Anabasi – Rapsodie

Informazioni Evento

Luogo
ADIACENZE
Vicolo Spirito Santo 1/B , Bologna, Italia
Date
Il
Vernissage
17/12/2022

ore 18

Generi
arte contemporanea, presentazione
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ANABASI, associazione culturale no profit, presenta presso lo spazio espositivo Adiacenze, il progetto editoriale RAPSODÌE.

Comunicato stampa

L’Associazione culturale ANABASI
presenta il progetto editoriale RAPSODÌE con la partecipazione di Marzia Migliora, Francesco Simeti e Il Pavone

17 dicembre ore 18.00 | Adiacenze
Vicolo Spirito Santo, 1/b - Bologna

ANABASI, associazione culturale no profit, presenta sabato 17 dicembre alle ore 18.00 presso lo spazio espositivo Adiacenze, il progetto editoriale RAPSODÌE con la partecipazione di Marzia Migliora, Francesco Simeti e Il Pavone.

L’indagine intrapresa da ANABASI per questo progetto prende avvio dal termine RAPSODÌE – dal greco rapsodia [ραψωδία] – che indica composizioni poetiche di carattere epico, recitate o cantate pubblicamente, assimilabili a riunioni di passi o di pensieri di vari autori collegati insieme in modo da formare un componimento letterario o filosofico unitario. Il ruolo del mito nella contemporaneità diventa protagonista di questa indagine con le sue ascendenze e trasposizioni sociali e culturali e viene affidato ad un’idea ancestrale di narrazione, composita e stratificata, proposta come un canto collettivo di singole individualità in interazione.

Rapsodie si presenta infatti come una mostra “in scatola” in cui lo spazio espositivo è la scatola stessa come proiezione ideale di un’esperienza personale, un media corale dove gli artisti sono protagonisti del nostro tempo e parlano un linguaggio vivo, facendosene rapsodi, appunto, cantori. Ognuno con la sua forma espressiva affronta e comunica un mito, un’idea stantia, un sentimento ormai da superare nel contesto storico in cui ci siamo affacciati e in cui viviamo.

Il progetto nasce quindi dalla riflessione sulla persistenza di diversi nuclei narrativi che trasversalmente attraversano la storia, fino alla sintassi mitica contemporanea. Questi nuclei narrativi, che nel corso del tempo si reiterano in forme diverse, assumono allegoricamente la forma di una serissima parodia contemporanea dei poemetti giocosi in versi, che dall’epica eroica dell’Antica Grecia raggiungono l’epopea degli eventi e dei pensieri dei nostri giorni.

GERMINAL DI MARZIA MIGLIORA

Germinal corrispondeva al settimo mese del calendario della Rivoluzione Francese, che cadeva nel periodo compreso tra il 21/22 marzo e il 19/20 aprile. Negli stessi mesi del 2020, l’artista Marzia Migliora ha iniziato a lavorare a una serie di sei disegni, poi trasposti su T-shirt bianche come manifesti da indossare. L’opera completa è composta da sei tavole dedicate ad ogni giorno della settimana lavorativa.

Queste, serigrafate su una serie limitata di 300 T-shirt, sono singolarmente confezionate in una busta da farina personalizzata con un frottage originale a tema vegetale. A compendio di tutto, un libretto illustra le sei tavole e le fotografie delle corrispettive T-shirt indossate dagli ortolani degli Orti Generali di Torino a Mirafiori, protagonisti di una serie di ritratti fotografici. All’interno del libretto è presente anche una bustina contenente una selezione di semi di grani duri biologici Cappelli, Saragolla e Strazzavisazz, da piantare come atto ultimo alla conclusione del progetto.

