto che per il brano che verrà eseguito, Prélude, si può parlare proprio di forma timbrica. Il concerto avrà come fonte di ispirazione la piccola gouache, che per l’occasione sarà esposta e utilizzata anche per una reinterpretazione scenografica in proiezione, a ricordo di analoghe esperienze in uso sulla scena artistica degli anni Sessanta.

MUSEI VATICANI - COLLEZIONE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
CITTÀ DEL VATICANO
• Superficie 287 (Mistero), 1958, olio su tela, 195x130 cm
Il dipinto è stabilmente esposto nel percorso della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, nella sala dedicata all’arte italiana del dopoguerra, assieme a opere di Perilli, Consagra, Lazzari, Mirko Basaldella. L’opera, dono della famiglia Capogrossi, entra nei Musei Vaticani in occasione dell’apertura al pubblico dell’allora Collezione d’Arte Religiosa Moderna, voluta e inaugurata da san Paolo VI nel giugno del 1973. La data di acquisizione, il 21 novembre 1973, è la data ufficiale che indica il trasferimento formale di tutte le opere raccolte da papa Paolo VI all’interno dei Musei Vaticani per la costituzione della sezione dedicata al Novecento. Il titolo Mistero, con il quale l’opera è schedata al suo ingresso e che si ritrova nei cataloghi storici della Collezione, è stato utilizzato in alcune esposizioni, da solo o in affiancamento al titolo originale, inscritto sul retro della tela, Superficie 287. In occasione dei cinquant’anni dalla morte di Giuseppe Capogrossi, i Musei Vaticani predisporranno un focus sull’opera con un apparato dedicato, collocato in prossimità del dipinto su un supporto mobile. Il testo, in italiano e inglese, racconterà al pubblico internazionale la storia del dipinto e del dono. In corrispondenza con l’avvio delle celebrazioni, se ne darà notizia con un contributo video a cura di Micol Forti, Curatore Responsabile della Collezione, sul profilo Instagram dei Musei Vaticani.

MUSEO D’ARTE MODERNA MARIO RIMOLDI
CORTINA D’AMPEZZO | BL
• Superficie 648, 1952, olio su tela, 64,5x50 cm
• Nudo femminile sul divanetto rosso, 1944 c, olio su tavola, 45x56 cm

Conferenza di Claudio Spadoni, Giuseppe Capogrossi: il percorso multiforme di un protagonista
26 luglio 2022, ore 18
Claudio Spadoni, allievo di Francesco Arcangeli all’Ateneo bolognese, dal 1976 docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e quindi al TECORE (Tecnologie Conservazione e Restauro) dell’Università degli Studi di Bologna. Direttore per quattro edizioni, dal 2012 al 2015, per il settore del ‘moderno’ di Arte Fiera di Bologna. Dal 1918 membro del Consiglio Direttivo dell’IBACN (Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna). Recentemente, è stato nominato membro del comitato scientifico della Pinacoteca Nazionale di Bologna e docente al Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna.

PINACOTECA CIVICA BRUNO MOLAJOLI
FABRIANO | AN
• Superficie 672, 1951, tempera su carta intelata, 67x54 cm

Laboratorio didattico, Di segno in segno - domenica 9 ottobre alle ore 15.30

Sono stati coinvolti il Museo d’Arte Moderna “Mario Rimoldi” di Cortina d’Ampezzo e la Scuola di Conservazione e restauro dell'Università di Urbino con cui presentiamo le opere della collezione fabrianese “Superficie 672” (1951) e “Superficie CP/813 (1956) per approfondire le tematiche affrontate dall’artista, attraverso l’analisi e l’evoluzione della sua tecnica.
In particolare sarà dato risalto all'aspetto materico: grazie all'utilizzo di un microscopio professionale, il pubblico potrà percepire il percorso e le soluzioni adottate dal maestro nell’affrontare la materia, per dare risposta alle tematiche riguardanti la sua ricerca artistica.
La Pinacoteca, da sempre sensibile alle attività didattiche per scuole e famiglie in questi anni ha dedicato un laboratorio alla figura di Capogrossi intitolato “di segno in segno”, dove partendo dalle due opere esposte nella nostra collezione “La casa di Ester” si propone ai bambini di trovare il loro personale simbolo/ segno e di disegnarlo. Da questa base si sono costruiti degli stampini di varia misura e si chiede ad ognuno di pensare e creare nello spazio bianco del foglio una libera composizione fatta con le varie matrici.

