Alla stessa mensa tra rito e quotidianità
Il Museo Diocesano Tridentino intende offrire il proprio contributo alla riflessione sul tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, lanciato da EXPO MILANO 2015, con una mostra che riunisce e valorizza una trentina di opere appartenenti alle collezioni museali, di differente tipologia e epoca, legate all’iconografia dell’Ultima cena.
Comunicato stampa
Il Museo Diocesano Tridentino intende offrire il proprio contributo alla riflessione sul tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, lanciato da EXPO MILANO 2015, con una mostra che riunisce e valorizza una trentina di opere appartenenti alle collezioni museali, di differente tipologia e epoca, legate all’iconografia dell’Ultima cena. L’esposizione, allestita nelle sale del piano terra, sarà inaugurata venerdì 6 febbraio alle ore 18.00 e resterà visitabile con ingresso gratuito fino al 6 aprile 2015.
L'Ultima Cena è uno dei soggetti iconografici più diffusi dell’arte sacra e si distingue da altri episodi evangelici (come le Nozze di Cana, la Cena in casa di Simone, la Cena in Emmaus, tutti presenti in mostra) per il suo alto significato mistico e simbolico. Seguendo i diversi racconti dell’Ultima cena narrati nei Vangeli si possono individuare due grandi temi: l’annuncio del tradimento (“uno di voi mi tradirà…”) e l’istituzione del sacramento dell’Eucarestia (“questo è il mio corpo…”). La mostra intende proporre una riflessione sui diversi aspetti iconografici che la tradizione artistica ha elaborato, soffermandosi sull’analisi degli elementi simbolici che connotano la scena: le vivande poste in tavola, i gesti degli apostoli, le caratteristiche di alcuni protagonisti. Il percorso espositivo presenta un equilibrato accostamento di opere d’arte antica e contemporanea: le prime, rappresentate da stampe, oreficerie e dipinti che vanno dal XV al XVIII secolo, sono poste in dialogo con un’opera di Umberto Savoia nella quale l’artista roveretano propone una personale interpretazione del pasto consumato da Cristo prima del tradimento di Giuda. La valorizzazione delle analogie e delle differenze storiche esistenti tra le diverse opere intende stimolare nel visitatore una riflessione più profonda sul senso del cibo e del nutrimento, sia esso inteso come rito, sia praticato come gesto quotidiano.
Oltre ad illustrare l’iconografia dell’Ultima cena l’esposizione propone alcuni spunti di riflessione legati al tema della convivialità, della relazione, dell’incontro e delle tensioni emotive che, nel quotidiano, lo stare seduti “alla stessa mensa” può favorire. Le intense immagini fotografiche di Luca Chistè, scattate in alcune case di riposo del Trentino, ricordano al visitatore gli spazi di grande solitudine che questo stesso gesto può lasciare aperti.
Vengono inoltre esposti dipinti e incisioni nei quali il tema sacro diviene pretesto per raffigurare ambienti di cucina e articolate composizioni di cibo; a queste immagini sono accostate alcune opere di Gianluigi Rocca che raffigurano utensili domestici e stoviglie consumate. Sono fragili frammenti di memoria, simboli silenziosi e immobili di quella cultura contadina, carica di pacata dignità, che l’immagine fotografica di Rodolfo Rensi proposta in mostra bene esemplifica.
La mostra, che non si propone di trattare in modo esaustivo una tematica così complessa e sfaccettata, è il primo passo di un progetto di più ampio respiro che si dipanerà nel corso dell’anno attraverso conferenze, visite guidate, corsi e, soprattutto, percorsi sul territorio. Dopo la positiva esperienza del progetto Arte e persuasione. Percorsi sul territorio, collegato all’omonima mostra del 2014, il museo torna a promuovere la conoscenza del patrimonio artistico locale, in una virtuale continuità tra museo e territorio che intende valorizzare l’arte capillarmente diffusa nelle chiese della provincia. Per la realizzazione del progetto il museo si avvarrà anche quest’anno della preziosa collaborazione dei volontari dell’Associazione Anastasia (Amici nell’arte sacra tra architettura, simbologia, iconografia e agiografia) e di altre realtà che operano sul territorio. Il progetto, inoltre, si raccorda idealmente alla partecipazione ad EXPO 2015 della Santa Sede: il programma elaborato dal Pontificio Consiglio per la Cultura, d’intesa con l’Arcidiocesi di Milano e la Conferenza Episcopale Italiana, ruoterà attorno al tema “Non di solo pane / Not by bread alone” e concentrerà l’attenzione dei visitatori sulla rilevanza simbolica dell’operazione del nutrire, e sulle potenzialità di sviluppo antropologico che questa dinamica racchiude. Oltre ad avere finalità nutrizionali, il cibo racchiude significati culturali, simbolici e rituali; entra con forza nel vissuto di ciascuno di noi in quanto strettamente connesso ad affetti ed emozioni; in un contesto multietnico diventa efficace strumento per iniziare un dialogo mirato alla rottura dei pregiudizi. In ogni cultura, il momento del pasto costituisce un’occasione di incontro, di relazione; in famiglia diviene il tramite per trasmettere valori, tradizioni, abitudini.