Antonio Biasiucci – Corpo Ligneo Corpo Latteo

Informazioni Evento

Luogo
MAGAZZINO
Via Dei Prefetti 17, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Tue-Sat: 11.00-20.00
closed Sunday and Monday

Vernissage
23/02/2022

ore 18.30

Artisti
Antonio Biasiucci
Curatori
Kathryn Weir
Generi
fotografia, personale

Biasiucci tende ad un approccio seriale ai particolari del mondo che lo circonda e alla trasfigurazione operata dalla fotografia.

Comunicato stampa

Magazzino è lieta di annunciare la quinta mostra personale in galleria di Antonio Biasiucci (Dragoni, 1961, vive e lavora a Napoli). In mostra saranno presentate per la prima volta al pubblico le due serie fotografiche Corpo Ligneo (2020-2021) e Corpo Latteo (2017-2021).

Biasiucci tende ad un approccio seriale ai particolari del mondo che lo circonda e alla trasfigurazione operata dalla fotografia. A partire dalle serie più conosciute realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta come Magma o RES fino alle più recenti degli anni Duemila (Pani, Volti, Codex), nel corpus di opere è costante l’attenzione alle possibilità narrative del mezzo fotografico, che da uno sguardo, spesso teso al dettaglio, restituisce una visione invece espansa legata a elementi primari dell’esistenza.

Le nuove serie presentate in mostra, Corpo Ligneo e Corpo Latteo, testimoniano la capacità dell’artista di trasformare la percezione di elementi naturali e del quotidiano. Da un lato, una serie di spaccati tronchi di alberi si traducono in immagini fortemente evocative, che oscillano tra il riferimento a certa pittura di paesaggio, fino ad atmosfere riferibili alla science-fiction o alle visioni di Lovecraft. I Corpi Lignei di Biasiucci immergono lo spettatore in una sorta di tassonomia fantastica, alla quale si assiste non sicuri di guardare il relitto di un misterioso vascello alieno, i resti di un’isola vulcanica, o più semplicemente, lo skyline di una città futurista in decomposizione.

D’altra parte, in Corpo Latteo l’artista rivolge lo sguardo verso un mondo esterno, suggerendo esplosioni stellari o ambigui corpi celesti ritratti in un momento di passaggio di stato. Il riferimento al corpo, come concetto esteso, è ricorrente nel lavoro di Biasiucci (Madri, Res, Ex Voto, Volti) ma altrettanto lo è la sua traduzione su un piano essenziale: una trasfigurazione verso altri domini del reale, spesso oltre la portata del nostro sguardo. Così come il pane suggerisce la materia di un lontano asteroide, il latte (simbolo di per sé di vita, di nascita, di venuta al mondo) assume uno stato “gassoso”, restituisce un’idea di “distante”, di altro, la stessa, appunto, scaturita da una foto dello spazio o la cattura di un evento in un luogo remoto di un imprecisato “oltre”. A questa distanza fa quasi da contrappunto la presenza, in questi corpi lattei, di forme che sembrano invece suggerire la nascita, la formazione di un organismo, quasi una citazione dello “Star-Child” che, in 2001: Odissea nello Spazio, emerge dal nero profondo nella visione finale.

Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. Nel 1980 si trasferisce a Napoli, dove comincia un lavoro sugli spazi delle periferie urbane e contemporaneamente una ricerca sulla memoria personale, fotografando riti, ambienti e persone del paese nativo. Nel 1984 inizia una collaborazione con l’Osservatorio vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in Italia. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Fin dagli inizi la sua ricerca si concentra sugli elementi primari dell’esistenza. Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui, nel 1992, ad Arles, il premio “European Kodak Panorama”; nel 2005 il “Kraszna/Krausz Photography Book Awards”, per la pubblicazione del volume Res. Lo stato delle cose (2004). Numerosissime le mostre personali e le partecipazioni a mostre collettive, a festival e rassegne nazionali e internazionali: tra le personali ricordiamo quella al Festival Internazionale della Fotografia di Arles (2004), all’Ara Pacis nel 2007, alla Maison Europèenne de la Photographie di Parigi (2013), al Museo Archeologico Nazionale di Napoli nel 2016; tra le collettive annoveriamo quelle nel Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2011 e del 2015, all’American Academy in Rome, 2015; al Foro Romano, 2015, al Madre di Napoli (2004, 2005, 2009, 2013, 2021), alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2009).
Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni, in Italia e all’estero, tra cui: Istituto nazionale per la grafica, Roma; MAXXI, Roma; PAN Palazzo delle Arti, Napoli; MADRE-Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, Napoli; Metropolitana di Napoli; Galleria Civica di Modena; Museo di fotografia contemporanea Villa Ghirlanda, Cinisello Balsamo (Milano); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte Contemporanea, Guarene (Cuneo); Fondazione Banco di Napoli; Collezione Banca Unicredit, Bologna; Bibliothèque nationale de France, Parigi; Maison Européenne de la Photographie, Parigi; Château d’Eau, Tolosa; Musée de l’Elysée, Losanna; Centre de la Photographie, Ginevra; Fondazione Banca del Gottardo, Lugano; Centre Méditerranéen de la Photographie, Bastia; Galerie Freihausgasse, Villach (Austria); Departamento de investigación y documentación de la Cultura Audiovisual, Puebla (Messico), Mart, Rovereto, Pio Monte Della Misericordia, Napoli; Fondazione Modena per la fotografia; Farnesina, Ministero degli Esteri, Roma.