Bibart II Edizione

Informazioni Evento

Luogo
EX PALAZZO DELLE POSTE
via Garruba, 1 bari, Bari, Italia
Date
Dal al
Vernissage
15/12/2018
Generi
arte contemporanea, collettiva
Loading…

Biennale Internazionale d’Arte di Bari e Area Metropolitana.

Comunicato stampa

BIBART - Biennale Internazionale d’Arte di Bari e Area Metropolitana inaugura la seconda edizione il 15 dicembre 2018 e sarà visitabile fino al 31 gennaio 2019 in sedi espositive quali alcune delle Chiese del Borgo Antico della città di Bari, l’Ex Palazzo delle Poste sede del Centro Polifunzionale dell'Università di Bari, Anche Cinema - Teatro Polifunzionale, altri spazi nell’Area Murattiana.
Il tema dell’edizione 2018 è « Visone e intuizione, la ragione dell’Arte », intesa come capacità di dare forma alle visioni intuitive e ai sentimenti dell’animo umano, del pensiero di stabilire rapporti e connessioni, per generare idee, creare emozioni, sviluppare legami e azioni.

COMITATO D’ONORE
• Dott. Michele Emiliano, Presidente Regione Puglia
• Dott. Antonio de Caro, Sindaco di Bari
• Dott. Silvio Maselli, Assessore alla Cultura della Città di Bari
• Prof. Antonio Felice Uricchio, Rettore dell’Università di Bari
• Arch. Gianni Lanzilotti, PDG Rotary, Distretto 2120 di Puglia e Basilicata
• Dott.sa Raffaella Restaino, Presidente Fondazione Alessandra Bisceglia WAle Onlus
• Dott.sa Annalisa Tatarella, Fondazione Tatarella

