Anna Benedetto – Camera d’attesa
Una selezione di immagini, tratte dalla documentazione dell’attività dei medici volontari di Interethnos Interplast Italy Onlus presso il Dhaka Medical College in Bangladesh.
Comunicato stampa
Una selezione di immagini, tratte dalla documentazione dell’attività dei medici volontari di Interethnos Interplast Italy Onlus presso il Dhaka Medical College in Bangladesh (10 - 11 gennaio 2015) http://www.3ionlus.org/.
Le fotografie che Anna Benedetto ha scelto per la mostra alla Galleria Bruno Lisi-AOC F58 non riportano a un resoconto di carattere tecnico e neppure al racconto di esperienze traumatiche ma evocano piuttosto una situazione umana, caratterizzata da una diffusa presenza emotiva. L’ospedale di Dhaka è ripreso da uno sguardo autoriale apparentemente sommesso; un meditato distacco che significa rispetto per la sofferenza dei pazienti e per il lavoro dei medici. L’informazione arriva a chi guarda senza impregnarsi di stereotipi e senza riferimenti estetizzanti, portando l’attenzione sull’atmosfera dell’attesa. L’attesa in corsia, nei corridoi, nei volti, nei corpi e nelle posture, nelle luci e nelle penombre; figure immerse nella dimensione di un tempo sospeso in cui, anche quando si sta insieme, domina la solitudine.
Samaya infatti vuol dire tempo, quello dei medici in missione, quello (brevissimo) del team del reportage e quello delle attese dei pazienti. Il sottotitolo, Camera d'attesa, gioca sulla doppia valenza del termine "camera" che può essere la fotocamera con la quale sono stati fissati questi momenti oppure lo spazio fisico di attesa in cui situazioni e persone si avvicendano.
Con queste valenze il lavoro fotografico di Anna Benedetto sollecita una riflessione sulle pratiche del reportage fotografico e attraverso di esso, sull’ontologia stessa dell’immagine fotografica. Che significa oggi reportage? Che rapporto intrattiene la fotografia da un lato con la documentazione dall’altro con la spettacolarizzazione? E soprattutto in che misura veicola gli elementi di una condizione emotiva e privata? Il reportage è un serbatoio di informazioni o il motore di metafore e simboli? In quali modi e misure documento e bellezza possono interagire senza elidersi a vicenda?
Anna Benedetto, nata a Taranto nel 1979, laurea specialistica in "Cinema, Teatro e Produzione Multimediale".
Vive a Roma, dove dal 2011 è socia, fotografa e formatrice all'interno del team di 6PM STUDIO (http://6pmstudio.com/).
Ha all'attivo diverse pubblicazioni per magazine, quotidiani e case editrici a tiratura nazionale.
Ha partecipato a varie collettive e questa è la sua prima mostra personale.