Alessandro Vincenzi – Belarus Free Theatre
Alessandro Vincenzi si considera prevalentemente un fotogiornalista che usa la fotografia come mezzo per dar voce a storie semplici e poco conosciute spesso dimenticate dai media. Dopo aver lavorato diversi anni con Medici Senza Frontiere come biologo, nel 2008 decide di dedicarsi tempo pieno alla fotografia e diventare la connessione tra chi ha storie da raccontare e chi è desideroso di ascoltarle.

Informazioni
- Luogo: ASSOCIAZIONE BIN11
- Indirizzo: Via Belfiore 22/a (10125) Torino - Torino - Piemonte
- Quando: dal 08/07/2011 - al 23/07/2011
- Vernissage: 08/07/2011 ore 20
- Autori: Alessandro Vincenzi
- Generi: fotografia, personale
Comunicato stampa
Il Teatro Libero di Bielorussia è un progetto teatrale nato nel Marzo del 2005 come una forma artistica di resistenza alla pressione e alla censura del governo bielorusso del Presidente Alexander Lukashenko. Fondata dai commediografi Nikolai Khalezin e da sua moglie, la produttrice teatrale Natalia Koliada, entrambi attivisti per i diritti umani, la compagnia è composta da dieci attori professionali, un drammaturgo professionista, quattro manager e due assistenti tecnici. Il direttore di scena, Vladimir Scherban, è l’ideatore di gran parte degli spettacoli.
Tutti i teatri bielorussi sono gestiti dallo Stato
Alessandro Vincenzi si considera prevalentemente un fotogiornalista che usa la fotografia come mezzo per dar voce a storie semplici e poco conosciute spesso dimenticate dai media. Dopo aver lavorato diversi anni con Medici Senza Frontiere come biologo, nel 2008 decide di dedicarsi tempo pieno alla fotografia e diventare la connessione tra chi ha storie da raccontare e chi è desideroso di ascoltarle. Ciò che ama di più del suo lavoro, è il contatto che riesce ad instaurare con le persone ed i rapporti che si vengono a creare, che molto spesso perdurano nel tempo. Ha pubblicato in riviste nazionali ed internazionali.
bin11
L’associazione culturale bin11 riparte dal binario morto dell’ennesimo contributo alla riflessione sulla cultura dell'immagine per chiedersi quel che resta da dire a proposito di quel che non si può dire, ovvero l’immagine stessa. Per la sua proposta espositiva e formativa, bin11 si definisce come un contenitore culturale permeabile alla scena urbana in cui si colloca.
