Bice Brichetto – Dipinti e disegni 1946-2010
La rassegna ripercorre la vicenda dell’artista milanese, da anni residente a Orvieto, presentando un’ampia raccolta di opere su carta provenienti da collezioni pubbliche e private. Sono ispirate alla pianura del Po, ai paesaggi archeologici, alle sue celebri peonie.
Comunicato stampa
Inaugurata il 19 dicembre 2011 presso il Palazzo dei Sette di Orvieto, la mostra antologica di Bice Brichetto è la prima mai organizzata.
Curata da Ines Millesimi in collaborazione con l'Archivio Bice Brichetto di Roma, la mostra “Dipinti e disegni 1946-2010” è presentata in catalogo da Claudio Strinati, Ines Millesimi, Carmine Siniscalco e Corrado Premuda con una poesia di Vincenzo Mazzarella.
La rassegna intende ripercorrere la vicenda dell'artista milanese, di adozione romana, da anni residente a Orvieto presentando un'ampia, quanto significativa, raccolta di opere: dipinti e opere su carta provenienti da importanti collezioni pubbliche e private.
L'antologica segue, nei diversi ambiti, l'intero percorso dell'artista: dalla pittura alla grafica, alla scenografia e alla sua intensa attività di costumista per il cinema e per i maggiori teatri, alle sue collaborazioni con grandi registi, da Filippo Crivelli a Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Mauro Bolognini e altri grandi dello spettacolo; alla passione per la fotografia, soprattutto d'archeologia, noti i suoi frequenti viaggi-reportage nell'area del Mediterraneo, soprattutto Turchia e Grecia, dove a Cnido, negli anni '70 segue e fotografa gli scavi diretti dall'archeologa Iris Love.
In catalogo, edito da Alinari 24 ORE sono documentate, con immagini e documenti inediti, tutte le fasi che presenteranno, come bene ha scritto Lina Sotis sul "Corriere della Sera": «una donna di forte personalità, che ha dominato la scena degli anni '50-'60-'70...». L'esposizione attraversa le fasi che hanno caratterizzato l'intera sua produzione, dalle prime opere ispirate alla pianura del Po, ai paesaggi archeologici, alle figure "pietrificate", alle composizioni di una ideale arcadia, ai celebri "fiori di Bice", le peonie.
La pittura di Bice Brichetto ha avuto importanti esegeti da Elsa Morante, che ne presenta la prima mostra nel 1965: ". si può ancora oggi dipingere un quadro col sistema usato da Bice Brichetto, e cioè: disporsi davanti a una tela bianca, coi sette colori naturali della scala e le loro combinazioni; e là umilmente, disperatamente, cercare di tradurre in linguaggio reale visibile quanto il mondo dei sensi offre alla vista; finché la materia comune e superficiale della tela non si trasformi nella intimità preziosa, tenera e parlante della vita unica e indivisibile", a Susan Sontag che nel 1980 scrive: "Di questa costanza, vista a volte come ossessione, Morandi è l'esempio più alto nella pittura italiana. Come nell'opera di Morandi, in quasi tutti i quadri della Brichetto gli oggetti sono disposti in uno spazio poco profondo o dalla prospettiva ristretta: e la posizione d'obbligo degli oggetti è frontale. Ma, a differenza di Morandi, le sue immagini sono austeramente regolari, lisce, quasi scultoree."
L'importante catalogo, edito da Alinari 24 ORE, è il primo volume monografico su Bice Brichetto e presenta la sua prima esauriente biografia curata da Ines Millesimi. L'antologia critica propone testi di Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini, Enzo Siciliano, Elio Mercuri, Iris Love, Luigi Carluccio, Susan Sontag, Marco Fabio Apolloni, Enrico Medioli, Fabrizio Clerici, Alfonso Berardinelli, Lina Sotis. Gli apparati bibliografici sono a cura dell'Archivio Bice Brichetto.
La mostra è patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione Umbria, dalla Provincia di Terni e dal Comune di Orvieto.