Andrea Mauti – Sublimation_simulation
Lo spazio immaginato da Andrea Mauti per ADA, simula la frammentazione di un’archeologia possibile, dove la dimensione effimera dell’oggetto industriale si somma e si sovrappone a quella della scultura antica, generando un annullamento della dimensione spazio-temporale.
Comunicato stampa
«Così gli incorporei si riflettono nei corpi e i corpi negli incorporei, ossia il mondo sensibile si riflette nell’intellegibile e il mondo intelligibile nel sensibili […] le statue sono forme del mondo intellegibile»
Ermete Trismegisto, Corpo ermetico e Asclepio
Lo spazio immaginato da Andrea Mauti per ADA, simula la frammentazione di un’archeologia possibile, dove la dimensione effimera dell’oggetto industriale si somma e si sovrappone a quella della scultura antica, generando un annullamento della dimensione spazio-temporale. Frammenti scultorei riprodotti più volte sono ricoperti da residui digitali, che si sedimentano sulla superficie della tela, proteggendo l’immagine e impedendone allo stesso tempo una fruizione totale. Attraverso il dialogo innescato tra pittura e scultura, Mauti simula uno spazio iperreale e iper-oggettuale, in cui la frammentazione stessa degli oggetti si rivela come un ripetuto dispiegarsi di incatenamenti tra dissoluzione e affermazione del mito, aggiungendo alla dimensione mitologica, l’effimera presenza dell’umanità.
La simulazione corrisponde qui alla supposizione di uno spazio digitale, all’interno del quale tutto ciò che è visibile, non è altro che costruzione e finzione. Le sculture in resina e cera si configurano come reperti di un’archeologia industriale, imballaggi che una volta avevano la funzione di esprimere il contenuto invisibile dell’oggetto. Così come i soggetti raffigurati nelle tele sono catturati dalla realtà ma immersi in una dimensione digitale, per poi essere restituiti alla dimensione del reale.
In questo continuo processo di distruzione e ricomposizione di reperti eterogenei, Mauti simula una dimensione ulteriore, all’interno della quale le coordinate spazio-temporali si dissolvono nella percezione del visibile.