Artisti per Frescobaldi

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE STELLINE
Corso Magenta 61, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni | 10 - 20

Vernissage
29/01/2013

ore 18.30 annuncio e premiazione del vincitore presso Chiostro della Magnolia

Contatti
Email: c.ghilotti@klausdavi.com cell
Sito web: http://www.artistiperfrescobaldi.it
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Giovanni Ozzola, Rà Di Martino, Elisa Sighicelli
Curatori
Ludovico Pratesi
Generi
fotografia, collettiva

Saranno esposte, alla Fondazione Stelline di Milano, partner del progetto, le tre opere della prima edizione del Premio Artisti per Frescobaldi.

Comunicato stampa

Dal 22 gennaio al 3 febbraio 2013 saranno esposte, alla Fondazione Stelline di Milano, partner del progetto, le tre opere della prima edizione del Premio Artisti per Frescobaldi.
Gli artisti scelti dal curatore Ludovico Pratesi, in collaborazione con Tiziana Frescobaldi, Direttore Artistico del Premio, sono Rä di Martino, Giovanni Ozzola ed Elisa Sighicelli, che hanno realizzato un’opera fotografica ispirata alla tenuta di CastelGiocondo a Montalcino, dove Frescobaldi produce l’omonimo Brunello.
Le tre opere realizzate per il Premio saranno esaminate da una giuria di direttori di Musei: Marina Pugliese (Museo del Novecento), Angela Tecce (Castel Sant’Elmo) e Franziska Nori (Centro di Culturale Contemporanea Strozzina) e sarà presieduta da Antonio Paolucci (Direttore dei Musei Vaticani).
Il vincitore verrà annunciato alla Fondazione Stelline il 29 gennaio alle 18,30.
Nella sua opera - Paesaggio con dischi volanti (Castelgiocondo), 2012, stampa ai pigmenti su carta cotone 80x144 cm - Rä di Martino gioca sullo stereotipo del paesaggio toscano ispirandosi ad alcuni dipinti del Rinascimento. La presenza degli UFO sul cielo di Castelgiocondo svela l’aspetto irreale di un territorio conosciuto ma non realmente compreso, utilizzato come immagine senza più collegamenti con la vita quotidiana. L’artista ha voluto così sottolineare, attraverso un linguaggio ironico e surreale, le contraddizioni della contemporaneità.
L’opera di Giovanni Ozzola - Historia, al-khimiyah, En to Pan, 1100-2012, 2012, incisione su Stampa lambda, dibond, 125x161 cm - si struttura sulla sovrapposizione visiva e concettuale di due mappe: la carta astrale del cielo sopra Castelgiocondo e la mappa che delinea i confini della tenuta negli anni. Una stratificazione formale che lascia intuire l’arcaica relazione tra l’agricoltura e il movimento dei pianeti e delle stelle, la loro influenza sui raccolti nelle vigne e nei campi. Ozzola ci riporta alla vita della tenuta di Castelgiocondo, al rapporto con le stagioni, alla riflessione sulla capacità dell’uomo di ascoltare il cielo.
Elisa Sighicelli - Senza titolo (una botte di ferro), 2012, fotografia incorniciata, 102x102x4 cm - ha preferito ritrovare la luce nell’oscurità, attraverso un’immagine forte e al tempo stesso indefinita, scattata all’interno di una botte. Le linee dell’oggetto e le sue cromie permettono di catturare una geometria riconoscibile ma non conoscibile, priva di punti di riferimento spaziali. Una flatness che porta lo scatto ad una pittoricità evidente, spostando l’attenzione dal soggetto alle sue componenti cromatiche e formali. Così l’osservatore è portato a cercare nell’immagine la struttura stilistica, simile a un dipinto su tela.
“Ringrazio Rä di Martino, Giovanni Ozzola ed Elisa Sighicelli per aver accettato di partecipare alla prima edizione di Artisti per Frescobaldi – ha affermato Tiziana Frescobaldi, Direttore Artistico del Premio – e per averci dato tre opere particolarmente emozionanti, di altissima qualità. I tre lavori offrono una interpretazione del tutto nuova della tenuta di Castelgiocondo. L’opera di Ozzola è dominata dalla visione introspettiva, dall’influenza astrale e dal rapporto fra cielo e terra; il lavoro di Elisa Sighicelli mi colpisce per il contrasto fra la luce e la materia resa impalpabile; l’opera di Rä di Martino mi offre un’ immagine surreale e quasi onirica del paesaggio.”
Commentando le tre opere, Ludovico Pratesi, curatore del progetto, aggiunge che “L’anima del luogo deve essere scoperta nello stesso modo dell’anima di una persona”. Le parole di James Hillman hanno suggerito ai tre artisti l’approccio corretto al tema della committenza, che ognuno ha sviluppato secondo modalità differenti ma attraverso il comune linguaggio della fotografia, intesa non in senso descrittivo ma interpretativo e concettuale”.