Angiolo Mantovanelli – Pittore e scenografo

Informazioni Evento

Luogo
ONE GALLERY
via Roma 67 , L'Aquila, Italia
Date
Dal al
Vernissage
05/08/2021
Artisti
Angiolo Mantovanelli
Generi
arte contemporanea, personale
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La mostra celebra, a cento anni dalla nascita, l’arte di un grande artista della seconda metà del Novecento.

Comunicato stampa

Angiolo Mantovanelli
e L’Aquila Felix
degli anni Cinquanta-Settanta
Presentazione di ANTONIO GASBARRINI

Senza la determinante attività del “Gruppo Artisti Aquilani”, sorto nella città capoluogo a stretto ridosso della disfatta nazi-fascista, la rigenerazione dell’intera comunità civica non avrebbe mai assunto quei tratti di emancipatrice effervescenza che subito la contraddistinsero nell’asfittico panorama culturale post-dittatoriale regionale ed italiano. Si deve, infatti, ai pittori e scultori qui attivi (Amleto Cencioni, Pio Iorio, Fulvio Muzi ed altri ancora) o fortemente legati al territorio come Remo Brindisi, se le Arti Visive faranno da traino all’intero rinnovamento verificatosi a livello istituzionale con la nascita dell’Accademia di Belle Arti e dell’Istituto d’Arte o negli altri settori musicali e teatrali, con il varo, rispettivamente, della Società Aquilana dei Concerti e del Teatro Stabile dell’Aquila.
È in tale vitale contesto che va incorniciata la fertile vicenda umana ed artistica del veneto Angiolo Mantovanelli, giovane trentunenne approdato a L’Aquila nel 1951, il quale qui opererà fino al suo estremo saluto dato nel 1981.
Si deve unicamente ai suoi più stretti famigliari, la moglie Anna Maria Bruno e il figlio Maurizio, se questa sua retrospettiva alla neo-nata One Gallery ha preso corpo nel Centenario della sua nascita, grazie anche alla disponibilità di alcuni sensibili collezionisti che hanno messo a disposizione le opere esposte. Opere ripercorrenti i tratti essenziali della sua poetica, indagata, anche se marginalmente a causa del mancato reperimento di adeguati documenti d’archivio, nei suoi risvolti meno conosciuti di direttore del laboratorio di scenografia e scenografo in prima persona nella epocale rappresentazione teatrale L’avventura di Maria di Italo Svevo al Festival dei Due Mondi di Spoleto, nel 1966, prodotta dal Teatro Stabile dell’Aquila (TSA, ora Teatro Stabile d’Abruzzo). Sicché, con la mediazione estetica della sua alta figura artistica, sarà possibile ripercorrere la magica stagione culturale di quell’irripetibile trentennio, grazie anche agli apporti testuali del compianto critico Enrico Crispolti – “inventore” delle mitiche Alternative Attuali degli anni Sessanta tenute negli impareggiabili spazi del Castello Cinquecentesco tuttora inagibile a causa dei danni inferti dal sisma di oltre dodici anni fa – dello scrivente e di Errico Centofanti per quanto attiene il versante scenografico.
Un’autentica lezione di stile, questa iniziativa, tenuta grazie al corale apporto dei privati cittadini che l’hanno resa possibile, a fronte della totale assenza Istituzionale d’una municipalità che quasi mai ha saputo tutelare ed onorare la memoria dei suoi artisti migliori con adeguate storicizzazioni editoriali e museali: e, questo catalogo, ne è la vivida testimonianza.
Pur se contenuta nel numero delle opere esposte, la retrospettiva “Angiolo Mantovanelli pittore e scenografo ne ‘La magnifica citade’ (1951-1981)” documenta sufficientemente l’instancabile ricerca, non solo formale-linguistica, d’un artista ch’era sempre stato in sintonia con le problematiche estetiche del proprio tempo nonché con i sussulti emotivi generati da sanguinarie guerre come quella vietnamita ed i dirompenti moti del ‘68 o da conquiste scientifiche e tecnologiche come l’allunaggio di Neil Armstrong e Buzz Aldrin o la scoperta del vaccino antipoliomielite da parte di Sabin.
E, se i visionari collages cronachistici degli anni Sessanta faranno da contrappunto alle nature morte e paesaggi dall’impianto materico informale del decennio precedente, sarà il forte richiamo d’una “pittura-pittura colta” assorbita prevalentemente nella giovinezza vissuta in terra veronese, ad affinare sia il registro espressivo che tematico ispirato ai vari Pisanello, Piero della Francesca, Rembrandt. Sfociato nel 1978 nella mostra personale “Omaggio a Le Corbusier” tenuta a L’Aquila nella interdisciplinare quanto battagliera “Officina Culturale 77” (da me diretta) attiva negli spazi della tipografia gestita dall’indimenticabile Claudio Del Romano.
In questo straordinario ciclo, che costituirà un po’ la pietra di paragone degli ultimi dipinti, protagonista indiscussa sarà una metafisica donna-manichino erotizzata, d’ascendenza botticelliana. Colta, da Mantovanelli, quasi sempre di sorpresa, in questa o quella sua dinamizzata movenza corporale riconquistata grazie alla rottura delle ingessanti, costrittive fasce della millenaria, perdurante, prevaricazione maschilista.