ArteFilm

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA SAN FEDELE
Via Ulrico Hoepli 3A-B, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
15/11/2011

ore 18.15

Biglietti

ingresso libero

Patrocini

del Ministero per i Beni e le Attività culturali ed in collaborazione con

Asolo Art Film Festival, Festival Internazionale di Film sull’Arte e Biografie d’Artista
Cinehollywood

Curatori
Andrea dall’Asta S.I.
Generi
new media

La proposta della Galleria San Fedele, ArteFilm, è una rassegna di documentari e conferenze su temi di arte antica e contemporanea.

Comunicato stampa

ARTEFILM
Conferenze e documentari d’arte
a cura di Andrea dall’Asta S.I.

La proposta della Galleria San Fedele, ArteFilm, è una rassegna di documentari e conferenze su temi di arte antica e contemporanea.
Si tratta di un momento d’incontro e di confronto in cui è possibile discutere sullo status dell’arte di oggi.
L’ingresso è gratuito.

Il ciclo è realizzato con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali ed in collaborazione con

Asolo Art Film Festival, Festival Internazionale di Film sull’Arte e Biografie d’Artista
Cinehollywood

Martedì 15 novembre ore 18.15

Chiara Paratico
MARC CHAGALL, un’arte che anela al cielo

È un “mondo sottosopra” quello dell’ebreo-russo Marc Chagall (Vitebsk 1887 - Saint-Paul de Vence 1985), come dice il titolo della recente mostra organizzata dal Museo di Nizza intitolato al pittore. Una mostra itinerante con due tappe italiane, a Roma e Verona, poi trasferita in Spagna e Svizzera. Nato nel ghetto ebreo della bielorussa Vitebsk, tutta folclore naïf e case in legno, Chagall studiò a San Pietroburgo con Léon Bakst, lo scenografo dei balletti russi, che gli schiuse la rivoluzionaria poetica di Cézanne, Gauguin e Van Gogh, per poi giungere a Parigi ed entrare nei circoli intellettuali delle avanguardie ispirati da Apollinaire, il poeta francese che lo definì "un colorista molto dotato che si lascia trasportare là dove lo spinge la sua immaginazione mistica".
Chagall scriveva «Dovevo cercare un’occupazione che non mi costringesse a voltare le spalle al cielo e alle stelle e che mi consentisse di trovare il senso della mia vita» e per questo fece della pittura una preghiera universale che trascende tutte le religioni e uno degli appelli alla tolleranza più forti lanciati dall'arte. I suoi dipinti sono paesaggi compositi, privi di coordinate spazio-temporali, abitati in primis da coppie d'innamorati, da animali trasfigurati - asini, galli e mucche - da rabbini e violinisti, dal pittore stesso e dalla prima moglie Bella, tutti raffigurati in pose acrobatiche come i circensi, anch'essi fra i suoi personaggi prediletti. Favole liriche e spettacoli incantati non privi di “tinte” tragiche, specchio dei deliri del proprio tempo: la guerra, la rivoluzione russa, le persecuzioni naziste. Tele oniriche da non interpretare semplicisticamente come tentativi di fuggire dalla realtà, ma piuttosto come frutto di un'instancabile volontà di guardare alla vita da più prospettive, dall'alto al basso, in avanti e in dietro, con la forza dell'immaginazione. Dipinti “mistici” nel senso più laico e umano del termine, perché Chagall prima che un pittore religioso - famosa la serie ispirata al Cantico dei Cantici o le sue vetrate, come quelle per la sinagoga del Medical Center dell’Università ebraica a Gerusalemme - è un uomo che anela ad un mondo "altro" creato da una personalissima “visione” della realtà. Una realtà vista con gli occhi della propria anima, esule dalla Russia in Francia e poi in America, e sempre in ricerca, come la figura del vecchio ebreo errante con il fagotto in spalla in molte sue tele. Una sua preghiera a Dio recita: «Rivelami il mio cammino. Non vorrei essere come gli altri; io voglio vedere un mondo nuovo». E, come acutamente osservò Majakovskij chagalle - Chagall è la trascrizione francese di Sagal, abbreviazione del nome vero Mark Zakharovic Sagalov - in russo significa “camminare a grandi passi”, verso il cielo e la libertà di immaginare un mondo nuovo, potremmo aggiungere!

Si ringrazia Cinehollywood editore del filmato – www.cinehollywood.com

Chagall. Il maestro dei sogni
durata: 53'
Cinehollywood

Martedì 22 novembre ore 18.15

Mons. Domenico Sguaitamatti
I Teleri di San Carlo

I “teleri di San Carlo”, esposti tra i pilastri del Duomo dall’inizio di novembre all’Epifania, sono composti di ventotto quadroni che narrano la vita di Carlo Borromeo e avevano la stessa funzione che le grandi vetrate svolgevano all’interno del Duomo.
Come le grandi finestre, anche questi dipinti catturano una luce bianca, forte, calda che viene dall’alto, e per noi la colorano con la varietà cromatica di un vivace arcobaleno che ha la stessa intensità della vita di Carlo Borromeo e gli stessi confini della sua santità.
Il loro vero valore supera dunque la qualità artistica, talvolta discontinua, per diventare traccia colorata, segnale di festa, spiraglio di luce.
In queste opere il fatto storico raccontato, l’intuizione artistica, l’abilità compositiva e tecnica, la vivacità cromatica non diventano mai fine a se stessi e non esauriscono la ricchezza estetica delle singole opere.
C’è, infatti, una “bellezza”, più nascosta, che li accumuna tutti ed è il ritratto di un’umanità che non si vergogna di narrare i suoi problemi, le sue fatiche, le sue speranze, i suoi bisogni, le sue positività, le sue paure, le sue conquiste e le sue miserie.
Soprattutto c’è una “bellezza”, più profonda, che è il colore ed il calore della santità di Carlo: il suo quotidiano rapporto con Dio nella preghiera; la Parola meditata, annunciata e testimoniata; l’attenzione per il “bello” da offrire a Dio nelle liturgie e nei luoghi di culto; l’autorevolezza, l’ascolto e la comprensione nel rapporto con gli altri; la saggezza paterna verso i suoi sacerdoti e le altre istituzioni; l’audacia educativa e la lungimiranza nelle riforme e nella crescita dei più giovani; l’accoglienza, l’attenzione e la carità verso tutti, specialmente verso gli emarginati e gli ammalati; la passione per l’annuncio della Verità che è Cristo; l’amore appassionato per il Crocifisso vera icona sulla cui forma plasmare quotidianamente la propria vita.

Martedì 29 novembre ore 18.15

Matteo Galbiati
Il Museo del 900
(parte seconda)

È nato il 6 dicembre scorso, dopo un innovativo recupero del centralissimo Arengario, il nuovo Museo del Novecento, tesoro prezioso che arricchisce la proposta culturale di Milano. Questa importante apertura riconsegna, infatti, alla città una delle maggiori e più ricche collezioni d’arte, con capolavori celebri ed unici, rappresentativi della storia e dell’arte del secolo scorso. Il ‘900 artistico sarà quindi il protagonista dell’incontro, presentato ed esaminato con l’analisi, il commento, la storia e la lettura delle opere più significative che compongono la raccolta milanese. Un suggerimento e uno stimolo per una suggestiva visita ideale in cui si ammirerà ampia parte della nostra storia artistica recente ripercorrendone le tappe rilevanti attraverso i capolavori dei suoi protagonisti più importanti con un percorso che dal Quarto Stato di Pellizza da Volpedo arriva all’Arte Povera.