Armenia

Mostra collettiva Armenia: un cammino nella memoria
Comunicato stampa
Il 1° maggio 2025 si inaugura nella basilica della Santissima Annunziata di Firenze la mostra collettiva Armenia: un cammino nella
memoria, che resterà aperta fino all’8 del mese. Nata per commemorare il 110° anniversario del genocidio del popolo armeno, è
stata anche l’occasione, da parte di tre artisti, per compiere un viaggio simbolico nel cuore di una terra conosciuta soprattutto per
l’immane tragedia vissuta nel Novecento, ma in misura minore per l’immenso patrimonio di cultura, di fede e di spiritualità,
accumulato nella sua storia millenaria. La spiritualità è dunque il Leitmotiv della mostra, ricordando che la Grande Armenia fu il
primo regno ad adottare nel 301 il cristianesimo come religione nazionale. Curata da Vittorio Santoianni, la mostra riunisce le
opere di Lilit Hayrapetyan, artista di origine armena, naturalizzata italiana e formatasi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, di
Massimo Orsini, artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, e di Andrea Ulivi, fotografo, editore e docente della
Scuola di Editoria di Firenze. Le opere sono visibili al pubblico nell’atrio che immette nel Chiostro Grande, o dei Morti, e nella
Sagrestia della Madonna. Il loro allestimento è concepito come una successione di tappe di un percorso che conduce nel cuore
dell’Armenia, della quale gli artisti intendono restituire al pubblico i suoi profondi valori religiosi e la sua cultura conservatasi
ancora integra. Nell’atrio sono esposte due installazioni di Hayrapetyan (una di esse è dedicata al genocidio del 1915), e una
grande stampa fotografica di Ulivi che mostra un interno del monastero di Geghard. Invece, all’interno della Sagrestia, sono
collocati 15 scatti di Ulivi, in bianco e nero, raffiguranti luoghi sacri dell’Armenia, due installazioni di Orsini, di cui quella sulla mensa
dell’altare comprende i ritratti di setti uomini illustri armeni, vissuti in varie epoche, denominati dall’artista i «Santi Eroi», e
un’installazione di Hayrapetyan adiacente al ciborio. Il percorso è completato da un’opera collettiva dei tre artisti, sul tema del
ricordo del viaggio, sistemata sugli scaffali dell’unico armadio seicentesco aperto. In merito al carattere dell’evento, nel testo di
presentazione è scritto: «Questa mostra, per il senso del sacro che la pervade, derivato dai suoi elevati contenuti spirituali, per gli
impercettibili legami con la realtà invisibile e per il desiderio di riconnettersi con la sfera del divino, costituisce una felice eccezione
nel panorama contemporaneo. Ed è inoltre una coraggiosa testimonianza di come l’arte, sempre più lontana dal mondo dello
spirito, sotto la spinta del processo di secolarizzazione in corso nella società odierna, possa ancora costituire una via maestra per
riavvicinarsi a esso».