Angelo Zuena – Il fiore & il ferro (paesaggi sconosciuti)
Scarti, minime variazioni su un impianto compositivo consolidatosi in decenni di lavoro. Le regole del gioco sono fissate: è nato lo stile.
Comunicato stampa
Angelo Zuena, oltre che nel suo territorio d’origine, ha esposto i suoi lavori a Pisa, Torino, Rovereto, Venezia, Roma, Ferrara, Parigi, Padova e Biella. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti tra cui la medaglia del Presidente della Repubblica.
Si sono interessati e hanno scritto della sua pittura: Natale Antonio Rossi, Giovanni Burali d’Arezzo, Danilo Soscia, Francesca Mariotti, Luciano Doddoli, Sara Tagliacozzo, Franco De Luca, Normanno Soscia, Antonio Di Leta e Maria Teresa Molineris.
Una splendida inattualità
"Duro e inossidabile come il granito, il vetro, la giada e tutte le pietre dure, come certa materia resistente al tempo. Vedo Zuena e penso alle foreste pietrificate, ai fossili, a quelle cose che passano dalla deperibilità dell'organico alla durevolezza del minerale.
Zuena appartiene alla famiglia degli artisti ostinati. La sua ricerca, mai paga, è sempre sospinta oltre se stessa. Pur nella varietà delle scelte compositive, sembra che insegua sempre lo stesso quadro, e ogni lavoro è un approssimarsi alla perfezione di questo quadro estremo.
Scarti, minime variazioni su un impianto compositivo consolidatosi in decenni di lavoro. Le regole del gioco sono fissate: è nato lo stile. Zuena se l'è “conquistato”, il suo modo è riconoscibile, nel vasto cielo dell'arte visiva è una costellazione piccola o grande, prossima o remota, lucente od opaca, qui non fa differenza. C'è da qualche parte ed è un fatto incontestabile.
La questione travalica il gusto e i valori estetici. La sua ricerca, proprio per l'ostinazione a ripetere l'uguale in vista di un limite estremo, è di per sé un fatto artistico. Benché dipinga fin dall'adolescenza, Zuena è riuscito a tenersi sempre in disparte. Nel suo rifugio di provincia, dove il tempo della storia sembra arrestarsi, vive l'arte come esperienza totale e assoluta. Distante anni luce dal modello dell'artista dei nostri giorni fluido e precario, pressato dall'attualità delle mode estetiche, vittima, se non schiavo, delle finzioni del sistema dell'arte, Zuena compie il suo viaggio in solitaria con il coraggio di un pioniere attratto dall'ignoto.
Zuena è inattuale: la sua esperienza creativa ha una temporalità sconnessa dalla temporalità sociale. Questo tempo separato, essendo radicalmente conflittuale, vive di luce propria. Non c'è nulla di mimetico nella sua pittura, è come se questa trovasse in se stessa il proprio principio generativo. Qui sta forse la peculiarità: è una ricerca serrata e costante che non ha bisogno di forze esterne per sussistere, ma si affida a un riserva di energia creativa interna che minaccia di esaurirsi, ma come per miracolo si rinnova.”
[Giovanni Burali d’Arezzo.]