Berlino come New York
Galleria Rubin ha scelto per la mostra tre pittori con una significativa carriera alle spalle, immigrati a Berlino temporaneamente o per sempre, per raccontare il paesaggio berlinese.
Comunicato stampa
Da quando è diventata la capitale della Germania unificata, Berlino è stata eletta da
moltissimi artisti come nuovo luogo di residenza. La sua centralità nella nascente Europa
unita l’ha trasformata in una città aperta e accogliente. Centinaia di nuove gallerie hanno
aperto una sede divenendo un ulteriore richiamo per gli artisti di tutto il mondo. A questo
bisogna aggiungere l’immenso fascino urbanistico ed estetico, i valori immobiliari accessibili
e la qualità dei servizi disponibili a tutti che la rendono particolarmente vivibile.
Si è ripetuto a Berlino il fenomeno dell’immigrazione intellettuale e artistica della New York
dei tempi dell’Espressionismo Astratto e della Pop Art anche se non si riconoscono più filoni
o scuole di pensiero così ben delineate. Ai grandi nomi, da Warhol a Castelli a Kline a Betty
Parsons, e grandi mecenati come Solomon Guggenheim o Nelson Rockfeller, si è sostituita
una classe più omogenea di artisti, galleristi e collezionisti: una “democrazia artistica” che
rispecchia un’umanità berlinese cosmopolita come quella newyorkese e in grado di
catturare in un punto focale lo spirito del tempo.
Galleria Rubin ha scelto per la mostra tre pittori con una significativa carriera alle spalle,
immigrati a Berlino temporaneamente o per sempre, per raccontare il paesaggio berlinese.
Si tratta di Stefan Hoenerloh, già esposto dalla galleria in due personali nel 2004 e 2007.
Andrea Chiesi, pittore italiano molto noto per le sue rappresentazioni di edifici industriali e
che ha trascorso del tempo a Berlino. Roman Lipski, artista polacco, sensibile ritrattista
delle zone rurali dell’antica Prussia.
Ne risulta una visione pittorica molto variata ed armonica del paesaggio di Berlino e dintorni
che risulta alternativa e forse meno raggelante dei grandi reportages fotografici che hanno
celebrato la rinascita di questa grande città europea.
Stefan Hoenerloh. L’artista di Karlsruhe è stato tra i primi a trasferirsi nella capitale tedesca, dopo
la caduta nel muro nel 1989. Andando ad abitare in un quartiere devastato, nella parte orientale
della città. Ne ha fotografato i ruderi, conseguenza di molti decenni di incuria, ricchi del patrimonio
decorativo e iconografico dell’antica Germania. Su questi stralci di realtà ha costruito un
immaginario urbano commosso e austero che vuole essere anche un richiamo alla conservazione
edilizia in una città assalita dalla speculazione.
Andrea Chiesi. La sua permanenza a Berlino è legata a un progetto: “Perpetuum Mobile” con Paola
Verde, cha ha avuto luogo all’X-Lab, spazio sperimentale a Kreutzberg nel maggio 2011. In
quell’occasione l’artista si è trasferito a Berlino. Per oltre un mese ha immortalato l’archeologia
industriale, così vicina alla sua sensibilità e di cui la città conserva ancora numerose testimonianze:
impianti industriali, gasometri, cisterne, etc.
Roman Lipski. E’ originario di Danzica, città a lungo contesa fra Polonia e Germania. Oggi
definitivamente polacca, quanto Lipski è definitivamente berlinese. Immigrato nel 1989 si è integrato
nel mondo artistico di Berlino pur mantenendo rapporti importanti con le istituzioni del suo paese
che lo considerano uno dei migliori artisti emergenti.