Andrea Commodi – Dall’attrazione per Michelangelo all’ansia del nuovo

Informazioni Evento

Luogo
CASA BUONARROTI
Via Ghibellina 70, Firenze, Italia
Date
Dal al

10-17, chiuso il martedì

Su prenotazione, aperture straordinarie fuori orario per gruppi

Vernissage
16/05/2012

ore 18

Contatti
Email: fond@casabuonarroti.it
Biglietti

€ 6,50 intero; € 4,50 gruppi, studenti (scuole secondarie di secondo grado e universitari), anziani (oltre 65 anni), membri FAI e Touring Club; € 2,25 studenti scuole primarie e secondarie di primo grado; € 8,50 cumulativo con il complesso monumentale di Santa Croce

Artisti
Andrea Commodi
Curatori
Gianni Papi, Annamaria Petrioli Tofani
Generi
arte antica, personale
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Si trova tuttora presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze un nutrito gruppo di fogli autografi di Andrea Commodi (1560 – 1638), nei quali si riconoscono copie da disegni e bozzetti di Michelangelo. La mostra parte di qui, con l’intento di esporre le copie del Commodi accanto agli originali michelangioleschi tuttora di proprietà della Casa Buonarroti, provocando per questa via un confronto di eccezionale effetto visivo, e insieme una verifica scientifica dal punto di vista collezionistico.

Comunicato stampa

Si trova tuttora presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze un nutrito gruppo di fogli autografi di Andrea Commodi (1560 - 1638), nei quali si riconoscono copie da disegni e bozzetti di Michelangelo. La mostra parte di qui, con l'intento di esporre le copie del Commodi accanto agli originali michelangioleschi tuttora di proprietà della Casa Buonarroti, provocando per questa via un confronto di eccezionale effetto visivo, e insieme una verifica scientifica dal punto di vista collezionistico.

Ma l'importanza della mostra va oltre la ricostruzione del rapporto a distanza tra Andrea Commodi e Michelangelo, e mira anche alla rivalutazione critica di un artista che merita davvero più attenzione di quella che finora gli è stata riservata. Nel contesto dei pittori fiorentini suoi coetanei e compagni, e rispetto ai suoi maestri Alessandro Allori e Santi di Tito, egli dimostra da subito - in particolare per quanto riguarda i cimenti grafici - un'indole sperimentale e indagatrice, potentemente anticonformista. Negli studi databili agli anni ottanta del Cinquecento, in cui l'artista comincia a confrontarsi con Michelangelo, è presente, accanto al devoto omaggio verso il Maestro, una forzatura espressionista di quel medesimo omaggio. Più o meno in questi anni si collocano pure i famosi disegni tratti da modelli in posa, di incredibile novità e modernità, che rompono con la tradizione accademica nella ricerca di una resa del vero spesso cruda e violenta a livello di segno ma anche a livello luministico. Si tratta di un fenomeno che, sul piano grafico, non trova paragoni nel suo tempo e che corrisponde a un vero e proprio azzeramento linguistico a fronte di una nuova espressività.

Anche per quanto riguarda la produzione pittorica del Commodi, sebbene in modo assai meno evidente, egli persegue un progetto innovativo che lo distingue da quanto proponeva il panorama artistico della Roma di fine Cinquecento, prima della comparsa della rivoluzionaria presenza del Caravaggio.

La mostra vuole dunque dare testimonianza, con un'importante selezione di grafica (oltre quaranta disegni) e con una scelta altrettanto importante di opere pittoriche, della ricca personalità di questo artista colto e complesso che trascorse un lungo e proficuo soggiorno a Roma: circa trent'anni, dal 1592 al 1622, con un'interruzione cortonese di almeno tre anni. Fra le opere in mostra spiccano la bellissima Consacrazione del SS. Salvatore oggi nel Duomo di Cortona e la prestigiosa commissione gesuitica dei dipinti con Storie di Sant'Ignazio. Durante il periodo romano Commodi mise a punto anche una delle iconografie più fortunate riguardanti San Carlo Borromeo, quella del santo che in ginocchio davanti all'altare prega per la fine della peste: iconografia esemplificata in mostra dal prezioso rame oggi presso il Museo Civico di Fano. Sempre a Roma gli venne assegnata la commissione forse più prestigiosa che durante il secondo decennio del Seicento potesse toccare a un singolo artista: la decorazione dell'abside della Cappella Paolina nel Palazzo di Montecavallo (cioè del Palazzo del Quirinale), con un grande affresco raffigurante la Caduta degli angeli ribelli, che avrebbe dovuto avere l'estensione del Giudizio universale di Michelangelo nella Cappella Sistina. Ma forse proprio la suprema portata dell'opera michelangiolesca indusse il Commodi, spaventato dall'impossibile confronto, ad abbandonare l'impresa. Del progetto resta un nutrito gruppo di disegni e un celebre bozzetto - oggi a Palazzo Pitti e presente in mostra - che probabilmente documenta una parte della composizione.

Al suo ritorno definitivo a Firenze, il pittore fu spesso ospite della Casa Buonarroti: un'amicizia testimoniata in mostra dal bellissimo autoritratto da lui donato a Michelangelo il Giovane.

La mostra è stata realizzata con il determinante contributo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze.

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