LE GALLERIE DEGLI UFFIZI, PALAZZO PITTI, GALLERIA D’ARTE MODERNA
FIRENZE
• Natura morta (Dialoghi), 1936-37, olio su tavola, 63x44 cm
• Lito 76, 1969-70, serigrafia, 128x225 cm
Allestimento temporaneo, ottobre 2022
Le collezioni della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti posseggono due opere di Giuseppe Capogrossi (1900-1972). Per l’intero mese di ottobre le due opere di Capogrossi verranno presentate al pubblico con uno specifico allestimento temporaneo che intende evidenziare le due diverse maniere dell’artista, la figurativa e la segnica, che rappresentano esemplarmente i due differenti momenti della pittura dell’artista. La più antica e la prima ad essere entrata in Galleria è la Natura morta del 1937 circa. Esposta alla III Quadriennale Romana nel 1939 nella sala personale dedicata all’artista, questa Natura morta veniva descritta dal critico d’arte Virgilio Guzzi sulle pagine della Nuova Antologia come “la più bella e sicura, di una sublimazione formale che sostiene assai bene il confronto con le belle pitture di Morandi “, in un confronto puntuale con le nature morte dell’artista bolognese che aveva anch’egli in quell’anno una sala personale alla Quadriennale Romana. Sul retro si intravede una figura maschile, forse un giocatore di rugby che serra tra le mani una palla ovale, secondo una prassi frequente nella produzione dell’artista in quegli anni, che spesso riutilizzava il verso dei dipinti di cui non era soddisfatto. L’opera piacque e venne acquistata dall’ingegner Leone Ambron collezionista e mecenate che a più riprese a partire dal 1947 donò poi importanti nuclei della sua collezione alla Galleria, quest’opera in particolare vi giunse col legato del 1956. A questa data Capogrossi da almeno un lustro aveva abbandonato questa sua prima maniera figurativa, maturatasi nell’ambito della cosiddetta Scuola Romana, in compagni di Mafai, Cavalli, Cagli, Melli ed altri, per passare dopo un triennio di sperimentazioni neocubiste al suo rivoluzionario e personalissimo linguaggio segnico, attorno al 1950. Segni ripetuti ed iconici costruiti su ritmi ed equilibri in continuo movimento che l’artista elaborò in un progressivo divenire fino agli ultimi anni della sua vita. Una coraggiosa svolta nell’esistenza dell’artista ormai cinquantenne e già affermato, con un seguito di collezionisti e critici, tutti inizialmente traumatizzati dalla sua radicale trasformazione. A questo secondo e più celebre periodo della sua attività appartiene la grande serigrafia (128x225 cm), la seconda dei due opere dell’artista presenti in Galleria (49/120). Realizzata tra il 1969 e il 1970 in una tiratura di 120 copie per le Edizioni del Naviglio di Milano, la celebre Galleria di Carlo Cardazzo che fu tra i principali sostenitori dell’artista, la serigrafia deriva dalla Superficie CP / 592, un piccolo (25x35 cm) foglio a tempera e collage, pubblicato nel catalogo Electa 1981 (n. 817 pg 402) a cura di Guglielmo Capogrossi, che raccoglie la produzione grafica dell’artista. L’opera giunse nelle collezioni della Galleria come dono dell’artista stesso, nel 1970.

MUSEO CIVICO DI PALAZZO ROMAGNOLI, COLLEZIONE VERZOCCHI
FORLI
• Lavoro, 1950, acrilico su carta riportato su tela, 70x91 cm
• Autoritratto, 1950 circa, disegno ad inchiostro su carta, 9x7,5 cm
Per tutto il mese di ottobre accanto al dipinto in esposizione permanente viene esposto l’autoritratto dell’artista.