IL TEMA:
L’arte contemporanea pare attraversi un cupo periodo capace di creare opere di grande impatto ma deprivate dell’essenza stessa dell’arte, la capacità ci creare “significato”, espressione del tempo e della cultura che la genera. La simbiosi che gli speculatori hanno innestato, con paziente meticolosità, tra il mondo della finanza e quello artistico ha invece prodotto un’opinione critica capace di determinare un’estetica universalistica scevra dell’essenza ma capace di generare quotazioni di mercato che inducono l’artista moderno ad essere schiavo dello star system che lo sostiene. Dimentico della natura del suo ruolo di creatore e censore, l’artista ha permesso che l'aura di un lavoro artistico venisse svalutato dalla riproduzione meccanica. L'esperienza estetica viene strumentalizzata come forma di comunicazione e, come Narciso, l’artista è vittima di se stesso. Volutamente in controtendenza, Bibart dedica la seconda edizione della biennale alla “ricerca delle ragioni dell’arte e della sua visione intuitiva”, il ritorno alla visionarietà dell’arte.
Bibart è Pensiero, è Storia dell’Arte e, dunque, Storia del Pensiero dell’Uomo.
La ricerca dell’arte come visione intuitiva nasce dalla coscienza della capacitità espressiva che ha caratterizzato un ambiente specifico: il sud dell’Italia, un concentrato di terre diverse accomunate tutte da grande forza e bellezza che generano incanto, un concentrato di luci, colori e ombre, dove tradizioni e progresso percorrono la stessa strada intrecciandosi. Il Sud è soprattutto terra di coscienza e riscatto, segnata da lacerazioni interne profonde che non hanno scalfito il cuore dei suoi figli. Qui l’amore per la propria Terra diviene forza primigenia, ancor più quando essa si fa espressione della dignità del suo popolo.
A conferma di quanto detto, la Biennale aprirà una mostra dedicata a tre grandi esponenti del neorealismo del Mezzogiorno, Renato Guttuso, Luigi Guerricchio e Antonio Bibbò. Le loro tele e sculture appaiono come tessuti impregnati, in grado di suggellare nel loro perimetro artristico lo spirito di quel preciso tempo e di quel preciso spazio, lo stesso che ne ha ispirato la genesi. Tre poeti della sconfitta, degli oltraggi, della rassegnazione e allo stesso tempo del riscatto sociale, hanno saputo infatti compiere una profonda indagine psicologica di tutti quei “nessuno”, i senza titolo e i senza nome ritratti nelle loro opere.
Guttuso, Guerricchio e Bibbò sono, dunque, i Grandi Maestri in mostra di questa edizione di Bibart.
La mostra resterà visitabile per tutto il periodo della Biennale, con particolare attenzione agli studenti delle scuole di Bari, e non solo, per favorire la conoscenza di questi artisti e delle loro opere mediante approfondimenti sulla storia a loro contemporanea.
La Biennale di quest’anno si arricchisce, rispetto alla scorsa edizione, di ulteriori voci:
- concerti musicali, sottoforma di flash mob, ispirati alle nuove sonorità strumentali, elettroniche e percussioni urbane;
- “Premio letterario per racconti brevi” dedicato a Vittorio Stagnani, scrittore e giornalista barese scomparso recentemente. Il premio, nato dal ricordo di un amico artista, Michele Agostinelli, è organizzato in collaborazione con Florestano Editore che pubblicherà di un’antologia dei primi tre racconti classificati;
- Proiezione di documentari d’arte degli archivi delle Teche Rai;
- La sfilata delle maschere antropoligiche di Tricarico a cura della Pro Loco di Tricarico oltre che proiezioni dalle differenti tematiche offerte al pubblico di Bibart gratuitamente al fine di fornire motivi di approfondimento oltre che incuriosire ed avvicinare ulteriormente il pubblico alla Storia dell’arte.
Bibart non è solo arte e cultura ma anche impegno sociale e, appropriandosi del pensiero di F. Dostoevskj: “La bellezza salverà il mondo”, concretizza l’asserzione in missione ufficializzando così il suo ruolo a sostegno alla Fondazione Alessandra Bisceglia “W Ale Onlus”, organizzazione no profit che ha come scopo lo studio e la cura delle gravi anomalie delle malattie vascolari, mediante l’istituzione di un Premio Bibart dedicato ad Alessandra Bisceglia, riconosciuto ad un giovane artista. L’obiettivo è anche quello di raccogliere dei fondi in sostegno della Fondazione, motivo per cui in ogni sede espositiva della Biennale sarà allestito un info point sulla Fondazione Alessandra Bisceglia che saprà fornire chiarimenti ed approfondimenti in merito all’attività che questa svolge e alla quale sarà possibile lasciare un contributo volontario a sostegno della ricerca e dell’assistenza ai malati.
Alla Biennale sono stati ammessi 150 artisti da tutta Italia, Spagna, Grecia, Armenia, Svezia, Ucraina.
In questa edizione è stata aperta la sezione Bibart Contest Young,
per i giovani artisti degli dei Licei artistici e delle Accademie di BelleArti italiani.
Sono stati selezionati dieci giovani artisti provenienti dalle Accademie di Belle arti di: Napoli, Firenze, Roma, Lecce, Venezia, Foggia, Bari e Licei Artistici di Bergamo, Fano, Nardò.

I volti e le firme di Bibart.
La direzione artistica è firmata da Miguel Gomez, noto e poliedrico artista che ha dato vita alla Biennale Internazionale d’Arte di Bari e Area Metropolitana
Curatore: Siria Bottazzo
Comunicazione, coordinamento della sezione letteratura, segreteria: Cinzia del Corral
Progetto graphic concept: GRAPHIC CONCEPT LAB di Tommaso Armenise
Gestione social media: Antonella Leone
Fotografia: Carmen Toscano
Direzione amministrativo: Saverio Fiore
Consulenza legale: Michele Losacco

