Andrea Santarlasci – In segreto

Informazioni Evento

Luogo
CASA MASACCIO
Corso Italia 83, San Giovanni Valdarno, Italia
Date
Dal al

feriali 15-19, festivi 10-12/15-19

Vernissage
14/12/2019

ore 18: 00 | Palazzo Corboli - Biblioteca Comunale

Artisti
Andrea Santarlasci
Curatori
Saretto Cincinelli
Generi
arte contemporanea, personale
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Mostra personale

Comunicato stampa

14 dicembre 2019 - 9 febbraio 2020
Casa Masaccio | Corso Italia, 83
Palazzo Corboli - Biblioteca Comunale | via Alberti 17
San Giovanni Valdarno

ANDREA SANTARLASCI
In segreto

a cura di Saretto Cincinelli

sabato 14 dicembre
ore 18: 00 | Palazzo Corboli - Biblioteca Comunale
presentazione della mostra con Andrea Santarlasci (artista), Saretto Cincinelli (curatore indipendente), Stefano Pezzato (Responsabile collezioni e archivi, coordinamento attività regionali - Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato)
ore 19: 00 | Palazzo Corboli - Biblioteca Comunale, Casa Masaccio
inaugurazione

“Ogni luogo cela in sé immagini invisibili ma concrete, segreti che possono essere condivisi senza essere disvelati”
Andrea Santarlasci

“La morte potrebbe essere quell’enigma, quel mistero che inevitabilmente ci rinvia alla vita, ma la vita, con i suoi segni ineffabili ma profondi, con la sua caducità, non cessa di rinviarci a quell’enigma, a quel mistero che chiamiamo morte, che ci accompagna sotterraneamente in tutta la nostra esistenza”
Andrea Santarlasci

“E’ il luogo che suggerisce, che in qualche modo genera l’opera…” ha scritto Andrea Santarlasci, una riflessione che introduce in maniera adeguata ad una esposizione complessa dove si esplorano valenze introspettive e relazionali, e che ruota attorno ad una installazione extra muros: Le nostre invisibili memorie, 2019, realizzata dall’artista nello spazio seminterrato di Palazzo Corboli (sede della Biblioteca Comunale), individuato e scelto dopo una visita alla città di San Giovanni Valdarno. Il luogo, solitamente inaccessibile e interdetto al pubblico, una stanza segreta che custodisce i reperti dello scavo archeologico (macerie, ceramiche e resti umani) che ha coinvolto l’edificio di Palazzo d’Arnolfo e le sue adiacenze, sarà parzialmente disvelato attraverso l’intervento site-specific incentrato sul tema della morte e del dolore, capace di attivare riflessioni e meditazioni sui motivi antropologici e sociali della storia della città. Nell’opera frammenti e oggetti emersi dagli scavi permettono una riflessione sul tessuto sociale del luogo e divengono portatori di aspetti enigmatici, generando una meditazione che induce a oltrepassare il nostro consueto stato di coscienza.
L’esposizione prosegue a Casa Masaccio, attraverso un percorso articolato da diverse opere che include l’inedita installazione: L’altra luce del giorno, 2019, che attraverso una presenza- assenza crea una simultaneità di tempi in un’unica visione, un sottile richiamo e omaggio teorico al Tributo di Masaccio. Un grande frammento di tronco eroso con le radici, un albero reciso, posto sorprendentemente in bilico ed in equilibrio, una massa sospesa che poggia esclusivamente su una cuspide della radice, dal tronco si proietta una sorta di ombra, l’immagine completa dell’albero con le sue ramificazioni e le sue foglie. Il contrasto tra l’assenza materiale della parte superiore dell’albero e la completa presenza nell’immagine virtuale attiva un cortocircuito temporale, come dichiara l’artista: “qui si fonde un prima e un dopo: una simultaneità di tempi, una compresenza tra ciò che è stato e ciò che diverrà. L’installazione potrebbe evocare anche tutta la fragilità della vita con i suoi eventi tragici, umani e non-umani, attraverso la mutilazione e i motivi dell’assenza che sondano anche suggestioni di una diversa ‘razionalità’ ”.
Saranno inoltre proposte opere, passate e recenti, che rinviano comunque alle suggestioni e ai temi di questo percorso espositivo: oggetti-scultura, fotografie ed acquarelli nei quali appaiono scritte che si sdoppiano, si rovesciano, si rompono o svaniscono, poste in sospensione sui vetri contenuti all’interno delle cornici. Citazioni filosofiche scelte dai frammenti di Eraclito, termini chiave della filosofia come Thauma e Aletheia oltre a parole tratte dalla letteratura classica come Lacrimae, fino ad alcune frasi riprese da scritti dell’artista stesso, in un continuo richiamo tra la scrittura e la sua ombra, tra immagine visuale e presenza testuale, da leggere spesso nel loro fondo enigmatico, rimandano alla poliedricità della pratica di Santarlasci e al suo doppio scavo nella lettura del flusso di diversi paradossi temporali.
All’ultimo piano di Casa Masaccio sarà proposta un’istallazione/performance: Le immagini invisibili dei luoghi, 2019, creata per l’occasione, una porzione di labirinto costituita da lamiere metalliche, traforate e traguardabili, che al suo centro crea uno spazio chiuso e invalicabile fisicamente, ma non dallo guardo, dove una lettrice- performer, con una fioca fiamma in mano, recita alcuni frammenti di testi scritti dall’artista che evocano e inducono un percorso ed una meditazione sulle immagini invisibili, ma concrete dei luoghi capaci di suscitare riflessioni su questioni esistenziali, sociali e antropologiche, colte in una dimensione individuale e collettiva, che evocano i legami intessuti di un altro segreto che non ci è dato rivelare, ma che possiamo certamente sempre condividere: “la figura più seducente per quest’altro segreto sarebbe la morte, ciò che ha rapporto con la morte, ciò che la morte porta con sé - e che dunque è la vita stessa” .