GALLERIA D’ARTE MODERNA
GENOVA NERVI
• Ballerina, 1946, olio su compensato, 94,8x53,8 cm
Conferenza: Leo Lecci, Capogrossi dalla figurazione all’astrazione, 11 ottobre 2022, ore 16.00
Leo Lecci, professore associato di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Genova dove insegna Storia dell’arte contemporanea nel corso di laurea triennale in Conservazione dei Beni culturali e Storia della grafica e dell’illustrazione in età contemporanea nel corso biennale in Storia dell’arte.
MUNDA – MUSEO NAZIONALE D’ABRUZZO
L’AQUILA
• Paesaggio, 1949, olio su compensato, 53x71 cm
Evento espositivo
L’opera è pervenuta per acquisto dal IV° Premio Nazionale di Pittura “F. P. Michetti”, Francavilla al Mare, nel 1950. Il Museo Nazionale d’Abruzzo, in occasione dell’anniversario dei 50 anni dalla morte di Giuseppe Capogrossi e all’interno di un più ampio piano di valorizzazione del proprio patrimonio, renderà nuovamente visibile al pubblico Paesaggio, un’opera realizzata dall’artista nel 1949. L’opera, per lungo tempo esposta nella sede storica del Museo nel Castello Cinquecentesco dell’Aquila, poi conservata nei depositi a seguito del sisma del 2009, sarà esposta dal 9 ottobre 2022, nella sala Francescana dell’attuale sede del Museo (ex Mattatoio, L’Aquila), in dialogo con altri capolavori della collezione.
Tratta dalla scheda di catalogo di Massimo De Sabbata in Museo del Novecento, a cura di F. Fergonzi, A. Negri, M. Pugliese, Electa Mondadori 2010

MUSEO DEL NOVECENTO
MILANO
• Superficie 479, 1963, olio su tela, 150x165 cm

Visite guidate

Superficie 479 presenta il caratteristico segno che distingue la pittura di Giuseppe Capogrossi (un semicerchio attraversato da una corda a circa un terzo del diametro e completato da due segmenti, ortogonali a tale corda), e la diversa dimensione degli elementi crea l’ambigua illusione di uno spazio che, dallo sfondo, avanza fino a superare i limiti della tela.
Partendo dall’interpretazione arcaicizzante del segno (Corrado Cagli ed Emilio Villa lo paragonarono all’aleph-taurus fenicio), nell’ambito del gruppo romano Origine (1951), seguì una lettura più legata alle sue possibilità compositive e strutturali. Quando Giulio Carlo Argan, nel 1967, lo interpretò come “simbolo di spazio” (Argan 1967, p. 9), le opere di Capogrossi erano già da qualche tempo associate a quelle degli artisti spazialisti milanesi: i suoi legami con il mercante Carlo Cardazzo, promotore del gruppo spazialista attraverso le gallerie del Naviglio di Milano e del Cavallino di Venezia, erano infatti iniziati da più di un decennio. Anche Superficie 479, prima di approdare nelle Civiche Raccolte milanesi nel 1985, appartenne alla Galleria del Naviglio, dove era stata anche esposta per la prima volta nel 1963.
Tratta dalla scheda di catalogo di massimo De Sabbata in Museo del Novecento, a cura di F. Fergonzi, A. Negri, M. Pugliese, Electa Mondadori 2010

PINACOTECA DI BRERA
MILANO

• Autoritratto, 1945 circa, olio su tavola, 10x8 cm

Domenica 9 ottobre 2022 - Focus: Capogrossi e Zavattini a cura di Marina Gargiulo

Il piccolo autoritratto apparteneva alla raccolta di ‘quadretti minimi’ di Cesare Zavattini. Scrittore, regista, sceneggiatore notissimo del cinema neorealista, Zavattini amava l’arte, si cimentava spesso anche in pittura, ma era soprattutto un appassionato collezionista: “Che gioia profonda mi danno i quadri, se avessi soldi non farei altro che comprare quadri”. Per ragioni meramente economiche sceglie però di radunare solo dipinti di dimensioni ridotte e in circa quarant’anni di febbrile ricerca, contatta praticamente tutti gli artisti dell’epoca e gli commissiona due “quadri piccoli … otto centimetri per dieci”, finché ne raduna quasi 1600 e li appende come una fitta tappezzeria alle pareti della sua casa romana. Di ogni autore Zavattini possedeva quindi un soggetto libero, un astratto, una natura morta, un paesaggio, ma soprattutto un autoritratto. Quell’originalissima raccolta purtroppo viene venduta nel 1979 e si disperde fra vari collezionisti privati, ma un recupero in asta del 2007-2008 aggiunge al patrimonio della Pinacoteca di Brera una selezione di 152 Autoritratti, tutti di grandi protagonisti del panorama artistico del secolo scorso - Fontana, Burri, Balla, de Chirico, Savinio, Severini, Rosai, Casorati, Sironi, Mafai e Raphaël, Soffici, De Pisis, Campigli, Afro, Consagra, Depero, Guttuso, Dorazio, Manzù, Leoncillo, Melotti, Marini, Accardi, Schifano, Vedova, Rotella, Festa, Fini, Turcato, Munari, Pistoletto, Plessi - e naturalmente Capogrossi.
Dal breve carteggio inedito fra scrittore e artista, conservato presso l’Archivio di Reggio Emilia, emerge un profondo rapporto di amicizia, fatto anche di sostegno alla creatività: “Caro Cesare / […] ancora non riesco a lavorare. Ci fossi tu qui! Mi daresti subito voglia di fare e sparirebbe d’incanto questo … deserto. Hai tanta vitalità e tanto amore!” (Lettera di Giuseppe Capogrossi a Cesare Zavattini - Iselberg
- 12/7/1950: Archivio Cesare Zavattini-Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia). Nel soddisfare la strana - e ridottissima in dimensioni - richiesta dell’amico, l’artista rinuncia a interpretarsi in astratto e si ritrae dal vero, serio e concentrato, in abiti da pittore, con cappello e camice da lavoro. Utilizzando pennellate larghe e corpose, quasi spatolate, Capogrossi non abbandona però, nella piccola inquadratura, le consuete accensioni cromatiche, dominate dal rosso del fondo, che si riverbera sulle plasticità del volto - modellate dal carminio all’arancio - e si concentra nello scarlatto del foulard: un’immagine di calma e forte energia vitale, che Zavattini a quanto pare, almeno in parte, alimentava.