Come in un manuale pratico, la coltivazione della terra è affiancata al processo di ricerca artistica: l’arte e l’agricoltura hanno in comune il nutrimento, l’attesa, la cura, la crescita, il lavoro e la vita. L’una è nutrimento del corpo, l’altra della mente.
Germinal intende rendere manifesto il processo e la ricerca artistica, pratiche che hanno la necessità di essere difese e valorizzate come risorse indispensabili per il futuro del patrimonio culturale, artistico e sociale.
TRUE COLUMBUS DI FRANCESCO SIMETI
Attingendo al suo personale archivio di immagini storiche e contemporanee e rielaborandole, Francesco Simeti ha creato un collage in cui una realtà evocata e immaginifica diventa sintassi narrativa. Spesso site-specific, le sue opere a un primo sguardo sono fortemente decorative, ma la bidimensionalità del supporto trascende in uno spazio privo dei riferimenti della prospettiva tradizionale. Gli elementi naturali, botanici e faunistici proliferano in un vivacismo cromatico e formale che sottende una frenesia compositiva che ha l’aria di un’esplosione di grottesche.
Per Rapsodìe l’artista ha realizzato True Columbus, un’opera composta da collage di immagini e parole di diversi contesti linguistici e di provenienza. Il loro accostamento sviluppa un’indagine sui temi mitizzati e quanto mai attuali dello sfruttamento razziale e del ruolo che oggi ricopre l’arte pubblica, a partire dalla storia paradigmatica e culturalmente identitaria di Cristoforo Colombo. La figura del navigatore genovese, caratterizzata in bibliografia da opinioni discordanti sul suo ruolo e i suoi obiettivi, funge da fulcro per una riflessione più ampia che Simeti affronta a partire da tre testi di epoche storiche e radici culturali diverse: “The Discovery of America by Christopher Columbus” H. Hakes 1892, “The True Story of Christopher Coliumbus” E. S. Brooks 1892 e “Geografia Generale” Bonacci-Orlandi 1934. Attraverso questi scritti l’artista analizza le conseguenze della “scoperta” dell’America da parte di Colombo e dell’introduzione del concetto di “selvaggio”, di come il sogno di un singolo possa cambiare la sorte di molti e di come i retaggi storici e culturali degli eventi si intreccino e si scontrino con esigenze sociali e politiche in rapida e continua mutazione.
In un contesto così attuale come quello della difesa dei diritti civili e sociali, il tema della schiavitù imposta dai coloni europei nei confronti dei nativi americani e delle popolazioni africane, diventa il focus dell’opera di Simeti. Le ascendenze storiche si mescolano alle ultime esperienze politiche, quali il movimento attivista internazionale Black Lives Matter e il dibattito sviluppato di recente sulla rappresentazione in scala monumentale di figure storiche identitarie negli spazi urbani.

AMOR MIO DEL PAVONE
Per Rapsodìe il collettivo Il Pavone si sono immersi nella Natura: sostenuti da un lungo periodo di riflessione su sé stessi attraverso pratiche corporee olistiche e analisi psicologica guidate, hanno lasciato che la ricerca del mito contemporaneo scavasse in profondità le loro abitudini e i loro pensieri. Ritrovarsi in una notte di luna piena sull’Etna in un bosco di betulle, così come rivedere e riascoltare il videoclip di Mina, ha stimolato nella coscienza dei quattro artisti forme e immagini in cui loro stessi diventando attori e spettatori delle azioni, della natura e del momento vissuto.
La fotografia impressa di questi momenti accompagna l’esperienza intima del fruitore in un percorso di ricerca dell’indole più interna. L’opera AMOR MIO assume le forme più diverse: parole, immagini, video e disegni sono le mappe da seguire per percorrere il viaggio personale e paradigmatico che l’uomo si ritrova ad affrontare durante la propria vita.
L’ambiente periferico urbano ha spesso ospitato i lavori de Il Pavone. Anche in questo caso ciò che sta ai margini o all’estremo è stato vissuto come l’esperienza esplorativa di una terra nascosta, che si muove principalmente attraverso la loro percezione sensoriale e l’azione conseguente. Il tatto, la vista, l’udito, l’olfatto sono bussola per le loro azioni, ma anche mezzo tecnico per completare l'installazione.
ANABASI
Anabasi è un’associazione culturale no profit, fondata nel 2019, attiva capillarmente sul territorio italiano, che s’impegna a promuovere e valorizzare l’arte. L’ente organizza eventi espositivi, di ricerca e progettazione partecipata. Partendo da miti, conoscenze e comportamenti consolidati, l’Associazione si propone di attivare una narrazione che analizzi le dinamiche dell’attualità. Anabasi crede nella forza dell’arte e della ricerca contemporanea come fonte di crescita e sviluppo comune. Svolge molteplici attività articolate seguendo due linee guida principali, realizzando progetti autonomi e aprendosi a collaborazioni con altre realtà che condividano lo stesso impegno culturale. Nel 2019 ha realizzato il progetto digitale il Manuale di Autotutela e dal 2020 al 2021 ha prodotto e curato l’opera Rapsodiè che vede protagonisti gli artisti Marzia Migliora, Francesco Simeti e il collettivo Pavoni Audiovisioni.

ADIACENZE
Adiacenze è uno spazio curatoriale dedicato alla sperimentazione sull’arte contemporanea. Fondato a Bologna nel 2010 con l’idea di sostenere e valorizzare la ricerca di artisti emergenti attraverso l’ideazione e la realizzazione di progetti site specific, incoraggia gli artisti a sondare nuove modalità espressive che possano arricchire la loro ricerca artistica. La sua mission è quella di creare le condizioni per la diffusione e la conoscenza della ricerca degli artisti sia con i progetti in sede, sia proponendo mostre, presentazioni e laboratori ad altri enti, gallerie, istituzioni pubbliche o private.
Dal 2018 Adiacenze si occupa anche della direzione artistica delle mostre di arte contemporanea della Casa della Cultura “Italo Calvino” di Calderara di Reno e nel 2020 crea Prospettive, rete di residenze d’artista realizzata con il contributo della Regione Emilia-Romagna. Nel 2022, dà vita a SWAP, progetto internazionale di residenze d’artista e mostre in collaborazione con Bergen, in Norvegia.