Progetto realizzato nell’ambito di Toscanaincontemporanea2019.
Con il generoso contributo di Fondazione Oelle, Catania.

Andrea Santarlasci (Pisa, 1964, dove vive e lavora) ha frequentato le Accademie di Belle Arti di Venezia prima e di Carrara poi. Fin dagli esordi affronta temi che attraversano tutti i momenti della sua ricerca: le relazioni e le opposizioni tra naturale e artificiale, tra spazio privato e ambiente esterno, tra riflessione individuale e dimensione collettiva. Precocemente approfondisce argomenti, quali l’identità e l’alterità, il bilico, la morte e il dolore, realizzando spesso installazioni che affrontano tematiche relative alle catastrofi naturali, alla trasformazione del territorio e delle sue rovine, alla dimensione della fragilità e della crisi. Tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ’90, ha iniziato e sviluppato un percorso in cui coesistono molteplici tecniche: disegno, fotografia, opere tridimensionali dall’oggetto alla scultura. Ha realizzato nel tempo numerose installazioni in ambienti di archeologia industriale, luoghi storici e spazi alternativi, anche fuori dagli ambiti convenzionali e tradizionalmente deputati alle esposizioni d’arte, inseriti nel vivo tessuto urbano o in contesti naturali, oltre che in sedi pubbliche più istituzionalizzate e connotate da un rilevante valore socio-culturale.
Nel corso di alcuni decenni di intensa attività in Italia, ma anche all’estero, la sua ricerca ha interrogato, attraverso una approfondita riflessione-meditazione, le differenze e le distinzioni tra spazio e luogo nelle loro diverse declinazioni. Tali ambiti vengono esplorati ed interpretati come contesti soggettivi, socio-culturali e antropologici, anche in una dimensione simbolica aperta e complessa, spesso ineffabile e non riferibile al puro riconoscimento.
Come dichiara l’artista: “Ogni luogo, come ogni realtà, è uno spazio carico di inesauribili rimandi e connessioni, dove l’altrove e l’alterità costituiscono la sua essenza complessa, fatta di ramificazioni, e articolazioni…”.
Le installazioni di Santarlasci sono frequentemente fruibili sia dall’esterno che dall’interno e mettono in relazione i vari elementi dell’opera e dello spazio-luogo dove spesso lo spettatore viene invitato a inoltrarsi completamente attivando un percorso personale di esperienza e di visione. Ogni opera, con il suo sfondo enigmatico tra presenza e assenza, sembra essere anche lo spunto per una riflessione sulla condizione di spaesamento, di inquietudine e di stupore dell’uomo contemporaneo.
Santarlasci conduce spesso alla “scoperta” e alla rammemorazione di luoghi poco visibili e poco conosciuti attraverso interventi che, pur scaturendo da una attenta meditazione e lettura del luogo, mirano ad attivare diversamente il nostro sguardo e la nostra esperienza percettiva della realtà.