I GRANDI MAESTRI
LUIGI GUERRICCHIO
Luigi Guerricchio (Matera, 12 ottobre 1932 – Matera, 25 giugno 1996)
Dopo la maturità classica conseguita nella sua città natale, frequenta la Scuola di Nudo e successivamente il corso di Scenografia presso l'Accademia delle Belle Arti di Napoli; durante gli anni trascorsi nel capoluogo partenopeo aderisce al movimento dei Giovani Realisti Napoletani ed inoltre conosce a Portici Rocco Scotellaro, poeta lucano che avrà grande influenza sulla sua vita artistica, e grazie all'amicizia con Scotellaro incontra a Roma Carlo Levi e Renato Guttuso. Si trasferisce temporaneamente a Salisburgo dove frequenta le scuole di pittura e scultura di Oskar Kokoschka e di Giacomo Manzù. Nel 1956 si trasferisce a Milano per frequentare l'Accademia di Brera, dove è allievo di Domenico Cantatore, ed entra in contatto con la corrente della Giovane pittura milanese ed il movimento artistico Corrente. Rientrato a Matera negli anni sessanta, si iscrive al Partito Comunista Italiano ed oltre alle sue numerose opere, si dedica all'attività di insegnante di Disegno presso diversi Istituti scolastici. Pare impossibile ricordare Luigi Guerricchio senza veder scorrere nella propria mente una panoramica lunga e dettagliata della sua amata terra natia, Matera. Il legame con questo luogo è una costante nella vita del Pittore quasi necessaria, una sorta di porto sicuro per quell’animo così intimamente inquieto. Da questo egli ne assorbe i colori per la sua tavolozza, le linee e le forme compositive, la luce ed ogni altro strumento utile all’espressione totale della sua ricerca artistica.

RENATO GUTTUSO
Renato Guttuso (Bagheria, 26 dicembre 1911 – Roma, 18 gennaio 1987)
Renato Guttuso è stato un pittore e politico italiano impropriamente indicato come esponente del realismo socialista, protagonista della pittura neorealista italiana che si espresse negli artisti del Fronte Nuovo delle Arti. Il talento di Guttuso è precoce; a soli tredici anni inizia a datare e firmare i propri quadri. Appena diciassettenne (1928) ha l'occasione di allestire la sua prima mostra a Palermo. I primi quadri raffigurano i suoi contadini siciliani e compaesani; tra i suoi quadri celebri vi sono "Fuga dall'Etna" del 1937, e "Vuccirria", che celebra il popolare mercato di Palermo. La sua esecuzione prettamente figurativa affronta i temi del mondo contadino e rurale, temi sociali e soggetti dichiaratamente politici. Si trasferisce a Roma dove stringe rapporti di amicizia e professionali con i pittori Birolli, Fontana e Persico. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale Guttuso dipinge una serie di quadri dal titolo "Gott mit Uns" - "Dio è con noi" - motto che raffigura inciso sulle fibbie dei soldati nazisti. Il suo messaggio polemico affiora con prepotenza. La sua espressione ideologica raggiungerà l'apice con l'opera "I funerali di Togliatti", che diventerà manifesto dell'antifascismo. Nel dopoguerra segue stilisticamente il primo periodo di Pablo Picasso, il cosiddetto "periodo blu". Nel 1946 fonda il "Fronte Nuovo delle Arti", insieme a Birolli, Vedova, Morlotti e Turcato. Alla fine degli anni '60 esegue dei quadri che riflettono la situazione europea e francese. Si sposta a Parigi dove ritrae i giovani nelle prime marce di protesta in quello che diverrà poi il leggendario "maggio francese". Dal 1969 in poi si stabilisce a Roma, nella strada dei pittori, via Margutta: sua compagna è Marta Marzotto, splendida contessa, ex mondina ed ex modella. In questo periodo realizza una serie di quadri autobiografici, tra i quali spicca uno dei suoi migliori lavori, la "Strega Malinconica", datato 1982. Dopo la morte della moglie Guttuso si riavvicina alla fede cristiana, di cui aveva comunque sempre condiviso a modo suo i valori umani e di pietà per gli oppressi. Morirà dopo poco la compagna, il 18 gennaio 1987 a Roma. Alla sua città natale lascia in eredità molte opere che sono raccolte oggi nel museo di Villa Cattolica. Renato Guttuso si fa interprete con la sua arte di quei sentimenti che spesso caratterizzano gli artisti provenienti dal meridione: amore per la propria terra, per la sua gente, colori e profumi di un Sud caldo e accogliente. Le sue opere raccontano però anche una storia vissuta e sofferta in un’epoca tormentata, dando forma alle sensazioni di straniamento e di dolore di un popolo vittima del proprio destino. A metà tra l’illustrazione narrativa e il manifesto, la maestria di Guttuso sta nella strabiliante capacità di rendere lo spettatore partecipe di ogni evento raffigurato.

