Autobiografia del rosso – Autobiografia del rosso
Autobiografia del rosso è il titolo della nuova mostra di Sabrina Mezzaqui.
Comunicato stampa
Autobiografia del rosso è il titolo della nuova mostra di Sabrina Mezzaqui che Galleria Continua ha il piacere di ospitare nei suoi spazi di San Gimignano. Una serie di opere inedite, appositamente pensate dall’artista per abitare le stanze della galleria, danno vita ad un universo di forme leggere dove la bellezza dialoga con la densità dei contenuti poetici e filosofici e dove la gestualità lenta si fa metafora di una lettura attenta e meditata dei testi. Il modus operandi è quello ormai prediletto dall’artista, che da anni lavora restituendo i testi alle immagini.
Tra gli appunti di lavoro che accompagnano Sabrina Mezzaqui nel concepimento di questo progetto espositivo non ci resta difficile immaginare “Il libro rosso” di Jung, Lo studio rosso di Matisse, un dizionario aperto al lemma “rosso” che recita: “lo stesso colore del sangue vivo”; e poi molti altri testi letterari, racconti, poesie, quelli degli autori più cari, quelli da cui l’artista parte e su cui ritorna, uno fra tutti David Grossman che in “Che tu sia per me il coltello” scrive “le parole sbiadiscono, gli manca il rosso della vita”.
Sabrina Mezzaqui è una degli artisti italiani più conosciuti e apprezzati a livello internazionale, utilizza semplici materiali come carta, stoffa, fili e perline per creare oggetti che sono espressione del tempo che vi è racchiuso. Il recupero di pratiche artigianali e l’uso di gesti manuali lenti e ripetuti – come cucire, tagliare, ricamare, intrecciare, ricopiare – divengono nel lavoro dell’artista una forma di scansione dei minuti che passano ed espressione di una ricerca interiore costante, tesa al raggiungimento di uno stato di grazia.
“Molti miei lavori sono essenzialmente fatti di tempo, di tanto tempo, anche di altre persone pazienti che mi danno una mano. Racconta l’artista. E’ come che ogni secondo si trasformi in una perlina o in una fogliolina che si infila in un lungo filo… Ci si appoggia ad un ritmo sottostante ed anche ad un’idea di circolarità. Il problema del tempo ha a che fare con il mistero della vita”. Nasce da questa riflessione Bianco naturale, una delle nuove opere in mostra. Da una sfera in argilla fuoriesce, pare senza soluzione di continuità, una collana composta da foglioline di carta alternate a perline. Sulle pareti scorrono una serie di foto in bianco e nero che documentano la bellezza e la confidenza di tante mani laboriose intorno ad un tavolo. Iniziata all’interno del laboratorio Meditazione delle mani tenutosi a Cesena nell’ottobre 2016, la collana è stata completata nel corso dei mesi successi grazie al “Tavolo di lavoro di Marzabotto”, un gruppo di persone che aiutano l’artista nella realizzazione di alcune opere condividendo una modalità di lavoro basato sulla lentezza, la pazienza e la ripetizione di gesti minuti, “negli ultimi anni questa modalità di lavoro si è consolidata in quanto, sia per me che per gli altri partecipanti al gruppo, è un valore aggiunto all’opera. La realizzazione dell’opera diventa un’esperienza collettiva… si impreziosisce di umanità”, spiega l’artista.
Autobiografia del rosso, l’opera che dà il titolo alla mostra, si compone di alcune decine di autobiografie e diari che l’artista seleziona tra quelli della sua biblioteca. Sceglie i testi che più ha amato e su ciascuno interviene con carte colorate e perline restituendoceli nella forma che ritiene consona al loro contenuto. Autobiografia del rosso racconta un mondo aperto alle infinite possibilità dell’esistenza, alla possibilità di vivere altre vite, in altri luoghi e in altri tempi ampliando così la nostra capacità di percezione e sviluppando la capacità di riconoscere sé stessi riconoscendosi nelle storie degli altri.
Ci sono opere in cui l’artista decide di porre in primo piano la scrittura attraverso la selezione e la riproduzione di precise porzioni di testo. La parola scritta in queste opere non subisce nessun tipo di trasformazione e viene offerta allo spettatore semplicemente come frammento. E’ il caso delle poesie di Emily Dickinson che incontriamo in una delle stanze della galleria o della storia di “Rosaspina” dei fratelli Grimm che l’artista sospende a mezz’aria trasformando lo spazio tra le parole in un vuoto ricco di significati. In questa tipologia di opere, in cui è la parola a divenire protagonista dello spazio espositivo e a mostrarsi in tutta la sua potenza di mezzo linguistico e nella sua bellezza di entità estetica, sono due le pratiche artigianali utilizzate dall’artista: il ricamo e l’uso delle perline.