CASTEL SANT’ELMO E MUSEO DEL NOVECENTO A NAPOLI
NAPOLI

• Superificie CP/338, 1967-68, olio su collage su tela, 59x48,5cm

Domenica 9 ottobre 2022 - Approfondimento didattico Napoli e Capogrossi

Per alcuni anni Capogrossi soggiornò a Napoli e insegnò all’Accademia di Belle Arti: se ne racconteranno la storia e le vicende.

MUSEO MAGI ’900
PIEVE DI CENTO | BO

• Superificie CP/270, 1955, tempera su carta intelata, 50x35 cm. Donazione Olga Capogrossi 1999

Domenica 9 ottobre 2022 ore 15.30 – 17.00
“DIVERSI MA UGUALI: Il segno che ti dono”
Laboratorio gratuito per bambini.

L’opera di Giuseppe Capogrossi presente nella collezione del Museo è stata donata direttamente da Olga Capogrossi. Per questo il museo aderisce alle iniziative in memoria dell’artista proprio partendo dall’idea di “Dono” come volontà di generare un legame tra chi realizza un’opera e chi ne conserverà la memoria, e attribuirà a quel dono un particolare significato. Il progetto si svolge il 9 ottobre, ricorrenza della scomparsa di Capogrossi e data dell’evento F@mu - Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo. Per l’occasione dalle ore 15:30 alle 17:00 il MAGI’900 invita i BAMBINI dai 5 ai 10 anni a partecipare al Laboratorio gratuito dedicato all’artista. I bambini saranno invitati ad osservare l’opera Superificie CP/27 del 1955 presente nella collezione permanente del museo, e ad inventare un segno misterioso, modificando i colori, l’orientamento, la disposizione nello spazio e la dimensione, dando vita a composizioni sempre differenti. Ingresso gratuito – Prenotazione obbligatoria

COLLEZIONE MARAMOTTI
REGGIO EMILIA

• Sole di mezzanotte, 1952 olio e tempera su tela, 98,5 x 66 cm

Il dipinto, Sole di mezzanotte, è esposto presso la Collezione Maramotti, nella prima sala del percorso permanente, che ospita diverse opere afferenti al panorama Informale.
La visita alla collezione permanente è gratuita e su prenotazione.

GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA CAPITALE
ROMA

• Giocatore di ping-pong, 1932-33 olio su compensato, 73x54,3 cm
• Giuochi, 1935 circa olio su tela, 55x72 cm
• Oggetti rustici, 1938 circa olio su tavola, 65x52,5 cm
• Paesaggio romano, 1938-39 olio su tela, 48 x 40,5 cm

Visita guidata virtuale - "L'opera del mese"
www.galleriaartemodernaroma.it
In occasione dei cinquant'anni dalla scomparsa di Giuseppe Capogrossi (1900-1972) la rubrica "L'opera del mese" è dedicata a una delle opere appartenenti alla collezione della Galleria d'Arte Moderna ascrivibili a questo grande Maestro, padre della pittura informale e pioniere della ricerca astrattista italiana.
In Superficie 572 lo spazio pittorico è suddiviso da una griglia di linee orizzontali e verticali, sottili o larghe, lineari o dentellate, che individuano riquadri di varia grandezza su cui sono applicati inserti a collage dalla caratteristica forma dentata, elemento formale che contraddistingue l'artista a partire dall'inizio degli anni Cinquanta.
Superficie 572 è stata acquistata dal Comune di Roma nel 1968 ed è l'unica opera astratta di Capogrossi presente nelle collezioni civiche. Altri quattro dipinti in collezione - Giocatore di ping-pong (1931), Giuochi (1935), Oggetti rustici (1939) e Paesaggio romano (1939) - sono riferibili invece alla stagione figurativa.