ANTONIO BIBBÒ
Antonio Bibbò, scultore e pittore. Nato a Castelvetere (Bn). Vive a Bari dal 1956. Docente presso l'Istituto d 'Arte prima e ti tolare della cattedra di figura e ornato modellato presso il Liceo Artistico poi ne divenne Preside. Ha partecipato ad importanti esposizioni ed a vari concorsi nazionali. Ha tenuto mostre personali e la sua intensa attività lo pone tra i più fecondi scultori che operano in Puglia. Hanno Scritto della sua attività illustri critici e personalità della cultura.
Sue opere si trovano in vari edifici pubblici, istituzioni e collezioni private.Un artista fortemente impegnato nel rinnovamento delle arti plastiche, Bibbò ha saputo sintetizzare le componenti avallate dalla migliore tradizione e quelle proposte dalle nuove istanze espressive, creandosi un proprio spazio ope rativo dove convergono i drammi irrisolti della nostra società.
Per Bibbò l'arte non è deformazione consapevole dell 'oggetto, nè violentare la natura, nè la rinuncia all'armonia, ma bisogno di comunicare qualsiasi valore di genere emotivo. Antonio Bibbò, il poeta della materia, per mezzo di una potente gestualità dà forma ad un variegato numero di visioni attraverso le quali rende al pubblico opere sincere, completamente distaccate dalla contemporanea ricerca di deformazione della materia. I suoi volti, le sue figure sembrano al contrario rivalutare l’antica armonizzazione delle forme, l’assimilazione completa della naturale metamorfosi umana alternando questa eleganza ad una necessità espressiva che diviene gesto, azione e prende vita attraverso la matericità piena dei corpi e la leggerezza dei movimenti che essi compiono. Una pratica espressiva personalissima caratterizza lo scultore, lontana da qualsiasi costrizione estetica imposta.

PREMIO LETTERARIO NAZIONALE VITTORIO STAGNANI
Il Premio Letterario Nazionale Vittorio Stagnani nasce dalla volontà di ricordare il giornalista e scrittore barese proprio nel campo della scrittura a lui così caro.
La manifestazione ha come obiettivo quello di premiare le opere e di valorizzare gli Autori che sappiano esprimersi in modo chiaro, mettendo a nudo i propri sentimenti e sensazioni.
Vittorio Stagnani, Scrittore, Giornalista,Pittore, Stagnani ha scritto più di 30 libri sulla cultura e sulla tradizione di Puglia e Basilicata, racconti per l’infanzia e romanzi,
ha lavorato per Telebari, emittente di cui ha diretto il primo telegiornale nel 1973, per Telenorba e Antennasud. Per quanto riguarda la sua esperienza in radio, si ricordano RadioRai e RadioNorba. E’ stato anche collaboratore delle agenzie NEA e ANSA; e tra le tante testate su cui ha scritto ci sono La Gazzetta del Mezzogiorno, il Corriere del Mezzogiorno ed Epolis Bari. Tra i suoi numerosi libri si ricordano: Puglia Fuori Strada; Greguro; Amuleila e altri sogni; Sagre di Puglia; Cucina vecchia buoni piatti di Puglia e Lucania, I racconti della Pentolà; Nero di seppia. E’ stato anche curatore del volume 'Io non so vivere senza la vita (Adda Editore, 2017).