Ahmed Mater – Mitochondria: Powerhouses

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA CONTINUA
Via Del Castello 11, San Gimignano, Italia
Date
Dal al

da lunedì a domenica, 10-13 / 14-19

Vernissage
23/09/2017
Artisti
Ahmed Mater
Generi
arte contemporanea, personale
Loading…

In questa mostra appositamente concepita per gli spazi di Galleria Continua, Ahmed Mater, mettendo a nudo sistemi urbani e simbolici all’apparenza chiusi e diversi, dimostra come i catalizzatori invisibili in ognuno di essi siano in realtà collegati.

Comunicato stampa

religione > petrolio > denaro > potere > fede > controllo > nuove città > economia redditiera > città economiche

Galleria Continua è lieta di presentare ‘Mitochondria: Powerhouses’ [Mitocondri: centrali energetiche], una nuova mostra personale di Ahmed Mater, una delle più importanti voci presenti nel panorama culturale contemporaneo del Medioriente.

In questa mostra, Ahmed Mater osserva due sistemi che definiscono la geopolitica contemporanea: la religione e le risorse naturali. Attraverso le lenti della società saudita, l’artista dimostra l’enorme portata di questi sistemi da un punto di vista fisico e concettuale, e le loro profonde relazioni con l’economia, le trasformazioni sociali e, in definitiva, il controllo. Mater scopre come questi sistemi socio-politici globali siano governati e guidati da forze nascoste e non riconosciute. Queste fonti sono paragonate ai mitocondri: invisibili se non appositamente colorati, queste centrali energetiche biologiche rappresentano il luogo e l’unità di elaborazione: forniscono, convertono e conservano l’energia all'interno del sistema chiuso di ogni cellula. Allo stesso modo, Mater individua e mostra le centrali energetiche invisibili che governano il 21° secolo.

In tre capitoli, la mostra esplora le economie redditiere e quelle della fede, così come la scienza dell’echistica (insediamenti umani), per tracciare i contorni delle sorti economiche, ambientali e socio-politiche. Le incursioni nel passato recente dell’Arabia Saudita, le documentazioni sulla sua condizione attuale e le previsioni sul futuro che si prospetta per questo paese diventano uno stimolo per considerazioni di carattere globale. Lo sviluppo frenetico e inarrestabile della Mecca simboleggia le economie basate sulla fede e i loro interessi religiosi e urbani; la collisione tra il capitalismo occidentale e la vita tradizionale è un messaggio cifrato di globalizzazione; la catastrofe ambientale è visibile in uno sguardo che è necessario gettare con urgenza dai campi petroliferi del Golfo, alla Dakota del Nord e allo Standing Rock; e l’evocazione di nuove città futuristiche nella vasta e desolata distesa del deserto crea delle maglie in una catena globale di uno sviluppo ambizioso orientato al commercio.

