Alice Sheppard Fidler – Immaginando la fluidità della permanenza
In preparazione alla mostra personale di Alice Sheppard Fidler a Casa Regis – Centro per la Cultura e l’Arte Contemporanea, l’artista farà prima una residenza di un mese.
Comunicato stampa
In preparazione alla mostra personale di Alice Sheppard Fidler a Casa Regis - Centro per la Cultura e l'Arte Contemporanea, l'artista farà prima una residenza di un mese. In parte produrrà installazioni site-specific generate da materiali locali e trovati collegati all'edificio. In parte installerà lavori che viaggiano da un luogo a un altro, alla ricerca di significati e narrazioni alterati inerenti a nuovi contesti.
Un tema centrale in tutto il suo lavoro è l'architettura come metafora di una presenza duratura, che cambia sotto il tempo e la pressione. Non dissimile dagli altri edifici in cui Alice ha lavorato, Casa Regis era un tempo casa di un nobile, poi convento di suore, poi luogo di abbandono, e adesso sede di artisti.
Scivolando nell'area tra il disuso e il riuso di un edificio, l'artista mette in luce l'esperienza umana. Alice individua una cosa rigida, sia essa concettuale (una regola, una legge, un codice sociale, un'idea) o fisica (una struttura, una superficie dura, un muro) e poi inizia a lavorare sullo spazio morbido che gira intorno e sopra la rigidità, come pelle sopra le ossa. I suoi spazi morbidi sono spesso materializzati sotto forma di stoffa o sottolineati dal movimento e dalla presenza del corpo umano. Collabora anche con artisti del suono o ballerini di improvvisazione per esplorare i blocchi o le aperture disponibili nello spazio prima di concludere le sue opere.
Le strutture permanenti sono "i pilastri della società" e il lavoro di Alice descrive un pensieroso intreccio di obbligo, aspettativa, conformità, lotta e resistenza.
Tuttavia, questi concetti sono significativi nella misura in cui ascolti per prima la sua ode ai materiali. I mattoni, il velluto, la sabbia, i secchi in acciaio zincato...l'ironia delle superfici e la collocazione inquieta degli elementi, ecco come l'opera esprime contenuti. Potremmo anche prendere in prestito un pensiero da "Against Interpretation" di Susan Sontag, dove avverte che l'eccessiva intellettualizzazione e interpretazione è "a scapito dell'energia e della capacità sensuale". L'idea è di sperimentare più immediatamente ciò che abbiamo di fronte. Uno spettatore deve veramente sentire e sentire la pressione, l'umanità, il punto interrogativo nell'opera. La reazione viscerale genera ma allo stesso tempo prevale sul concetto ed è proprio questo sviluppo e negazione che rende l'opera profonda.
L. Mikelle Standbridge