Arte Programmata e Cinetica
Con questa nuova iniziativa espositiva sull’arte programmata e cinetica, realizzata a distanza di sei anni dalla mostra “Gli Ambienti del Gruppo T” e di quasi sedici dalla ripresentazione al pubblico della propria collezione di arte cinevisuale, completamente restaurata con la mostra “Opere cinevisuali. Restauri recenti”, la GNAM ha voluto estendere il confronto tra le proprie opere e quelle di numerosi rappresentanti del movimento cine-visuale sia in Europa che fuori.
Comunicato stampa
Giovedì 22 marzo alle ore 18.00 La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta, in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni, la mostra ”ARTE PROGRAMMATA E CINETICA. DA MUNARI A BIASI A COLOMBO E…”.
La mostra è curata da Giovanni Granzotto e Mariastella Margozzi, con la collaborazione di Paolo Martore ed è realizzata con il contributo del Gruppo Euromobil.
Con questa nuova iniziativa espositiva sull’arte programmata e cinetica, realizzata a distanza di sei anni dalla mostra “Gli Ambienti del Gruppo T” e di quasi sedici dalla ripresentazione al pubblico della propria collezione di arte cinevisuale, completamente restaurata con la mostra “Opere cinevisuali. Restauri recenti”, la GNAM ha voluto estendere il confronto tra le proprie opere e quelle di numerosi rappresentanti del movimento cine-visuale sia in Europa che fuori, con l’intenzione di mostrare al pubblico gli esisti estetici ai quali gli artisti e i gruppi in primis sono giunti, intersecando le proprie ricerche in numerosissime esposizioni internazionali e suffragando le proprie tesi con il pensiero di filosofi, critici e scrittori del calibro di Umberto Eco, Frank Popper, Giulio Carlo Argan, Umbro Apollonio ecc.
Il “gruppo” è per molti il fulcro delle poetiche dell’arte programmata e cinetica e rappresenta, in un’epoca che lo consacra come nucleo attivo di pensiero creativo (pensiamo ai gruppi musicali), la sigla sotto la quale far convergere una metodologia collettiva di lavoro che si può considerare valida universalmente. Tuttavia, già nella prima metà degli anni Sessanta i gruppi cominciano a sciogliersi e, per varie ragioni, anche di rivendicazioni personali di ricerche e tipologie, si fanno avanti gli individualismi che il concetto stesso di arte comporta.
Nella mostra, per documentare queste due posizioni, si è preferito presentare le varie individualità artistiche, partendo proprio da colui che è considerato il padre del movimento, Bruno Munari, che pur non facendo parte di alcun gruppo ha partecipato assiduamente a manifestazioni espositive dei gruppi non solo italiani. La stessa individualità, pur nella sintonia con le premesse metodologiche ed estetiche dei gruppi, abbiamo voluto riservarla a Enzo Mari e a Getulio Alviani.
Particolare rilievo, inoltre, è stato dato ad Alberto Biasi e Gianni Colombo, indubbiamente i capofila dei gruppi N di Padova e T di Milano, che hanno continuato ad avere nei decenni a seguire una grande risonanza anche internazionale. Con loro non potevano mancare tutti gli altri componenti dei gruppi N, Landi, Chiggio, Massironi, Costa, e T, Boriani, Anceschi, Varisco, De Vecchi.
L’apertura agli artisti europei, non sufficientemente documentata dalle opere della Gnam, era d’obbligo per dimostrare ancora una volta la vastità del movimento e la sua capacità di rinnovamento artistico e di ricerca di una universalità di linguaggio, necessaria a superare la crisi di valori dell’espressionismo e dell’informale, ma anche per mettersi a confronto con l’industria e la tecnologia che avanzavano.
E allora il Grav di Parigi è rappresentato da Le Parc, Morellet, Stein, Garcia Rossi, Sobrino, Yvaral.
Del Gruppo Zero di Düsseldorf sono esposte opere di Uecker, Piene e Mack.
Non mancano altri artisti sudamericani, che tanto hanno contribuito al movimento, Asis, Vardanega, Cruz-Diez, Tomasello, riuniti intorno a Jesus Rafael Soto, del quale in questa occasione viene ripresentato, restaurato, il Grande muro panoramico vibrante, acquistato da Palma Bucarelli alla Biennale di Venezia del 1966 e non più visibile in Galleria da oltre trent’anni.
Una piccola sezione è stata dedicata anche ai gruppi di arte programmata “pura” romani, l’“operativo r” di Lucia Di Luciano e Giovanni Pizzo e lo “sperimentale p” di Lia Drei e Francesco Guerrieri, seguiti proprio da Argan nell'evoluzione della loro poetica.
È tuttavia, d’obbligo, nominare anche tutti gli altri artisti che sono stati coinvolti nel progetto, perché di ognuno di essi si può cogliere il rilevante contributo alle ricerche sia programmate che cinetico-visuali: Agostini, Apollonio, Arena, Biggi, Brook, Calos, Campesan, Carrino, Costalonga, Costantini, Dadamaino, Finzi, Fogliati, Frascà, Gard, Grignani, Magnoni, Marchegiani, Gruppo MID, Morandini, Ormenese, Rotta Loria, Scirpa, Uncini, Vigo, Zen.
Tra gli artisti stranieri, saranno in mostra Agam, Asis, Boto, Cruz-Diez, Demarco, Glattfelder, Malina, Picelj, Schöffer, Soto, Tomasello, Tornquist, Vardanega, Vasarely.