Quella del ricamo è una pratica di tradizioni antiche. C’è qualcosa di magico e allo stesso tempo di sacro e di salvifico in tutte le forme del ricamo, che torna come un’eco lontana in queste finestre di parole intessute. I “Diciassette haiku” di Jorge Luis Borges che Sabrina Mezzaqui colloca lungo un corridoio, vengono ricomposti tramite l’utilizzo di perline. Qui la pratica infantile-adolescenziale del giocare a costruire gioielli diviene ancora una volta scansione temporale dell’attività artistica e ponte verso un atteggiamento di pazienza e attenzione. Ciascuno dei 17 haiku è accompagnato da un prezioso origami, una gru di seta ricamata che ricorda le mille gru di quel primo lavoro che ha visto attuarsi la trasformazione dei libri per mano dell’artista (MoMA PS1, 1998).
Sabrina Mezzaqui è nata a Bologna nel 1964, vive e lavora a Marzabotto. Ha partecipato a numerose mostre collettive sia in Italia che all’estero, tra queste ricordiamo: Appello ai meditanti, Galleria Nazionale - Palazzo della Pilotta, Parma, (2014); Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell’arte italiana contemporanea, MAMbo, Bologna, (2013); Bestiario contemporaneo, Museo di Storia Naturale, Venezia, (2013); Andata e ricordo – There and Again – Souvenir de voyage, MART-Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto (TN), (2013); The Dormancy of the Seed/La dormienza del seme, Bengal Art Lounge, Dhaka (Bangladesh), (2012); La realtà non è forte, Sala Gandini del Museo Civico d’Arte, Palazzo dei Musei, Modena, (2010); Equipaje de mano/Bagaglio a mano, Istituto Italiano di Cultura - MOCA, Buenos Aires, (2009); The Bearable Lightness of Being-The Metaphor of the Space, Palazzo Pesaro Parafava, Venezia, (2008); 15° Quadriennale d’Arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma, (2008); Gli artisti della collezione ACACIA, Palazzo Nicolosio Lomellino, Genova, (2008); Micro-narratives, Tentation des petites réalités, Musée d’Art Moderne, Saint-Etienne (F), (2008); Una storia privata. Fotografia e arte contemporanea nella collezione Cotroneo, Museo Carlo Bilotti, Roma, (2008); La parola nell’arte, MART-Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto (TN), (2007); Come acqua nell’acqua, Castel Sant’Elmo, Napoli, (2007); Italian Genius Now, Museum of Fine Arts, Hanoi (Vietnam), (2007); Artempo – Where Time Becoms Art, Palazzo Fortuny, Venezia, (2007); Apocalittici e integrati, MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma, (2007); Natura e metamorfosi, Urban Planning Exhibition Center, Shanghai e Millenium Art Museum, Pechino, e altre sedi, (2006); C’è un tempo, GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna, Torino, (2006); Sabrina Mezzaqui, One Severn Street, Birmingham, (GB), (2005).
Voglio rendere grazie per il linguaggio, che può simulare la sapienza, per Whitman e Francesco d’Assisi, che già scrissero questa poesia, per il fatto che la poesia è inesauribile e si confonde con la totalità degli esseri e non giungerà mai all’ultimo verso e muta secondo gli uomini (J.L.B.)
e per Giorgio Agamben, Agostino d’Ippona, Rita Aldrovandi, Paul Auster, Grazia Bandini, Bashō, Simone de Beauvoir, Elisa Biagini, Karen Blixen, Jorge Luis Borges, Paolo Carraro, Anne Carson, Cinzia Corsi, Teresa d’Avila, Emily Dickinson, Debora Domenichelli, Marguerite Duras, Per Olov Enquist, Antonella Fiocchi, Giovanna Forlanelli, Anne Frank, Alessandra Frisan, Giulia, Giovannetti, Antonio Gramsci, Jacob e Wilhelm Grimm, David Grossman, Ernesto Che Guevara, Etty Hillesum, Patrizia Izzo, Carl Gustav Jung, Frida Kahlo, Paul Klee, Elisa Lavello, C.S. Lewis, Emilia Lodigiani, Jo Lolli, Claudia Losi, Alena Magnani, Franca Mancinelli, Antonella Mazzetti, Franco Miccinesi, Massimo Minini, Margherita Morgantin, Cristina Navacchia, Chiara Neviani, Anaïs Nin, Antonio Papa, Francesca Papa, Fabrizia Paulucci, Pia Pera, Georges Perec, Patrizia Picchietti, Verusca Piazzesi, Maurizio Rigillo, Aldo Rossi, Mauro Sargiani, Florida Scott-Maxwell, Gertrude Stein, Tiziano Terzani, Henry D. Thoreau, Paul Valéry, Valeria Ventura, Elena Volpato, Ken Wilber, Christa Wolf, Virginia Woolf, Paramahansa Yogananda, Marguerite Yourcenar, Adriana Zarri, Unica Zürn.