MUSEO DI ROMA PALAZZO BRASCHI
ROMA

• Sette di denari, 1954 tempera, 8,9 x 6,5 cm

Capogrossi e le carte d’autore di Paola Masino a cura di A.M. D'Amelio

L'evento verrà presentato sul sito del Museo www.museodiroma.it
L’opera fa parte di una raccolta più ampia nata per desiderio di Paola Masino (Pisa 1908 - Roma 1989) scrittrice e compagna di Massimo Bontempelli.
A partire dagli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta, la collezionista commissionò una serie di carte da gioco d’autore a più di duecento artisti del suo raffinato circolo culturale. Tra i nomi più noti Carla Accardi, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Renato Guttuso.
L’iniziativa di Paola Masino si concretizzò così in un piccolo catalogo d’arte contemporanea, che si riallaccia alla secolare sperimentazione iconografica dagli artisti restituendo alle carte da gioco il valore dell’unicità di un oggetto d’arte.
Nella collezione sono altresì presenti delle vere carte da gioco sulle quali Paola Masino fece apporre, nel corso della propria vita, gli autografi di letterati e musicisti con i quali entrò in contatto. Sono pervenuti inoltre al Museo una serie di carteggi e autografi relativi al progetto delle carte da gioco. Questa sezione archivistica fa parte di un complesso più ampio di quaderni, appunti, lettere e documenti attualmente conservati all’Archivio del Novecento alla Sapienza.

MUSEI DI VILLA TORLONIA, MUSEO DELLA SCUOLA ROMANA
ROMA

• Nudo e corazza, 1931-32, olio su tavola, 64x81 cm

Ottobre 2022 – presentazione del dipinto come Opera del Mese sul sito web del Museo
www.museivillatorlonia.it

PALAZZO MERULANA
ROMA

• Ballo sul fiume, 1936 circa olio su tela, 140x172 cm
• Gita in barca (I canottieri; Partenza in sandolino), 1932, olio su tela, 86x146 cm

Sabato 8 ottobre ore 18.00 - mediazione culturale “Dal sogno al segno: Giuseppe Capogrossi figurativo nella Collezione Elena e Claudio Cerasi”
Nella Diciottesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – che si svolgerà sul territorio nazionale sabato 8 ottobre 2022- Palazzo Merulana propone una mediazione culturale dal titolo “Dal sogno al segno: Giuseppe Capogrossi figurativo nella Collezione Elena e Claudio Cerasi”, in occasione del cinquantenario dalla morte dell’artista.
Due dipinti di Giuseppe Capogrossi vengono infatti acquistati dai coniugi Cerasi alla fine degli anni Ottanta: Gita in barca (I canottieri; Partenza in sandolino del 1932) e Ballo sul fiume del 1936, entrambi caratterizzati da una compattezza di visione e da un geometrismo senza profondità che conferiscono alle immagini una leggerezza e un chiarore senza tempo.
Evento a partecipazione gratuita. Prenotazioni al numero 0662288768

PINACOTECA CIVICA - MUSEO D’ARTE PALAZZO GAVOTTI
FONDAZIONE MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA MILENA MILANI IN MEMORIA DI CARLO CARDAZZO
SAVONA

• Superficie 132, 1950, olio su carta intelata, 173x87 cm dono Milena Milani 2002
• Superficie 278, s.d., acrilico su tela, 32x113 cm dono Milena Milani 2002
• Superficie 209, 1957 olio su tela, 143x198 cm dono Milena Milani 2002

Domenica 9 ottobre 2022 ore 11.00 – incontro e visita guidata

In occasione del cinquantesimo anniversario della sua morte, la Pinacoteca Civica di Savona aderisce alle iniziative promosse dalla Fondazione Giuseppe Capogrossi, partecipando ad una “mostra diffusa” su tutto il territorio nazionale evidenziando e valorizzando le opere dell’artista presenti nelle realtà museali italiane con eventi, conferenze, visite, laboratori, come le iniziative che si terranno alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma
Domenica 9 ottobre alle ore 11.00, sarà possibile partecipare ad un momento di ricordo e approfondimento sulle opere di Giuseppe Capogrossi custodite nel museo e sulla figura di Milena Milani. Sarà presente Silvio Rilfo Marengo, presidente della Fondazione Milena Milani e Gabriele Boero, conservatore incaricato della Pinacoteca.
Le opere di Giuseppe Capogrossi sono infatti parte della straordinaria collezione della Fondazione che porta il nome di Milena Milani, collezionista, scrittrice e artista, che ha voluto che le sue importanti opere fossero visibili per tutta la cittadinanza di Savona e non solo. La collezione è dedicata alla memoria di Carlo Cardazzo, compagno di vita di Milena Milani e tra i più importanti galleristi e collezionisti del Novecento.

