Architettura d’incontro
Architettura d’incontro è una conversazione attorno ai lavori di Remo Salvadori presenti all’interno dell’ex chiesa di San Giacomo di Forlì.
Comunicato stampa
Architettura d’incontro
Interventi di Remo Salvadori, Pier Luigi Tazzi, Davide Ferri, Angelo di Gregorio
25 settembre 2016, ore 17.00
chiesa di San Giacomo
piazza Guido da Montefeltro, 47121 Forlì
Architettura d’incontro è una conversazione attorno ai lavori di Remo Salvadori presenti all’interno dell’ex chiesa di San Giacomo di Forlì. Un tentativo di raccontare alcuni aspetti emblematici della poetica dell’artista e di ripercorrere l’esperienza dell’incontro tra il corpo dell’opera e l’edificio ospitante, che è alla base del progetto, attraverso le parole di Remo Salvadori, artista; Pier Luigi Tazzi, critico d’arte e curatore indipendente; Davide Ferri, curatore della mostra Nel punto immobile del mondo rotante assieme a Cristina Ambrosini; e gli interventi musicali del flautista Angelo di Gregorio.
Ingresso libero
Per informazioni:
Servizio Cultura e Musei
tel. 0543 712627 - 712659
[email protected]
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Nel punto immobile del mondo rotante, è un progetto che ha incluso più interventi di Remo Salvadori nella chiesa di San Giacomo a Forlì intrecciando un dialogo ideale tra la grande mostra Piero della Francesca – Indagine su un mito allestita fino allo scorso giugno ai Musei San Domenico e un artista italiano attivo nel nostro tempo, suggerendo la possibilità che la luce di Piero si estenda oltre i confini temporali in cui si inscrive la mostra, dunque anche nel presente.
L’identità dell’arte italiana attuale, infatti, è certamente rintracciabile anche in un legame con il Rinascimento non tanto per via di rimandi diretti o citazioni, ma come inevitabile sopravvivenza di una dimensione neoplatonica e geometrizzante, metafisica, una linea che attraversa tutto il Novecento e arriva ad alcune delle ricerche più attuali.
La scelta per questo appuntamento è ricaduta su Remo Salvadori, uno dei maggiori artisti italiani della sua generazione, una figura emersa nel panorama dell’arte a cavallo tra anni Settanta e Ottanta e che, proprio negli anni Ottanta, ha sviluppato un linguaggio legato alla scultura, all’installazione e a interventi site-specific in controtendenza con il diffuso ritorno alla pittura di quel decennio; un lavoro che, riletto a posteriori, funge da collante tra l’esperienza dell’Arte Povera e le poetiche degli artisti delle generazioni successive.
Il progetto, da leggersi come il primo di un’ipotetica serie a cadenza annuale, mira anche a ridefinire una delle possibili funzioni della chiesa di San Giacomo come spazio per l’arte contemporanea, con una serie di opere che siano in grado di ri-orientare gli sguardi dei visitatori sul luogo ospitante. Qui, il lavoro di Salvadori comunica una pratica e un’esperienza dell’opera come rapporto attivo con lo spazio architettonico in grado di proiettare lo sguardo e le riflessioni sul presente e sul futuro dell’arte.
Nel punto immobile del mondo rotante non è una mostra. È piuttosto un dialogo prolungato tra l’artista e l’architettura del San Giacomo, una lunga frequentazione tra il corpo dell’opera e quello dell’edificio ospitante, dove hanno trovato luogo lavori emblematici della poetica dell’artista.
È proprio un’idea di vitalità dell’opera, dell’opera come luogo attorno a cui si addensa un’energia e si vive un’esperienza, uno scambio intimo e dinamico con lo spettatore, che gli interventi di Salvadori al San Giacomo hanno attivato e nutrito. Le opere dialogano tra loro e con l’architettura da posizioni diverse e potenzialmente complementari.
Sabato 18 giugno, giorno dell’inaugurazione della mostra, davanti alla chiesa di San Giacomo, si è assistito insieme all’artista alla realizzazione dell’opera Continuo Infinito Presente, un processo di costruzione di un anello in acciaio a svelare il passaggio da una corda lineare a una circonferenza dove inizio e fine si annullano. L’azione ha coinvolto sette collaboratori ed era durata circa un’ora e mezzo. Il flautista Angelo di Gregorio ha suonato alcune composizioni di musica classica – prima dell’inizio dei lavori e a conclusione – all’interno della navata del San Giacomo, quando l’opera era stata poi collocata sotto la navata centrale trovando così il suo luogo in risonanza con lo spazio e con le altre opere.
Nel punto immobile del mondo rotante è un’esperienza di avvicinamento al lavoro di Salvadori attraverso le opere, ma anche attraverso azioni, incontri e conversazioni.
Remo Salvadori, vive tra Milano e Cerreto Guidi, in Toscana, dov’è nato nel 1947.
Ha partecipato alle più importanti rassegne e mostre internazionali d’arte contemporanea, come Documenta di Kassel (nel 1982 e nel 1992) e a diverse edizioni della Biennale di Venezia (1982, 1986 e 1993). Ha esposto in alcuni dei principali musei italiani e del mondo, e anche in siti storici e archeologici e prestigiosi luoghi pubblici (Piazza San Giovanni a Firenze, il Parco Archeologico di Ostia Antica, il Parco Archeologico di Istanbul).
Del suo lavoro si sono occupati a più riprese alcuni dei maggiori critici d’arte e curatori italiani, come Germano Celant, Bruno Corà, Pier Luigi Tazzi e Adachiara Zevi.