Asylum

Informazioni Evento

Luogo
VON HOLDEN STUDIO
Via Fastuca 2, 90124 , Palermo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
17/06/2011

ore 19

Artisti
Martina Merlini, Enrico Gabrielli
Generi
arte contemporanea, disegno e grafica

Asylum è un complesso progetto installativo che attraverso una precaria quanto evocativa architettura, fonde su più livelli le astrazioni naturalistiche di Tellas, le tavole ornitologiche illustrate di Martina Merlini ed i muri sonori del polistrumentista Enrico Gabrielli.

Comunicato stampa

Sottilissimi aghi di magnetite risiedono all’interno di alcuni neuroni in determinati nuclei del cervello di tutte le specie volatili. Aghi che, con assoluta precisione, permettono l’orientamento anche per migliaia di kilometri in mare aperto.

Profonda riflessione su una dimensione abitativa intima ed avvolgente, quanto fragile e transitoria, ‘Asylum’ è un complesso progetto installativo che nel 2010 ha già fatto tappa presso Fragilecontinuo in quel di Bologna, e che attraverso una precaria quanto evocativa architettura, fonde su più livelli le astrazioni naturalistiche di Tellas (Cagliari, 1985), le tavole ornitologiche illustrate di Martina Merlini (Bologna, 1986) ed i muri sonori generati dal polistrumentista Enrico Gabrielli (Montevarchi, 1976).
“Ho cominciato a disegnare guardando i volatili che partivano da casa mia verso i paesi più caldi, una decina d’anni fa” racconta Tellas, che con i sodali Martina ed Enrico analizza simbolici processi migratori disegnandone la cartografia con assoluta precisione, attraverso una matita o elementi naturali sapientemente intrecciati.
E’ ormai accertato che in alcune specie di pennuti vi sia una trasmissione delle conoscenze tra le generazioni, ed è chiaro come siano in grado di modificare ed usare piccoli oggetti per perseguire i propri scopi. Allo stesso modo ‘Asylum’ sembra assecondare l’invisibile partitura di un sommesso inno alla precarietà, in cui l’incastro di elementi minimi come rami, foglie e guano, dà vita ad una micro-unità abitativa che sembra suggerire un percorso a ritroso lungo migliaia di kilometri in cui l’uomo da tempo non è più in grado di orientarsi.