Beyond Environment

Informazioni Evento

Luogo
MAC - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA
Viale Elisa Ancona, 6 20851, Lissone, Italia
Date
Dal al

Mercoledì e Venerdì h10-13
Giovedì h16-23
Sabato e Domenica h10-12 / 15-19

Vernissage
26/09/2015

ore 18,30

Patrocini

L’iniziativa è inserita nel progetto Meet Brian-za Expo_Fuori Expo in Brianza finanziata da Regione Lombardia e Camera di Commercio di Monza e Brianza, con il coordinamento del-la Provincia di Monza e della Brianza.

Artisti
Robert Smithson, Gianni Pettena, Gordon Matta-Clark, Allan Kaprow, Ugo La Pietra, Ufocinque, 9999
Curatori
Emanuele Piccardo, Amit Wolf
Uffici stampa
CLP
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Beyond Environment indaga il concetto di enviroment attraverso il lavoro di Gianni Pettena e le opere di Allan Kaprow, Gordon Matta-Clark, Robert Smithson, Ugo La Pietra, UFO e 9999, stabilendo una serie di relazioni tra arte e architettura, tra arte e natura, nella consapevolezza che solo un’educazione non convenzionale può essere ancora attuale nel “progetto dell’ambiente”.

Comunicato stampa

Beyond Environment indaga il concetto di enviroment attraverso il lavoro di Gianni Pettena e le opere di Allan Kaprow, Gordon Matta-Clark, Robert Smithson, Ugo La Pietra, UFO e 9999, stabilendo una serie di relazioni tra arte e architettura, tra arte e natura, nella consapevolezza che solo un’educazione non convenzionale può essere ancora attuale nel “progetto dell'ambiente”.
L’esposizione si pone l'obiettivo di indagare l'environment e l'happening a partire dalle teorie di Allan Kaprow, che ne aveva attua-lizzato i significati espressi dalle Avanguardie storiche. La ricerca definisce gli ambiti de l'environment in Europa e in America nel decennio Sessanta-Settanta; mentre in Italia l'environment è urbano, rappresentato dalla piazza come spazio di espressione del pen-siero politico, negli States l'environment coin-cide, nella versione di Kaprow, con lo spazio della galleria (ben rappresentato dai 18 Hap-pening in six parts) per poi spostarsi nello spazio esterno (con i progetti Fluids e Record II). Diverso è il caso di Robert Smithson, che sin dall'inizio agisce in un contesto alterato dall'azione della natura stessa oltre che da l'uomo, come dimostra la sua celebre Spiral Jetty.
La differenza nel concepire l'environment tra Italia e America è testimoniata dagli interventi condotti da Gianni Pettena, appartenente al movimento della Superarchitettura. La ricerca che lui attua, dal '68 al '72, si focalizza sul- l’emersione delle criticità della città, enfatiz-zando in modo provocatorio il rapporto tra spazio e pubblico. I suoi progetti italiani, in-sieme a quelli elaborati da Ugo La Pietra e dal gruppo UFO risentono infatti del clima politico del Sessantotto e delle rivolte studen-tesche.
Diversamente, i lavori americani di Pettena, liberi da quel vincolo, riescono a esprimere forme e linguaggi autonomi che – senza imi-tare le ricerche dei landartisti – continuano a rimanere all'interno dei confini urbani, attitu-dine che ne caratterizza la ricerca teorica.
Formatosi nelle gallerie d'arte più che nella Facoltà di Architettura di Firenze, Pettena dialoga non tanto con i “radicali” della Super-architettura quanto semmai con artisti come Mario Merz e Jannis Kounellis. Oltreoceano intrattiene rapporti con Kaprow, Matta-Clark e in particolar modo con Robert Smithson, anche prima del periodo in cui si trova a Salt Lake City. L'avventura americana di Pettena ha inizio nell'aprile 1971, con gli studenti del Minneapolis College of Art and Design, coin-volti nel lavoro Wearable Chairs, che li vede "indossare" le sedie e portarle in giro per la città, sedendosi all'improvviso sui bus o lungo le strade. Le sperimentazioni con gli studenti continuano anche per le Ice House I e II, interventi che utilizzano il ghiaccio come ele-mento naturale e immateriale che degrada nel corso del tempo.
La ricerca di Pettena è spesso realizzata con materiali poveri (l'acqua, i cespugli, la creta) e anticipa modalità e linguaggi architettonici contemporanei. In tal senso l'esempio più significativo è il Tumbleweeds Catcher, rea-lizzato a Salt Lake City nel 1972: una torre rivestita con i cespugli del deserto.
L’esposizione curata da Emanuele Piccardo e Amit Wolf è stata realizzata con il sostegno della Graham Foundation for Advanced Studies in the Fine Arts e della Woodbury University. Nel periodo della mostra sarà disponibile un catalogo delle edizioni plug_in.

L’iniziativa è inserita nel progetto Meet Brian-za Expo_Fuori Expo in Brianza finanziata da Regione Lombardia e Camera di Commercio di Monza e Brianza, con il coordinamento del-la Provincia di Monza e della Brianza.