PALAZZO COLLICOLA – GALLERIA D’ARTE MODERNA GIOVANNI CARANDENTE
SPOLETO | PG

• Superficie 615, 1961, tempera e collage su carta intelata, 50x35 cm

La Galleria d’arte Moderna di Palazzo Collicola possiede due opere di Capogrossi, entrambi provenienti dalla donazione fatta nel 2000 da Giovanni Carandente. Per l’occasione Palazzo Collicola realizzerà un evento instagram.
Evento instagram https://www.instagram.com/p/GguNz19oBXV/?utm_source=ig_web_ button_share_sheet

GAM- GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA FONDAZIONE GUIDO ED ETTORE DE FORNARIS
TORINO

• Superficie 013, 1948-49, olio su carta intelata, 43x32 cm Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris
• Superficie 89, 1952 tempera su tela, 91x71 cm Torino, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris
• Superficie 102, 1953 olio su tela, 73x59,8
• Superficie 213, 1956, tempera su tela, 73,5x100,5 cm Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Museo Sperimentale
• Superficie 141, 1955, olio su tela, 174,5x87,5 cm Proprietà della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT - in comodato presso la GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Ottobre 2022 - Nel segno di Capogrossi - Visite virtuali ai Depositi del Museo
www.gamtorino.it

MUSEO REVOLTELLA
TRIESTE

• Superficie 322, 1959, olio su tela, 100x97,5

Mercoledì 12 ottobre 2022 – Laboratorio creativo per l’infanzia al Museo Revoltella – ore 17.00
Per rendere omaggio al pittore Giuseppe Capogrossi il Museo Revoltella organizza un laboratorio creativo di danza educativa, riservato ai bambini di età compresa tra 6 e 10 anni. Durante l’incontro i bambini avranno l'occasione di avvicinarsi in modo del tutto inedito all'opera Superficie 322, di proprietà del museo, attraverso un metodo inusuale, che coinvolge la sfera razionale, ma anche quella sensoriale ed emotiva attraverso l'uso del corpo e del suo movimento. Tramite un apprendimento piacevole e divertente, quindi, pur mantenendo tutta la complessità necessaria dell'esperienza, i bambini saranno stimolati ad interpretare fisicamente l'iconico 'segno' di Capogrossi.
Prenotazione obbligatoria: [email protected]
Ulteriori informazioni: www.museorevoltella.it

COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
VENEZIA

• Superficie 236, 1957, olio su tela, 96,5x 71,1 cm

Visite guidate e laboratori didattici

Per celebrare il cinquantenario della scomparsa di Giuseppe Capogrossi, per tutto il mese di ottobre, la Collezione Peggy Guggenheim propone una serie di attività collegate all’opera Superficie 236, 1957 facente parte della Collezione Hannelore B. e Rudolph B. Schulhof esposta nella barchessa di Palazzo Venier dei Leoni, sede del museo veneziano.
Tutti i sabati e le domeniche di ottobre, alle ore 15, i visitatori potranno assistere a una presentazione gratuita sull’opera Superficie 236, 1957 che permetterà di comprendere il linguaggio astratto di Capogrossi fatto di grandiose orchestrazioni di segni e colori.
Il 9 ottobre, giorno dell’anniversario, alle ore 11 e alle ore 15, due laboratori gratuiti per bambini dal titolo Lasciare il segno saranno ispirati allo stile peculiare delle composizioni del pittore romano.
Inoltre, a partire dal 7 settembre e fino alla fine dell’anno, accanto a Superficie 236, 1957 sarà allestita la riproduzione tattile dell’opera che permetterà a tutto il pubblico, comprese le persone non vedenti e ipo- vedenti, di fruire del dipinto.
Per assistere alle presentazioni gratuite non è richiesta la prenotazione.
Per partecipare al laboratorio per bambini è necessario iscriversi tramite il sito www.guggenheim-venice.it