Alessandra Parmiggiani – Oltre l’ignoto
Le immagini della pittura dell’artista nella mostra “oltre l’ignoto” nella prestigiosa galleria Arianna Sartori, Arte e Object Design, nel rosso nel nero, come sonde nello spazio esplorano l’universo nei misteri delle galassie, tra i pianeti, la terra ai primordi.
Comunicato stampa
Alessandra Parmiggiani, oltre l’ignoto
Le immagini della pittura dell’artista nella mostra “oltre l’ignoto” nella prestigiosa galleria Arianna Sartori, Arte e Object Design, nel rosso nel nero, come sonde nello spazio esplorano l’universo nei misteri delle galassie, tra i pianeti, la terra ai primordi. Il colore caldo delle lave vulcaniche emerse da suoli troppo infocati che non potevano reggere lo sforzo, con furia dilaga prepotente sulla tela oltre il supporto…Della materia restano appena tracce. I cerchi del nero, come crateri raccolgono le insistenti piogge che formeranno in seguito gli oceani. Lo stesso colore porta il pensiero alle caldere, giù nel cono vulcanico si infuoca la foglia d’oro: è il fuoco incandescente. La pittura dell’artista, in questa rassegna, offre solo colore significante, energico di forte espressionismo, tendenza dell’arte informale contemporanea, che sfrutta la vitalità organica della materia abbandonando ogni schema strutturale. Come le colate prodotte dall’effetto cromatico della luce nelle eruzioni, creando sciare visibili in altra opera. Nel nero grumoso, guardiamo l’ultimo degli asteroidi del nostro tempo che avanza sempre più luminoso, quando si avvicina alla terra. Viaggia velocemente nello spazio, in una frazione estrema si ferma, non esplode. Le migliaia di schegge di rocce ciclopiche, enormi, ritornano ad incastrarsi fitte tra loro, un bianco filo di luce sottilissimo le avvolge, un gesto pietoso per fermare la sua corsa, prima della catastrofe. La tela svela i materiali nella tecnica antica dell’olio, usato tra stucco colle bitume per la materia nera e ricca densa. L’artista si serve di foglie d’oro che fissano pianeti e satelliti nelle macchie di luce. Le opere della pittrice immobilizzano il tempo della lunga storia del cosmo, segnata in una magica stele nera a macchie d’argento nella mostra, come per Stonehenge, le piramidi Maya, il Machu Picchu Inca. Ancora nel buio dell’infinito si generano vortici, dove le placche si dividono, le comete sfrecciano negli abissi lasciando la polvere argentea che genera acqua. Il pianeta intanto continua nelle irrequietezze delle attività geologiche. Alessandra lascia questo alle sue evoluzioni, cerca uno spazio per sé, nascono i quadri dell’io. Evoca il suo cammino con alterne emozioni, le nasconde dietro una porta possente, che lentamente sfuma nel grigiore dell’oblio. Uno specchio si frantuma, Alessandra Parmiggiani ne raccoglie ancora i frammenti, come altra storia, delle inquietudini dell’anima, dell’ignoto, che appartiene solamente al suo essere persona.
Rosaria Guadagno