Invisible Hand [Mano Invisibile] mostra come la religione definisce le economie e come, allo stesso tempo, le economie sono forgiate dalla religione e ruotano attorno ad essa. Si cita la premessa economica di Adam Smith secondo cui i mercati sono guidati verso il raggiungimento di un equilibrio attraverso la tensione produttiva di individui che perseguono i propri interessi. Mater svela questa forza di guida invisibile per accennare a delle somiglianze presenti nelle strutture religiose contemporanee, trovandole alla guida di molte sorti: morali, sociali, geopolitiche e finanziarie. Nelle “economie della fede” si riscontrano configurazioni manifeste di denaro e religione; Mater traccia il contorno delle topografie urbane, dimostrando come le manifestazioni fisiche impreviste della religione guidino lo stile di vita. La manifestazione più evidente di tutto ciò sono le “centrali energetiche” religiose, inclusi il luogo più simbolico dell’Islam, la Kaaba (letteralmente “il cubo”), e la città della Mecca. La Mecca è un luogo di potere straordinario a livello spirituale, finanziario e umano. Il settore turistico religioso del Regno, che attualmente vale più di 5 miliardi di dollari, si sta preparando ad accogliere 30 milioni di pellegrini hajj e umrah all’anno entro il 2025. La società saudita contemporanea è stata plasmata dalle forze strutturanti della religione, un potere che emana dalla fede, ma che è fissato dalla forza del denaro.
Rentier Economy [Economia Redditiera] si rivolge ad un altro sistema di potere, quello del petrolio, e al suo ruolo dominante nel definire i sistemi geopolitici, commerciali e ambientali del mondo. Mentre le opere di “Invisible Hand” individuano i sintomi, “Rentier Economy” ci spinge verso il concetto di “fine”. I mitocondri sani svolgono un ruolo fondamentale nella segnalazione cellulare, vale a dire nei processi che determinano le modalità di esistenza e di funzionamento delle cellule nel loro ambiente. Piccoli errori nella funzione mitocondriale causano conseguenze catastrofiche nel corpo, malattie invisibili con effetti devastanti. Nel radicatissimo circuito globale attuale del potere, dove il petrolio viene convertito senza sosta in denaro e potere, Mater identifica un malessere ambientale, sociale ed economico di proporzioni catastrofiche.
Le sorti religiose ed economiche latenti che abitano e definiscono i sistemi sociali sono riunite nel capitolo conclusivo della mostra. In Reconfiguring Cities [Riconfigurare le città], i sistemi di potere difettosi esplorati nei capitoli precedenti vengono aperti e sintetizzati ai minimi termini. In esplosivi flash di potenza, vediamo come, nelle vaste e desolate distese, una nuova energia generi nulla > città > nuove strutture di potere economico e sociale. Si tratta di “Città Economiche”, visibili lungo tutto il Golfo, che collegano e creano nuove rotte commerciali internazionali accolte come fari di guida per il futuro. Mater immagina queste imprese creative, esaminando ciò che le innesca e il nuovo potere che eserciteranno nel commercio > economia > globalizzazione sfrenata. L’artista invoca queste città “guida” come vere e proprie “centrali energetiche” fisiche, conquiste di una potenza economica resa manifesta. L’artista suggerisce inoltre che, così come la religione ha plasmato le topografie urbane, queste nuove metropoli ridefiniranno i sistemi socio-economici così come li conosciamo oggi.
In questa mostra appositamente concepita per gli spazi di Galleria Continua, Ahmed Mater, mettendo a nudo sistemi urbani e simbolici all'apparenza chiusi e diversi, dimostra come i catalizzatori invisibili in ognuno di essi siano in realtà collegati. Forze di controllo comuni esercitano la loro influenza attraverso luoghi (intesi sia come presenze fisiche che come momenti nel tempo) e processi. Mater scava a fondo nel proprio contesto, osservando come queste presenze operino dei cambiamenti definitivi nell’Arabia Saudita contemporanea. Attraverso le lenti di queste documentazioni ed esperienze localizzate, ne traccia inoltre il potere latente, per trovarlo diffuso entro e oltre i confini del Regno. Qui troviamo le tracce delle invisibili sorti globali che legano e plasmano il mondo attraverso sistemi economici, ambientali, commerciali, religiosi e neoliberali.

Ahmed Mater nasce a Tabuk in Arabia Saudita nel 1979; vive e lavora tra Riad, Gedda e Abha, Arabia Saudita. Mater, un medico divenuto artista, è una delle più importanti voci del panorama culturale contemporaneo. L’artista documenta e analizza la realtà dell’Arabia Saudita contemporanea e la sua posizione e la sua influenza in questioni globali di urgente attualità quali fede, ambiente, socioeconomia e geopolitica. Creando una mappatura continua e complessa del Regno, la sua pratica sintetizza e documenta memorie collettive per svelare e registrare storie non ufficiali. La portata temporale e fisica delle sue indagini guidate dalla ricerca è enfatizzata dallo sguardo acuto delle sue opere concettuali. La sua pratica comprende i paradossi della scienza e della fede, intrecciando i due concetti per esplorare i loro legami e le loro contraddizioni. Mater combina i suoi fini artistici espressivi e politicamente impegnati con gli scopi scientifici della sua formazione medica. Esplorazioni su temi storici, religiosi, urbani e sociali portano alla luce e preservano profondità ignorate e dimenticate attraverso riflessioni e incursioni documentarie di vasta portata. L’artista ha tenuto mostre personali presso: King Khalid University, Abha, Arabia Saudita (2004); Reale Ambasciata dell'Arabia Saudita, Londra (2006); Artspace, Dubai (2009); Galleria The Vinyl Factory, Londra (2010); Sharjah Art Foundation (2013); Smithsonian Institution’s Arthur M. Sackler Gallery, Washington DC (2016). Le sue opere sono state incluse in mostre collettive presso: British Museum, Londra (2006 e 2012); Mori Art Museum, Tokyo (2011); Institut du Monde Arabe, Parigi (2012); Victoria and Albert Museum, Londra (2013); Museum of Islamic Art, Doha, Qatar (2013); Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk, Danimarca (2013); Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City (2013); Ashkal Alwan, Beirut, Libano (2013); Biennale di Jogja (2013); Centre Georges Pompidou, Parigi (2014); New Museum, New York (2014), e Guggenheim, New York (2016). Ha partecipato alla Biennale di Sharjah (2007 e 2013); Biennale del Cairo (2008); Biennale di Venezia (2009 e 2011), e alla Biennale di Kochi Muziris, Kerala, India (2012). Le sue opere fanno parte di importanti collezioni internazionali, quali quelle del British Museum, Londra; Victoria & Albert Museum, Londra; Los Angeles County Museum of Art, California, e Centre Pompidou, Parigi.