Alfonso Lentini – Microcosmi poetici
Prosegue il ciclo di mostre legate agli artisti il cui lavoro è imperniato soprattutto sulla parola che diventa immagine da sola e nel fondersi, assimilarsi in colori e oggetti tridimensionali. Il Polo Bibliotecario Feltrino propone la mostra “Microcosmi poetici” dell’artista bellunese, siciliano di nascita, Alfonso Lentini.
Comunicato stampa
Prosegue il ciclo di mostre legate agli artisti il cui lavoro è imperniato soprattutto sulla parola che diventa immagine da sola e nel fondersi, assimilarsi in colori e oggetti tridimensionali. Il Polo Bibliotecario Feltrino propone la mostra “Microcosmi poetici” dell'artista bellunese, siciliano di nascita, Alfonso Lentini. L'inaugurazione si terrà venerdì 20 dicembre alle ore 18.00. La mostra resterà aperta fino al 20 febbraio, con l'orario di apertura del Polo Bibliotecario Feltrino: lunedì 14.00-18.00, martedì 9.00-12.00 e 14.00-18.00; mercoledì 9.00-12.00 e 14.00-18.00; giovedì 14.00-18.00; venerdì 9.00-12.00 e 14.00-18.00; sabato 9.00-12.00.
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I microcosmi poetici di Alfonso Lentini
Negli anni '60 del secolo scorso, in particolare, vi sono stati numerosi artisti che hanno iniziato sistematicamente a "dissacrare il libro", a negarlo per poi riprogettarlo e ricostruirlo come una summa artistica in cui far confluire la scrittura, il disegno, il collage, la pittura e l' installazione. L'intento era quello di realizzare qualcosa di nuovo, nel senso di "altro", di rivoluzionario, di difficile, ma nello stesso tempo, più intrigante, più evocativo e ricco di rinvii e significati. Ecco, quindi, un unicum originale, irripetibile, dove la forma della scrittura, la forma del libro, in poche parole, la forma artistica più consolidata è divenuta qualcosa di nuovo rispetto alle sue origini, è andata oltre.
Alfonso Lentini, con radici artistiche nella lezione di quelle avanguardie, con la sensibilità di poeta e scrittore che sa mediare tra le varie espressioni letterarie ed artistiche, mantenendo un fermo rigore nella continua ricerca, con l'assemblaggio di materiali che già hanno un loro vissuto, objets trouvés poveri, eppure mai banali o scontati, con la cura cromatica e compositiva e il recupero della scrittura come frammento visuale significante (quindi lontano da effetti decorativi...), elabora ed assembla dei microcosmi poetici del tutto originali. In essi emerge in primis l'equilibrio con cui l'artista organizza la complessità della sua opera, la convivenza e il significato di più elementi/frammenti, rigenerando questi ultimi in nuovo contesto tridimensionale. È la riorganizzazione/ripensamento del vissuto con il suo insegnamento, l'evocazione della poesia e della pittura assieme, ma è anche la metafora della stratificazione e della fluidità della nostra vita, la sua continua mutevolezza, il suo frantumarsi e nuovamente cercare ancoraggi per ricostruirsi. Questo lavoro rappresenta l'aspirazione a nuovi habitat per emozioni che vanno oltre lo sguardo fuggevole e testimonia la volontà di creare un universo di persistenza di ideali forti, dell'arte e della vita, entro il quale deve agire e reagire la sensibilità di chi guarda l'opera. Di fronte alle installazioni, in cui Lentini spesso fa convergere più opere, ci troviamo ad entrare in un universo poetico che, da piccolo museo personale, si sviluppa in un labirinto costituito da echi del linguaggio, delle forme e dei colori.
Nel lavoro di Alfonso Lentini è fondamentale l'aspetto progettuale e, in esso, prevale la potenzialità di ciascuna singola opera di porsi come parte di un progetto ampio. Da qui l'idea di un microcosmo che viene a comporre un macrocosmo nelle installazioni complesse ed articolate, di cui si diceva sopra. È una progettualità dettata da assonanze e coincidenze, una tensione continua scaturita dalla volontà di porre in armonia elementi significanti e intriganti.
Le opere di Lentini vanno oltre la poesia visiva e il libro d'artista in quanto assommano le caratteristiche di queste espressioni per approdare a lavori che possiamo definire oggetti poetici, microcosmi di poesia che nobilitano materiali poveri, frammenti di alfabeti e di scrittura, di arte e di cultura, lacerti di memoria. Così Lentini circoscrive l'area del suo lavoro artistico nutrito di solarità mediterranea nei colori e delle frasi mozzate dell'entusiasmo, della foga o della fatica di vivere, dei resti di quanto il flusso e riflusso del nostro vivere quotidiano fanno arrivare nel suo studio d'artista. Sono opere di un tempo di crisi che si rinsaldano nella ferrea concezione dell'arte come resistenza, come necessità di persistenza a testimoniare l'aspirazione dell'uomo alla creatività, alla ricerca. E ricerca è anche libertà. Infine, credo che nell'armonia dell'interazione delle espressioni artistiche che caratterizza le opere di Alfonso Lentini, dobbiamo leggere l'invito all'armonia tra le genti, tra le culture e in noi stessi.
Giovanni Trimeri