Ha esposto in mostre e rassegne di rilievo internazionale ed in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, tra cui: La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (IT); XII Mostra Internazionale di Architettura, La Biennale di Venezia, Venezia (IT); Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (IT); MAN, Museo d’Arte, Nuoro (IT); Art First, Museo Civico Archeologico, Bologna (IT); We Gallery, Berlin (DE); Fondazione Mudima, Milano (IT); Fondazione Teseco per l'arte, Pisa (IT); Gallerie Baumgarten, Freiburg (DE); Gallerie Analix, Genève (CH); Palazzo Vendramin Calergi, evento collaterale alla Biennale di Venezia, Venezia, (IT); Casa Masaccio Centro per l’Arte Contemporanea San Giovanni Valdarno, Arezzo (IT); Museo della Grafica, Palazzo Lanfranchi, Pisa (IT); Scuola Normale Superiore di Pisa, Palazzo della Carovana, Pisa (IT); Museo Novecento, Firenze (IT); Fondazione Brodbeck, Catania (IT).

Tra le mostre personali ricordiamo:

1994
Sosta Vietata, a cura di Antonella Soldaini, Centro per l’Arte Contemporanea, Luigi Pecci, Prato.
1996
Andrea Santarlasci, a cura di Cecilia Casorati, Fondazione Teseco per l’Arte, Pisa.
1998
Galleria La Nuova Pesa (con Stephan Huber), Roma.
1999
Diade, Galleria Il Segno (con Donatella Landi), Roma.
2001
Tutto un giorno, a cura di Stefano Chiodi, Ex Lanificio Michelagnoli e casa Fornello, Prato.
Stranieri nella notte, a cura di Maria Rosa Sossai Galleria La Nuova Pesa, Roma.
2007
Un po’ di finito infinito, a cura di Lara Vinca Masini, Chiostro di Villa Vogel, Firenze.
2008
Museo Civico Archeologico - Art First, Bologna.
2010
Le direzioni inverse del tempo, Galleria Davide Di Maggio, Milano.
2011
Nella visione probabilmente, Inner Room - BRICK - Centro per la ricerca e cultura contemporanea, Siena.
2012
Fughe senza centro, Fondazione Mudima, Milano.
2013
Atopie del luogo, a cura di Saretto Cincinelli e Ilaria Mariotti, Centro Espositivo SMS e La luce che resta, installazione nella Torre Campanaria del complesso architettonico San Michele degli Scalzi, Pisa.
2014
Sul limite di un’altra soglia, a cura di Marco Senaldi, Sala ottagonale dell’Ex Convitto Vittorino da Feltre, nell’ambito della manifestazione Marble Weeks, Carrara.
2015
Riflessi da un luogo invisibile, a cura di Arabella Natalini, Galleria Passaggi, Pisa
2016
Light poetry, a cura di Vittoria Biasi, La Nuova Pesa Centro per l’Arte Contemporanea (con Soon Yul Kang), Roma
2018
Confluenze, a cura di Ludovico Pratesi, Chiesa della Spina, Pisa
Lacrimae, a cura di Lorand Hegyi, Galleria Collicaligreggi, Catania